Si chiama “tosse dei canili” perché si contrae più facilmente nei canili, ma anche frequentando luoghi chiusi affollati come asili per cani, mostre e competizioni canine, pensioni per animali. Molto diffusa e contagiosa, questa malattia respiratoria può essere provocata da molteplici agenti infettivi virali o batterici. L’arma più efficace per contrastarla? La vaccinazione. Come ci spiega il dottor Stefano Cattaneo, medico veterinario.

Dottor Cattaneo, quali sono le cause di questa malattia e come si manifesta?
La tosse dei canili, o tracheobronchite infettiva, è un’infiammazione della trachea e dell’albero bronchiale che può essere causata da virus (adenovirus, virus parainfluenzale) oppure da batteri (Bordetella bronchiseptica). È caratterizzata da sintomi respiratori, in genere tosse forte secca con un suono particolare tipo “clacson”.

Ma può essere pericolosa?
La malattia, che spesso persiste per diverse settimane, raramente evolve in modo grave, tranne nei cani con un sistema immunitario immaturo (i cuccioli) o debole, nei quali può evolvere a polmonite.

Qual è il protocollo vaccinale per proteggere i nostri amici a quattro zampe dalla malattia?
Essendo gli agenti della tosse dei canili molteplici non esiste un protocollo vaccinale che possa prevenire in modo completo questa malattia. Per i patogeni tradizionalmente associati alle malattie infettive respiratorie, ovvero il virus della parainfluenza, l’adenovirus canino tipo 2 e la Bordetella bronchiseptica, sono disponibili diversi vaccini in varie formulazioni. In Europa circolano però alcuni patogeni emergenti e abbastanza diffusi, in particolare il coronavirus respiratorio canino e il pneumavirus canino, per cui non esistono vaccini e che spiegano la persistenza della patologia anche nei cani vaccinati. In generale, comunque, la vaccinazione ha portato a un buon controllo delle forme legate all’adenovirus 2 e a una marcata riduzione della sua prevalenza, ha abbassato la gravità di queste forme respiratorie e ha ridotto l’uso di antibiotici. Quest’ultimo aspetto potrebbe sembrare secondario, ma è in realtà rilevantissimo anche per la salute umana. L’antibioticoresistenza è determinata dall’uso eccessivo e a volte inappropriato degli antibiotici che porta certi batteri a diventare resistenti a molecole di largo uso. Per questo motivo è necessario continuare a sviluppare nuovi antibiotici.

Ma tutti i cani dovrebbero sottoporsi al vaccino in via preventiva?
I protocolli vaccinali, sulla base di linee guida internazionali, prevedono la somministrazione di vaccini importanti per tutti (core) e vaccini modulati in base alle condizioni di vita e i rischi effettivi di contagio dei singoli (no core). Nel caso dei vaccini legati alla tosse dei canili è considerato essenziale il vaccino contro l’adenovirus canino tipo 2, diffusamente utilizzato da tutti i medici veterinari. Sono invece considerati da modulare in base all’esposizione al rischio di infezione la vaccinazione per il virus della parainfluenza e per la Bordetella bronchiseptica. In particolar vengono considerati a rischio:
> cani che vivono in canili, in allevamenti, in negozi per animali;
> cani che frequentano asili per cani o portati in gruppo da dog sitter;
> cani che frequentano parchi per cani, toelettature o che interagiscono quotidianamente con altri cani;
> cani che vengano portati anche temporaneamente in pensione;
> cani che partecipano a mostre o a competizioni canine.

Il vaccino per la parainfluenza canina è importante in questi cani perché il virus interferisce con le difese immunitarie innate e distrugge le ciglia epiteliali deputate a tenere libere le vie respiratorie, per cui agisce in sinergia con gli altri agenti infettivi e può far evolvere la malattia respiratoria in forma più grave. Il vaccino per la Bordetella bronchiseptica è invece importante per la sua diffusione (è un normale “commensale” della flora batterica nasale) e perché può complicare le forme respiratorie provocate dai virus e quindi più frequentemente richiede l’uso di antibiotici. Inoltre nella letteratura medica è riportata una preponderanza di polmoniti da Bordetella in persone immunocompromesse a contatto con animali da compagnia, per cui la prevenzione, essendo una zoonosi (malattia che può essere trasmessa direttamente o indirettamente tra gli animali e l’uomo), ha un ruolo anche nella tutela della salute umana. Le linee guida ne raccomandano la somministrazione intranasale o orale rispetto alla somministrazione parenterale (iniezione, meno efficace nel ridurre i sintomi); gli effetti collaterali sono minimi (starnuti, scolo nasale, tosse) e la protezione offerta dal vaccino è efficace già da 3 settimane dopo la somministrazione. 

A cura di Elena Buonanno
Dott. Stefano Cattaneo 
Medico Veterinario
Specialista in Sanità Pubblica Veterinaria
Libero professionista presso Ambulatorio Veterinario Città di Albino