La filariosi è una malattia parassitaria che colpisce soprattutto i cani (di rado i gatti e gli altri animali domestici) con conseguenze che possono essere letali. La stagione calda è il periodo più a rischio e quello, quindi, in cui è importante non solo riconoscerla tempestivamente ma soprattutto prevenirla. Come? Lo abbiamo chiesto alla dottoressa Francesca Bosio, medico veterinario.

Dottoressa Bosio, qual è la causa di questa malattia?
La filariosi cardiopolmonare (o filaria) è una malattia trasmessa da un parassita della famiglia dei nematodi chiamato Dirofilaria Immitis (verme tondo con lunghezza variabile tra i 12, nel maschio, e i 32 cm nella femmina). L’ospite intermedio che veicola il parassita sono le zanzare del genere culex o aedes (zanzara tigre) mentre l’ospite definitivo è solitamente il cane, in maniera minore il gatto, furetto, volpi etc.

Come si contrae?
Le zanzare pungono un animale infetto, ovvero portatore delle forme parassitarie adulte, e così facendo prelevano dal sangue le larve delle filarie (stadio L1). All’interno della zanzara, nell’arco di circa sette giorni, le larve maturano dallo stadio L1 alle stadio L2 e successivamente allo stadio L3 che rappresenta la forma infettante. Le larve, poi, migrano nella bocca della zanzara che così, al successivo pasto di sangue, le trasmetterà a un altro cane infettandolo. Inizialmente le larve si annidano nella cute, ma poi “entrano” nei capillari dove evolvono allo stadio larvale 4 e successivamente (160 giorni circa) allo stadio 5. Nei due mesi dopo, attraverso il sangue, raggiungono il cuore e le arterie polmonari del cane.

Le zone e il periodo più a rischio
Fino a qualche anno fa la filaria era considerata una patologia diffusa solo nelle zone centro-settentrionali. Ad oggi, invece, si sta rapidamente diffondendo in tutto il Paese. Nuovi focolai di questa malattia nascono in aree non endemiche a causa del cambiamento climatico e di una maggiore predisposizione a viaggiare delle famiglie con il proprio cane, che ha portato a una maggior diffusione del vettore. Il periodo di maggior pericolo è quello in cui sono attive le zanzare, indicativamente da marzo a novembre con un picco nei mesi estivi.

Quali sono i sintomi con cui si manifesta la malattia?
I sintomi della filariosi del cane possono essere estremamente vari a seconda dello stadio della malattia e del grado di infestazione. Si distinguono, per gravità, quattro classi sintomatiche:
> filaria in forma subclinica, diagnosticata solo tramite test di laboratorio effettuati come screening prima della profilassi preventiva, senza sintomi;
> filaria in forma moderata, in cui il cane può manifestare sintomi aspecifici che vanno da affaticamento e calo di peso fino a soffio cardiaco e difficoltà respiratoria;
> filaria in forma grave: le Dirofilarie causano lesioni cardiocircolatorie che portano a un’insufficienza cardiaca; le filarie diventano così grandi e numerose che possono andare anche a ostruire la vena cava portando l’animale alla morte.

Ma è possibile prevenirla?
Assolutamente sì, con una corretta profilassi farmacologica. La prevenzione può essere iniziata a partire dalle sei settimane di vita nel cucciolo e dovrebbe prevedere innanzitutto l’esecuzione di un test ematico in ambulatorio in grado di identificare gli antigeni prodotti dalle femmine adulte di filaria per verificare che il cane non abbia già contratto la malattia prima della somministrazione del farmaco. Il test è necessario quando non si è in regola con la profilassi annuale o non si è sicuri di aver effettuato sempre in modo corretto la profilassi in passato. Esistono diverse soluzioni:
> una singola iniezione sottocutanea che, effettuata dal veterinario a inizio stagione, protegge il cane per tutto l’anno;
> compresse da somministrare per via orale una volta al mese per tutto il periodo in cui sono presenti le zanzare;
> prodotti spot-on da applicare sulla cute del dorso una volta al mese per tutto il periodo in cui sono presenti le zanzare.

La scelta tra le tre opzioni deve essere valutata insieme al proprio veterinario sulla base di diversi fattori che riguardano sia le condizioni cliniche dell’animale sia il livello di compliance da parte del padrone.

A cura di Viola Compostella
dott.ssa Francesca Bosio
Medico Veterinario
Clinica Veterinaria Villa Francesca Seriate