Prevenire e contrastare ogni forma di violenza contro le donne sia in ambito familiare sia sociale. È questo lo scopo del Centro Antiviolenza dell’Associazione Aiuto Donna Uscire dalla violenza Onlus, operativo in Bergamo e Provincia dal 1999. «L’Associazione è nata all’interno del Consiglio delle Donne del Comune di Bergamo, un organismo a partecipazione femminile istituito dal Consiglio Comunale nel 1996, in cui operava una commissione che si occupava espressamente del disagio femminile. Da un’indagine svolta emerse la necessità di affrontare con strumenti adeguati la violenza a danno delle donne, un problema tanto diffuso quanto sommerso» ricorda la presidente Oliana Maccarini. Lo dimostrano i dati attuali: le donne della città e Provincia che si sono rivolte al Centro Antiviolenza Aiuto Donna di Bergamo sono state 283 nel 2017 e 318 nel 2018, mentre altre 100 hanno preso contatti telefonici. Oltre 60% sono italiane, la maggioranza con figli minori, senza reddito il 40% (questo dato incide molto sulle possibilità concreta di uscire dalla situazione in cui si trova). I maltrattamenti sono fisici, psicologici, economici e sessuali, ma sono in aumento anche i casi di stalking (circa il 6%). Solo il 40% delle donne denuncia, rivolgendosi a forze dell’ordine o ospedali, quando avverte il pericolo di vita per sé e i propri figli. L’autore della violenza è il marito nel 45% dei casi, a seguire conviventi, ex marito o partner; di nazionalità italiana 63%, con una condizione economica medio alta; nel 38% dei casi non presenta problemi specifici e solo il 22% fa uso di sostanze, compaiono problemi psichici e precedenti penali.

A quali principi vi ispirate?
I principi fondanti sono:
> riservatezza, segretezza e anonimato;
> uguaglianza a prescindere dalla provenienza, età, nazionalità, religione, orientamento sessuale, stato civile e condizione economica;
> gratuità e centralità della donna, in nessun caso il Centro Antiviolenza si sostituisce a essa, ogni decisione viene presa in piena libertà.

Come si compone l’équipe?
Comprende operatrici dell’accoglienza, psicologhe e psicoterapeute, educatrici professionali, avvocate in ambito civile e penale, consulenti per l’orientamento al lavoro, etnoclinica e mediatrici linguistico culturali. Quando indicato le professioniste consulenti del Centro Antiviolenza attivano incontri d’équipe, eventualmente anche con l’operatore del Servizio Sociale di competenza se coinvolto.

Quali servizi offrite alle donne?
Nel rispetto della metodologia del Centro Antiviolenza, che si basa sull’accesso spontaneo delle donne (di maggiore età), sulla loro accoglienza e affiancamento durante il percorso di uscita dalla violenza, offriamo:
> ascolto telefonico svolto da operatrici appositamente formate per accogliere la richiesta della donna, raccogliere informazioni e fissare se richiesto il primo colloquio in sede;
> colloquio/i di accoglienza in sede con due operatrici, formate sul tema della violenza di genere, che cercano di comprendere la situazione, aiutare la donna a fare chiarezza rispetto a ciò che vive e costruire insieme a lei un possibile progetto di uscita dalla violenza;
> valutazione del rischio attraverso lo strumento S.A.R.A. S.-Screening (Spousal Assault Risk Assessment) che valuta il rischio di recidiva nei casi di violenza interpersonale tra partner;
> consulenza psicologica, che generalmente prevede tre colloqui per ridurre la probabile confusione, riconoscere vissuti, stati d’animo, paure, e per evidenziare eventuali collegamenti tra esperienze pregresse (anche precoci) e modalità relazionali attuali;
> sostegno psicologico, proposto su valutazione della psicologa o dell’équipe e costituito da un pacchetto di 10 colloqui svolto all’interno del Centro;
> gruppi di auto-aiuto, uno spazio di confronto e condivisione della propria esperienza con altre donne;
> consulenza legale, con legali iscritte all’Albo del gratuito patrocinio che permette alla donna di informarsi sulla sua posizione, sui possibili scenari che potrebbero aprirsi (ad esempio una richiesta di separazione, un’eventuale denuncia e tutto ciò che potrebbe coinvolgere lei e i figli a livello legale);
> counseling individuale, per iniziare a costruire una relazione di fiducia necessaria per intraprendere percorsi di emancipazione complessi;
> sportello stalking, che attraverso operatrici dell’accoglienza e consulenti offre un servizio specifico per donne vittime di stalking;
> consulenza etnoclinica, mediazione linguistico culturale per le donne di origine straniera;
> orientamento al lavoro per le donne disoccupate;
> collaborazione con il Servizio Sociale di competenza se questo è stato coinvolto.

Inoltre abbiamo creato il Progetto Sosteniamole: una raccolta fondi a sostegno delle donne che necessitano di beni di prima necessità nel primo periodo di autonomia.

VIVAVITTORIA BERGAMO
In Piazza Vecchia a Bergamo Alta il 23 e 24 novembre 2019, in occasione della Giornata Mondiale contro la violenza sulle donne, sarà visibile una grande opera di condivisione e solidarietà, una immensa coperta fatta di quadrati colorati lavorati a maglia o uncinetto da volontari. Il progetto, a cui abbiamo dedicato un articolo sul numero luglio-agosto di Bergamo Salute, è denominato VivaVittoria Bergamo ed è stato promosso dal Club dei Punti del Circolo Culturale Minardi. Le coperte esposte saranno oggetto di una raccolta fondi contro la violenza sulle donne a sostegno di Aiuto Donna.

Associazione Aiuto Donna - Uscire dalla Violenza
Via San Lazzaro 3, Bergamo (BG), Tel. 035 212 933
www.aiutodonna.it
Codice Fiscale 95107700163
IBAN: IT 70 I 05428 11101 0000 000 98722

a cura di Lella Fonseca