Russamento abituale, insonnia o narcolessia, bruxismo. Sono questi alcuni dei casi in cui può essere utile una polisonnografia, esame di semplice esecuzione, non invasivo, che consente di registrare l’attività cardio-respiratoria e, in alcuni casi, l’attività neurologica durante il sonno. Come ci spiega il dottor Alberto Lerario, neurologo.

Dottor Lerario, in cosa consiste l’esame e cosa registra in particolare?
La polisonnografia viene effettuata attraverso l’utilizzo di appositi sensori:
> una fascia toracica per rilevare i movimenti di espansione del torace;
> una fascia addominale per rilevare i movimenti dei muscoli addominali;
> un pulsossimetro posizionato a un dito della mano per rilevare la saturazione periferica e la frequenza cardiaca;
> una cannula nasale per rilevare il flusso respiratorio;
> un sensore per il russamento;
> un sensore di posizione che permette di rilevare la posizione corporea assunta dal paziente durante il sonno;
> elettrodi posizionati sulla cute del capo che permettono di rilevare l’attività cerebrale (parametro rilevabile solo in caso di polisonnografia notturna neurologica).

Il numero e la tipologia di segnali che viene studiata durante la polisonnografia varia a seconda del disturbo del sonno che si vuole valutare. Lo strumento utilizzato per la registrazione di tali parametri è un apparecchio computerizzato, chiamato polisonnigrafo.

Come si svolge?
L’esame avviene preferibilmente in ambito domiciliare in modo da riprodurre il sonno nelle condizioni più abituali. La persona viene solitamente invitata a indossare vestiti comodi e larghi, i sensori sono applicati sopra una maglietta intima e vengono collegati all’apparecchio tramite dei cavi abbastanza lunghi da consentirgli di muoversi normalmente nel letto. Qualora ci sia l’indicazione a effettuare l’esame in regime ospedaliero la stanza in cui si svolge il test è una stanza appositamente attrezzata per le registrazioni polisonnografiche che solitamente comprendono anche riprese video. L’esame di polisonnografia viene ripetuto nel caso in cui la registrazione sia inferiore alle 4 ore, se la saturazione non è stata rilevata oppure, se alcuni parametri tra flusso nasale e movimento del torace e movimento dell’addome non sono ben visibili.

Quanto dura?
La persona si deve presentare in ambulatorio il pomeriggio prima della notte in esame. Gli viene posizionata tutta l’apparecchiatura e programmata per iniziare la registrazione a partire dal momento dell’addormentamento abituale per poi proseguire per tutta la notte. La mattina successiva la persona tornerà in ambulatorio per la rimozione dello strumento.

C’è una preparazione particolare?
Si sconsiglia il consumo di sostanze eccitanti, quali caffè o sostanze stupefacenti che possono inficiare il sonno fisiologico o la fase di addormentamento. Si può invece continuare ad assumere terapie eventualmente in atto. È opportuno che dopo l’applicazione del polisonnigrafo non si svolgano attività fisiche pesanti né faccia bagni o docce fino alla mattina seguente.

Quali sono le indicazioni a farlo?
La polisonnografia permette di rilevare la presenza e di quantificare il deficit di sonno o l’eccesso di sonno, registra i disturbi del sonno correlati con malattie di carattere internistico-respiratorio. In particolare viene svolta in caso di sospetto di:
> Disturbi Respiratori nel sonno: russamento abituale, apnee notturne ostruttive (Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno – OSAS);
> difficoltà di addormentamento e/o di risveglio: insonnia o narcolessia;
> comportamenti Involontari nel sonno: disturbo comportamentale del sonno REM (caratterizzati dall’attività motoria e vocalizzazione in coincidenza dei sogni), parasonnie del sonno NON-REM come sonnambulismo, l’enuresi, il sonniloquio e il bruxismo.

Quali fasce di età interessa?
È un test diagnostico a cui possono essere sottoposti soggetti di tutte le età. 

A cura di Giulia Sammarco
con la collaborazione del dott. Alberto Lerario
Specialista in Neurologia Centro Medico Santagostino - la tua salute