Il Tecnico di Neurofisiopatologia (TNFP) è un professionista dell’area tecnico -sanitaria che svolge la propria attività nell’ambito della diagnosi delle patologie del Sistema Nervoso Centrale o Periferico, applicando direttamente metodiche diagnostiche specifiche nel campo delle Neuroscienze. Queste metodiche sono principalmente conosciute come Elettroencefalografia (EEG), Elettromiografia (EMG), Tecniche Ultrasonografiche (Doppler). A queste sono strettamente correlate altre metodiche meno note, ma altrettanto importanti, come lo studio dei Potenziali Evocati, Tecniche di Monitoraggio Intraoperatorio o di registrazione nell’area critica (Terapia Intensiva ed Emergenza) e Studio del Sonno. Conosciamo meglio questa figura sanitaria con l’aiuto della dottoressa Nadia Bovina, Referente commissione d’albo TNFP.

Come si diventa tecnico di neurofisiopatologia oggi?

Per esercitare la professione di tecnico di Neurofisiopatologia, oggi, è necessaria una laurea triennale ottenibile frequentando un corso universitario di primo livello in Tecniche di Neurofisiopatologia presso le Facoltà di Medicina e Chirurgia. Tale laurea è abilitante all’esercizio della professione unitamente all’iscrizione al rispettivo Albo Professionale (istituito nel 2019) che fa capo all’Ordine dei TSRM PSTRP. La laurea triennale dà accesso agli studi di secondo ciclo (laurea specialistica/magistrale) e master universitari di primo livello.

Dove è possibile frequentare il corso di studi vicino a Bergamo?

In Lombardia attualmente sono solo due le Università in cui è possibile seguire il percorso formativo. L’Università degli studi di Milano, con sede al policlinico di Milano e l’Università degli studi di Pavia, con sede all’istituto Mondino. Il percorso formativo prevede, oltre alle lezioni teoriche, anche una formazione pratica con tirocinio di ben 500 ore annue di frequenza presso un’Unità di Neurofisiopatologia accreditata, fin dal primo anno di corso. Da quest’anno anche l’Ospedale cittadino principale ha una convenzione formativa con l’Università di Milano ed è possibile effettuare il tirocinio formativo presso l’Ospedale Papa Giovanni XXIII. Per ragioni di complessità della struttura, tuttavia la frequenza è preferenzialmente riservata a studenti dal secondo anno in poi.

 

Questa professione
è nata per la necessità di avere una figura tecnica preparata
per l’osservazione di morte cerebrale nell’ottica del
trapianto di organi”

 

In quali contesti opera il Tecnico di Neurofisiopatologia?

I tecnici di Neurofisiopatologia svolgono la loro attività nelle ASL, nelle ASST e nelle Aziende Ospedaliere, negli Istituti di Ricerca, nei Centri di Riabilitazione, nelle Case di cura, Cliniche Private e Convenzionate, negli ambulatori polispecialistici, negli studi professionali individuali o associati e presso imprese industriali/commerciali di apparecchiature neurofisiologiche.

Quali sono le sue mansioni?

Il Tecnico di Neurofisiopatologia è responsabile dell’applicazione e dell’uso delle metodiche neurofisiologiche, della valutazione e delle interpretazioni che se ne ricavano e sulle quali, su richiesta, deve redigere un rapporto descrittivo sotto l’aspetto tecnico. Essendo in grado di gestire le complesse operazioni che stanno alla base dell’esecuzione dell’esame neurofisiologico ai fini diagnostici e/o di ricerca mette in atto tutti i comportamenti necessari all’ottimizzazione delle procedure di monitoraggio dei segnali bioelettrici con particolare attenzione al contesto e alla qualità degli strumenti utilizzati, quindi:

> gestisce l’ambiente di registrazione;
> applica strategie di riduzione delle interferenze ambientali;
> effettua la manutenzione dei dispositivi usati per il prelievo del segnale;
> verifica le soluzioni per migliorare il rilevamento dei segnali bioelettrici;
> verifica la qualità e l’efficienza degli strumenti pianificandone i controlli di qualità e di sicurezza, in collaborazione con l’ingegneria clinica;
> pianifica le fasi del processo di acquisizione del segnale gestendo l’acquisizione del segnale analogico-digitale;
> imposta e valuta i parametri di acquisizione ed eventualmente li modifica in corso d’opera;
> valuta la qualità e la quantità dei fenomeni biologici e bioelettrici;
> gestisce le registrazioni tramite sistemi audio-video sincronizzato al segnale bioelettrico per gli inquadramenti diagnostici;
> rileva le informazioni sullo stato di malattia dell’assistito;
> applica il protocollo assistenziale;
> rileva segni e sintomi della persona al momento della registrazione;
> supporta la persona prima, durante e dopo l’erogazione della prestazione;
> attua le manovre di stimolazione attivazione gestendone le eventuali complicazioni;
> collabora allo sviluppo dei piani integrati di assistenza con le altre figure professionali nell’ambito di percorsi diagnostico terapeutici.

 

A cura di Sara Carrara
con la collaborazione di Dott.ssa Nadia Bovina
Referente commissione d’albo TNFP
Bergamo