Seno, utero, ciclo mestruale. Il ritorno alla normalità dopo il parto richiede sempre un po’ di tempo. Le trasformazioni causate nel corpo della donna durante i nove mesi, infatti, sono profonde e l’organismo ha bisogno di una fase di “assestamento” per tornare alla condizione prima della gravidanza. In alcune donne questa fase può essere più lunga, in altre più breve, a seconda ad esempio che allattino o no. In generale, comunque, viene considerato post-partum il periodo di 6 settimane dopo la gravidanza e la nascita del bambino. Approfondiamo l’argomento con il dottor Claudio Crescini, ginecologo.

Dottor Crescini, quanto tempo serve dopo il parto affinché il seno della neo-mamma torni normale?

Se si decide di non allattare, il seno ritornerà gradualmente allo stato precedente in un mese, se si allatta ovviamente questo non avverrà. Le mammelle saranno turgide e ci potranno essere perdite di latte tra una poppata e l’altra.

In questa fase è meglio, quando ci si lava, non usare sapone o detergenti sul capezzolo, ma solo acqua. Inoltre, per evitare disagi e inconvenienti che possono erroneamente portare a un’ingiustificata sospensione dell’allattamento è bene seguire sempre e solo i consigli dell’ostetrica, che è la migliore consigliera.

Il ritorno della fertilità
Il primo ciclo mestruale dopo il parto (capoparto) segna il ritorno alla normalità, ma non sempre coincide con il riavvio della fertilità. Trascorso il puerperio, la neo-mamma può ridiventare fertile in qualsiasi momento. L’ovulazione, infatti, può verificarsi anche un paio di settimane prima del ritorno delle mestruazioni. Questo significa che, anche prima del capoparto la donna potrebbe rimanere incinta. Un altro aspetto che è importante tenere in considerazione, quando si parla di possibilità di concepimento, è che l’allattamento al seno può inibire temporaneamente la ripresa dei cicli ovulatori e ridurre la fertilità, ma questo non garantisce una contraccezione sicura.

E cosa succede invece all’utero in questa fase?

L’utero, che durante la gravidanza è diventato grandissimo per contenere il feto, ha bisogno di tempo per ritornare alle dimensioni precedenti. Sono necessarie almeno sei settimane dopo il parto per ritornare normale. Soprattutto nei primi giorni e durante le poppate, l’utero si contrae provocando una serie di crampi dolorosi simili a quelli delle mestruazioni. Questi crampi sono chiamati “morsi uterini” proprio per la loro breve durata, ma forte intensità. Si tratta di un fenomeno naturale, utile per espellere coaguli di sangue e riportare l’utero alle sue normali dimensioni. Se a questi dolori, però, si associano perdite vaginali maleodoranti e compare un po’ di febbre è meglio rivolgersi al medico perché potrebbe essere l’inizio di un’infezione che richiede una terapia antibiotica. Il ritorno alla normalità dell’utero si associa a perdite vaginali rosate chiamate “lochi”. All’inizio le perdite possono essere rosso vivo e abbondanti, ma se tutto procede normalmente entro pochi giorni diminuiscono in quantità e diventano rosate. Dopo 10 giorni dal parto le perdite diventano giallastre o bianche e possono persistere per molte settimane. Talvolta ci può essere anche l’espulsione di un grumo di sangue, ma se è un fenomeno occasionale non deve preoccupare. È importante ricordare che fino al ritorno della normalità è opportuno non utilizzare assorbenti interni.

Dopo quanto, in genere, ritorna il ciclo mestruale?

Se non si allatta la prima mestruazione, chiamata “capoparto”, arriverà dopo circa 40 giorni dal parto, quando termina cioè il periodo del cosiddetto puerperio, e sarà un po’ più abbondante delle normali mestruazioni. Se la mamma allatta, invece, la prima mestruazione può arrivare dopo parecchi mesi, a causa della prolattina (ormone deputato alla produzione di latte) che inibisce l’asse ipotalamo-ipofisi-ovaio che regola il ciclo mestruale.

 

a cura di Giulia Sammarco
con la collaborazione del dott.Claudio Crescini