Nato nel 2014 da un’idea dell’associazione Farmaciste Insieme in collaborazione con Federfarma, il Progetto Mimosa rappresenta oggi una delle più importanti campagne di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, particolarmente cruciale in questo periodo di pandemia.

Le donne vittime di violenza in Italia sono 7 milioni, ma la situazione è peggiorata con l’emergenza Covid: secondo i dati dell’Osservatorio Regionale Antiviolenza, nel periodo marzo-giugno 2020 la Lombardia è stata la regione italiana con il maggior numero di chiamate pervenute all’help line antiviolenza 1522 (13,4% del totale a livello nazionale), registrando un +118,8% rispetto allo stesso periodo del 2019.

Un fenomeno trasversale, che si verifica a prescindere da età, classe sociale, istruzione, nazionalità e non riguarda solo la violenza fisica o sessuale, ma anche quella psicologica ed economica. Secondo l’ONU, infatti, si definisce violenza “qualsiasi atto che provoca o può provocare danno fisico, sessuale o psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione e la depravazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica sia privata.”

Il Progetto Mimosa ha una forte valenza sociale, soprattutto nel perdurare dell’emergenza legata alla pandemia che spesso ha limitato, per le donne vittime di violenza domestica, la possibilità di chiedere aiuto all’esterno a causa di tutte le restrizioni in atto sugli spostamenti.

La mascherina 1522
A settembre 2021 una giovane di 17 anni ha chiesto in una farmacia di Oristano “Vorrei una mascherina 1522…”. La farmacista ha subito afferrato la frase in codice e ha raccolto nel retro della farmacia la confessione della ragazza su una situazione di violenza da parte di un amico di famiglia. Attivate le forze dell’ordine la vicenda si è conclusa con l’arresto dell’uomo per violenza sessuale su minore.

L’adesione a questa campagna rappresenta per le farmacie un’ulteriore occasione per confermare il proprio ruolo come primo presidio sanitario territoriale. Grazie alla capillarità diffusa ovunque, anche nei piccoli paesi, le farmacie sono molto spesso il primo punto di informazione a cui le donne si rivolgono per avere supporto, anche psicologico. Chi subisce questo tipo di trauma, ha difficoltà non solo a sporgere denuncia, ma anche semplicemente a parlarne con qualcuno. Il ruolo del farmacista, grazie e attraverso il Progetto Mimosa, è proprio dare a tutte le donne che hanno subito violenza fisica, psicologica o economica, l’aiuto necessario per infrangere la solitudine che le imprigiona tra le mura domestiche, informandole su cosa sia la violenza e su quali siano gli strumenti per liberarsene, dando loro supporto morale e indirizzandole verso sociologi, psicologi, avvocati e centri specializzati contro la violenza.

Nel 2021 il progetto ha potuto contare sulla collaborazione della fondazione Vodafone Italia, che ha creato Bright Sky, un’app informativa che offre risorse, supporto e strumenti concreti alle donne vittime di violenza domestica e maltrattamenti. L’app è scaricabile gratuitamente e può essere utilizzata anche da parenti, amici, colleghi di lavoro, associazioni e da tutti coloro che sono vicini a donne maltrattate. Il QR code per scaricare l’app è presente su tutte le locandine e le brochure informatiche che sono state distribuite nelle circa 19.000 farmacie in Italia.

Questa particolare attenzione delle farmacie anche su problematiche sociali s’innesta in un contesto di farmacia dei servizi che vede ampliare sempre più le competenze di questi presidi territoriali. L’obiettivo è quello di offrire professionalità e vicinanza a tutte le persone in difficoltà che riconoscono il farmacista non solo come professionista sanitario, ma anche e soprattutto come “amico” e punto di rifermento. 

A cura della dottoressa dott.ssa Beatrice Granata
Farmacista
Gruppo Piusalute srl e Agifar Bergamo