Si dice spesso, semplicisticamente, che gli occhi sono lo specchio dell’anima. E lo stesso accade per la voce. Il concetto non è sbagliato, anzi. Ma c’è di più: perché la voce è legata al corpo e alle sue leggi, oltre che all’inconscio e agli affetti. E a molto altro. Lo sa bene Silvia Lorenzi: la sua vita ruota attorno alla voce. Bergamasca, classe 1970, è una soprano. Diplomatasi in Canto e in Musica da Camera all’Istituto Superiore di Studi Musicali “Gaetano Donizetti”, ha poi conseguito, col massimo dei voti, anche la laurea di II livello, e ha vinto il premio Rotary per la miglior laurea dell’anno accademico. Dal 2010 partecipa come direttore didattico e docente ai corsi di AreaSanremo e canta per alcune trasmissioni Rai. Nel 2014 è anche uscito il suo primo libro “Svelare la voce. Confessioni di una vocal coach” (Mondadori). «In realtà quel sottotitolo non mi piace, perché fa pensare alla voce come a un qualcosa di atletico, da allenare, e a chi sta dietro le quinte di X Factor» sottolinea Silvia. «Mi piace dire che divulgo la voce attraverso la mia voce, con i suoi limiti e le sue risorse. Voglio far sì che le voci siano belle e non palestrarle».

Partiamo da un concetto fondamentale: cos’è la voce.

È la proiezione del nostro corpo non solamente in quanto fisico, ma come risultato di una storia vissuta, quindi emozioni passate ma anche presenti. È una sorta di ologramma del corpo, che raccoglie le nostre esperienze formative, ambientali, affettive. La voce viene regalata, come sto facendo in questo momento con lei, nonostante il telefono tagli tutte le frequenze, tanto che ne esce molto dimagrita. È un gesto ed è qualcosa che non ci ricordiamo mai, perché si stacca dal nostro corpo ed entra, come vibrazione, negli altri. Uno scambio potentissimo.

 

Perché la nostra voce registrata ci suona così estranea?

Riascoltarsi è doloroso. Lo strumento tecnologico la raccoglie e la restituisce in maniera diversa da come noi l’ascoltiamo. Per il mio lavoro, però, è essenziale riascoltarsi: se non l’avessi fatto, non sarei cresciuta abbastanza. Un conto è l’ascolto interno, quello che percepisco di me stessa, un altro conto è ciò che arriva al mio orecchio dopo aver attraversato lo spazio circostante e un altro ancora è ciò che restituisce un apparecchio o un telefono. Lo strumento tecnologico ce la riconsegna cruda, senza tutte quelle attenuanti di cui possono godere i sottoposti a processo. E il riascolto è sempre un processo, che mette in discussione le cose che al momento di generare la voce non abbiamo avuto la forza di mettere in discussione».

 

"Ho cercato un nuovo modo di stare in salute, che ha dato moltissimo alla mia voce. Il suono è diventato più morbido, più ricco e ho più fiato grazie agli sport aerobici”

Un processo doloroso ma necessario, quindi.

Sì, dovremmo essere processati tutti i giorni, direi, ma non solo per la voce. Il famoso esame di coscienza, insomma, di cui il riascolto della voce fa parte. Esame di coscienza a freddo, che prescinda dalle emozioni. Ad esempio, spesso i concerti dal vivo sembrano strepitosi, poi registrati lasciano emergere molti particolari perfettibili. Ma va bene così: le imperfezioni fanno parte della vita.

Lei lavora molto con la Fondazione Teatro Donizetti.

Sì, per trasferire la voce ai giovani. Mi piace parecchio, perché lavoro all’interno di una struttura etica, che ha come mission la musica, e
soprattutto la musica di Donizetti, che è il nostro capostipite bergamasco.

 

LA RICETTA DI SEMI
Ecco il mix che Silvia Lorenzi prende ogni mattina.
È composto da semi di chia, sesamo, girasole, zucca, lino, papavero, con canapa decorticata, miglio, goji, noci, uvette, mirtilli rossi disidratati, cannella,
polline d’api.

Il benessere fisico ha sicuramente una parte fondamentale nella cura della voce, immagino.

Una premessa: ho cambiato il mio stile di vita dopo una malattia importante, una decina di anni fa. Ho cercato un nuovo modo di stare in salute, un modo che ha dato moltissimo alla mia voce. Ho cominciato a correre, che significa muovere il corpo ma anche la mente, quindi è un nutrimento e uno scambio costante. Il balzo della corsa, in particolare, mi piace molto, perché ci permette di staccare tutti e due i piedi da terra nello stesso momento, muovendoci in avanti: è uno strumento potentissimo di rinnovamento della nostra mente, secondo me.

Fa altre attività fisiche?

Sì, capita. Total body, ad esempio. Non riesco più a non fare niente e la mia voce ne ha giovato tantissimo: il suono è diventato più morbido, più ricco, e ho più fiato grazie agli sport aerobici.

Veniamo alla dieta.

Mangio pochissima carne, tipo una volta ogni 15 giorni. E tutte le mattine prendo un mix di semi: ho fatto delle personalissime ricerche sulla salute e sul bisogno alimentare del corpo. Per me è un toccasana: credo mi garantisca una certa protezione da alcune malattie e anche una certa regolarità, che non guasta.

 

a cura di Claudio Gualdi