A differenza dello smog causato dall’inquinamento delle auto, delle caldaie e delle fabbriche, che possiamo percepire con l’olfatto e la vista, i campi elettromagnetici che costituiscono il cosiddetto “elettrosmog” passano inosservati ai nostri sensi. Parliamo di diversi tipi di onde elettromagnetiche come le microonde emesse da 4G/LTE, Wi-Fi, Bluetooth, cavi di alimentazione, smartphone etc. che appartengono al gruppo delle radiazioni non ionizzanti. Il fatto che non si percepiscano non significa che le radiazioni non interagiscano con gli organismi viventi.

La comunità scientifica è divisa in correnti di pensiero diverse su questa materia, ne è un esempio l’acceso dibattito degli ultimi mesi sulla diffusione del 5G. Non mancano tuttavia fonti autorevoli che mettono in guardia dai rischi per la salute associati all’elettrosmog. Tra queste una comunicazione dello IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) organo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che nel 2011 ha classificato i campi magnetici a radiofrequenza legati all’uso dei cellulari come possibili cancerogeni per l’uomo nel gruppo 2B, legandoli a un aumentato rischio di tumori maligni al cervello.

Chi sostiene la pericolosità di queste radiazioni suggerisce che alterino la comunicazione tra le cellule, di natura elettrica, provocando effetti “disinformativi” e distruttivi. Il cervello con la sua intensa attività elettrica che interessa trilioni di “link” sarebbe uno degli organi più vulnerabili. Si ipotizza che l’esposizione ripetuta alle radiofrequenze possa indurre alterazioni ad esempio alla capacità di rigenerazione e guarigione dei tessuti e causare stanchezza, mal di testa, acufeni, disordini del sonno, problemi digestivi, nervosismo. Potrebbe inoltre contribuire all’instaurarsi di condizioni patologiche come l’ipertensione, l’ictus, il diabete, le allergie, disturbi circolatori, Morbo di Alzheimer, malfunzionamento degli organi riproduttivi. Come proteggersi quindi? La risposta più ovvia sarebbe quella di evitare l’esposizione a queste radiazioni, ma la maggior parte di noi vive in aree urbane dove, anche prendendo alcune precauzioni (come non tenere il cellulare in carica sul comodino, usare gli auricolari etc.), non è possibile sottrarsi all’elettrosmog.

«Per la mia Farmacia ho selezionato una linea di prodotti di produzione svizzera della RayGuard®, che possono proteggerci proprio come un “firewall” dai rischi di cui abbiamo parlato. Questi prodotti utilizzano una sperimentata miscela di minerali e metalli, finemente macinati e combinati insieme a una particolare spirale metallica. La miscela è stata studiata per coprire una banda di frequenze la più ampia possibile. Questi prodotti si possono usare per neutralizzare anche le cosiddette “geopatie”, causate da certe caratteristiche dell’ambiente naturale e non da dispositivi costruiti dall’uomo» spiega il dottor Maurizio Ugo Rodriguez, titolare della Farmacia San Nicolò e Presidente A.I.K.I. - Associazione Istruttori Kinesiologia Italiana. «I prodotti Ray Guard® hanno dimensioni diverse in funzione della superficie o area da proteggere, non hanno data di scadenza in quanto i minerali che li compongono non si deteriorano nell’uso. Si possono utilizzare in camera da letto, soggiorno, uffici, sale espositive e riunioni. L’abbattimento dell’inquinamento elettromagnetico non impedisce agli apparecchi elettronici di funzionare normalmente. Soprattutto se l’area è grande si suggerisce di posizionare il Ray Guard® quanto più vicino alle persone» consiglia il farmacista.

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