L’Accademia dello Sport per la solidarietà ha finora raccolto e distribuito in beneficenza 2 milioni e 700 mila euro.
Intervista al presidente Giovanni Licini e i nuovi progetti.

«Si dona ciò che c’è nel cuore. La beneficenza è un bene che ritorna». Niente sembra più scontato. In pochi anni infatti l’Accademia dello Sport per la Solidarietà ha raccolto 2 milioni e 700 euro che ha messo a disposizione degli ospedali, per ristrutturare case fatiscenti da dedicare a famiglie, e disabili, a tante associazioni, dagli amici dell’oncologia all’aiuto al neonato, alla segnaletica acustica in Bergamo per i non vedenti, alle persone Down, all’aiuto al mondo della disabilità in ogni sua forma per avvicinare allo sport e alla musica. Soldi che arrivano dai tornei di golf e di tennis e da tanti sostenitori da tutta Italia. Il deus ex machina è da anni Giovanni Licini, 71 anni, ex bancario, che ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti (è Ufficiale al merito della Repubblica, “Rosa Camuna”, il più importante premio della Regione Lombardia, benemerenza civica del Comune di Bergamo, della Provincia e cittadino benemerito di Scanzorosciate dove abita).

Lo incontriamo nella sede dell’Associazione dello Sport per la Solidarietà alla Casa dello Sport in via Gleno. Non sta fermo, è un vulcano di idee. Adesso sta mettendo a punto le nuove realizzazioni per il 2022: dopo aver arredato l’appartamento per l’Aipd a Pedrengo, ora ne sarà fatto un altro con le stesse caratteristiche in via Paleocapa a Bergamo, dove i ragazzi con sindrome di Down, assistiti da personale specializzato, impareranno a gestire la propria vita in modo autonomo. Un’altra iniziativa è con l’Anmic per arredare vari appartamenti in provincia per facilitare l’arrivo di persone con disabilità a Bergamo per la Capitale della Cultura 2023 insieme con Brescia, e ancora con l’Aeper a Scanzorosciate per ristrutturare un vecchio immobile che darà ospitalità a 45 ragazzi sfortunati e negozi di pasticceria e di panetteria. E non è tutto. Entro il prossimo settembre saranno pronti quattro campi da tennis (due coperti) e 3 campi di padel nella zona della Cittadella dello Sport di via Gleno. «Dovranno essere un centro di aggregazione per anziani, famiglie, bambini e sportivi» ci dice Licini. «Un polmone sportivo pubblico con tariffe contenute, un complesso sportivo pubblico come pochi in Italia».

Ma il vulcanico Licini sta pensando anche alle premiazioni per il 2022. La targa va a 13 medici degli ospedali bergamaschi con la dedica “La tua grande professionalità a servizio della nostra gente”, che ricorda la battaglia contro il Covid 2019 che ha visto l’Accademia dello Sport per la Solidarietà ancora in prima linea. Ed è un ricordo pieno di problemi risolti e di speranze quello che fa il Presidente.

«Gli ospedali cominciavano a intasarsi e come Accademia eravamo inermi davanti a questa situazione più grande di noi. L’Ospedale di Seriate era in grande difficoltà e il dottor Gianluigi Patelli, a capo della radiologia, mi ha telefonato per segnalare che una Tac non bastava per esaminare tutti i pazienti, dato che servivano 40 minuti per sanificare la strumentazione. Mi sono subito attivato e ho scoperto che in Europa c’erano due tac mobili, una in Germania e l’altra in Olanda. Nei Paesi Bassi non c’era ancora la pandemia e si sono resi disponibili per affittarla. Servivano 80 mila euro al mese e con poche telefonate ai nostri imprenditori Beppe Panseri, Claudio Bombardieri e Giuseppe Mazza siamo riusciti a portarla nella Bergamasca. Quando è arrivato il tir ci ha riempito il cuore e nell’aria c’era tanta commozione, perché rappresentava un raggio di sole condito da tanta speranza, capace di penetrare il buio nel quale era caduta la nostra provincia».

