Creare una nuova figura tecnica in grado di valutare l’impatto delle nuove tecnologie in ambito medico, con un occhio particolare alla cronicizzazione delle malattie, e gestire l’innovazione di processo che le accompagna. Questo è l’obbiettivo del corso di Laurea Triennale in “Ingegneria della Tecnologie per la Salute”, attivato nel 2015 dall’Università di Bergamo e completato con il corso di Laurea Magistrale internazionale in Engineering and Management for Health. «L’istituzione di questi corsi risponde alla sfida della società moderna che necessita sempre di più di cura e prevenzione delle malattie in una popolazione sempre più anziana» spiega il professor Andrea Remuzzi, Presidente del Consiglio del Corso di Studio in Ingegneria per la Salute dell’Università degli Studi di Bergamo. «Il notevole aumento dell’aspettativa di vita degli ultimi decenni a sua volta comporta un impegno sociale nel sostenere attività mediche sempre più impegnative e in larga parte legate alle malattie croniche e alle loro complicanze».

Alla luce di queste evoluzioni, quale valore aggiunto può offrire una figura di questo tipo, tecnico-ingegneristico,in un ambito come quello medico?
Attualmente le cure mediche e l’assistenza assorbono una parte molto considerevole delle risorse pubbliche, con un continuo aumento delle attività cliniche e dei costi a esse associati. Al tempo stesso si assiste allo sviluppo, frutto della ricerca scientifica, di nuove tecnologie che permettono di rendere le attività cliniche più efficaci e automatizzate. Il loro utilizzo richiede però che i medici e il personale sanitario siano assistiti nell’utilizzo delle nuove tecnologie, per non togliere tempo ai loro compiti e sfruttarle nel migliore dei modi. È necessario quindi che siano affiancati da tecnici in grado di produrre, organizzare e gestire questi nuovi strumenti attraverso i quali vengono effettuate indagini diagnostiche sempre più sofisticate, interventi chirurgici di precisione, analisi di laboratorio che includono la genetica, elaborazione di dati clinici ormai completamente informatizzati e immagini digitali elaborate con tecniche di intelligenza artificiale. Sarà quindi possibile sostenere gli alti costi implicati in queste attività solamente organizzando in modo efficiente i servizi e le tecnologie sempre più presenti nel settore medicale. I laureati di questi corsi sono tecnici in grado di affrontare le tematiche tecnologiche relative ai processi sanitari, dalla progettazione alla gestione delle tecnologie biomediche, e della relativa strumentazione. Hanno una formazione ingegneristica ma al tempo stesso conoscono le problematiche relative alle condizioni patologiche, gli strumenti diagnostici e i dispositivi medici impiegati nella clinica e nella prevenzione. La formazione, in particolare nel Corso di Laurea Magistrale, in aggiunta alle basi ingegneristiche e alla conoscenza delle tecnologie biomediche, è accompagnata dalle conoscenze dei principi su cui si basa la gestione dei processi e dell’innovazione. Il settore medicale è infatti quello in cui si registrano più brevetti, sia a livello mondiale sia nel nostro paese. Questi laureati sono inoltre in grado di verificare il rispetto delle normative e delle regolamentazioni relative alla produzione e all’utilizzo in sicurezza dei dispositivi medicali e della diagnostica.

Che tipo di materie si studiano durante il corso di laurea?
Questi corsi, come già accennato, sono stati progettati per formare ingegneri che hanno conoscenze di base di matematica, fisica e chimica insieme a conoscenze ingegneristiche nell’ambito della meccanica, dell’elettronica e dell’informatica. Completano la serie degli insegnamenti quelli del settore biomedicale dell’ingegneria. Sono però anche formati nel campo medico/biologico. La formazione ingegneristica infatti è integrata con conoscenze di biologia, anatomia, fisiopatologia, psicologia e di tematiche sociali legate all’impiego delle nuove tecnologie in medicina. Una parte fondamentale del corso della laurea triennale è costituita da un tirocinio formativo obbligatorio svolto presso Ospedali, pubblici e privati e Centri di Ricerca del territorio che già collaborano con l’Università di Bergamo, nonché presso industrie del settore medicale. Nell’ambito della Laurea Magistrale sono invece previsti dei laboratori progettuali nei quali gli studenti svolgono progetti in gruppo finalizzati allo sviluppo e all’applicazione di tecnologie innovative per risolvere problemi emergenti dalle necessità delle attività cliniche, della riabilitazione e dell’assistenza. I laboratori progettuali sono anche dedicati allo sviluppo di progetti relativi all’organizzazione e alla gestione dei servizi sanitari e delle tecnologie medicali.

Quali sbocchi professionali offre? 
Il corso di Laurea Triennale e quello Magistrale permettono di acquisire conoscenze e competenze richieste per un’ampia gamma di ruoli nel settore industriale, nella ricerca biomedica, nonché della cura e dell’assistenza. Gli sbocchi professionali per questi laureati sono differenziati a seconda del livello. Quello Triennale, con sbocchi più applicativi, e quello Magistrale con sbocchi più tecnici e manageriali. Entrambi sono destinati nell’industria biomedicale, in laboratori di ricerca, in strutture ospedaliere, sia pubbliche sia private, e in centri di riabilitazione e assistenza. La preparazione fornita permette anche di affrontare l’attività libero professionale nel settore biomedicale e l’avviamento di attività professionali innovative in campo imprenditoriale, per esempio nell’ambito di nuove startup.

a cura di Viola Compostella
con la collaborazione del Prof. Andrea Remuzzi
Presidente Consiglio del Corso di Studio in Ingegneria per la Salute Scuola di Ingegneria Università degli Studi di Bergamo Dalmine