I ricordi sono tanti e affiorano uno dopo l’altro. «Esattamente due anni fa ci siamo ritrovati a vivere un vero e proprio incubo con ospedali al collasso e carenza di dispositivi. Mancavano mascherine, camici e disinfettanti, ma anche tamponi e reagenti. C’era una rincorsa su tutto e il personale ospedaliero era allo stremo. Medici e infermieri non hanno mai perso la forza nell’aiutare il prossimo e ognuno ha dato tutto se stesso per gli altri. Non c’era tempo per lo sconforto o per pensare, perché bisognava reagire velocemente. Non nascondo che più di una volta mi sono scese le lacrime, ma l’Accademia è sempre stata presente. Anche quando all’Ospedale di Seriate mancava l’ossigeno e in sole 36 ore, grazie al nostro amico imprenditore Roberto Paratico siamo riusciti a potenziare l’impianto salvando numerose vite umane. Ho ricevuto numerose riconoscenze, ma l’orgoglio più importante è stato aiutare tanta gente, un traguardo che condivido con tutta la mia famiglia e con l’Accademia. Ognuno di noi è stato un anello fondamentale per costruire una catena forte e resistente, indispensabile per arginare l’avanzata del Covid sul nostro territorio».

L’Accademia si è attivata anche per recuperare alcuni farmaci indispensabili per la cura dei pazienti, come il Curaro. «Un venerdì sera mi ha chiamato il direttore dell’ospedale di Seriate perché mancava questo medicinale, indispensabile per sedare le persone. Mi sono subito attivato e ho trovato due aziende, una in Emilia e l’altra a Cenate Sotto. Ho contattato l’imprenditore Aldo Angeletti che in breve tempo ha fatto pervenire alla struttura sanitaria tutte le scorte che aveva in magazzino. Scherzo del destino, dopo poche ore mi ha chiamato il fratello per avvisarmi che l’imprenditore era stato portato a Seriate a causa del Covid e per la sua guarigione è servito proprio il farmaco che aveva appena donato.

Sempre a marzo al Papa Giovanni XXIII avevano sperimentato un farmaco che aveva grande valenza per la guarigione di persone colpite gravemente da Covid-19 e pertanto il direttore dell’Asst Bergamo Est Francesco Locati mi aveva chiesto la possibilità di averne alcune dosi a disposizione. Dopo avere interpellato l’Unione Industriali per individuare il titolare di questa azienda e non avendo avuto informazioni utili mi sono ricordato che anni prima giocavo a tennis con un dipendente di questa casa farmaceutica, che per caso ho scoperto essere attualmente il suo amministratore delegato. Lo stesso ha sentito la casa madre ed è riuscito a soddisfare la mia richiesta. La sera stessa il dottor Locati mi chiamava ringraziandomi perché cinque fiale di questi prodotti erano state recapitate al Bolognini di Seriate. E poi c’erano anche le case di riposo, che sono state duramente colpite dalla pandemia. A Leffe eravamo in contatto con la direttrice sanitaria, la quale mi aveva comunicato che stavano finendo le bombole di ossigeno. Poi gli hub di Clusone e Rogno e l’Ospedale degli Alpini».

E pensare che tutto è nato nel lontano 1976 con il primo torneo di tennis al quale parteciparono sul campetto di Lallio 16 giocatori come Giacinto Facchetti, Miro Radici, Fausto Radici, Angelo Domenghini, Fred Bongusto, Mario Consonni, Franco Baracchi, Hasse Jeppson e altri. Oggi sono almeno 350 a contenersi la palma del migliore e a fare offerte per l’Accademia dello Sport per la Solidarietà che aiuta tante persone senza chiedere nulla. E forse è proprio vero: la beneficenza è un bene che ritorna, soprattutto se ce l’hai nel cuore. 

A cura di lucio Buonanno