La vita ci mette continuamente davanti a tante sfide. Eventi inaspettati possono coglierci di sorpresa e mettere in discussione tutti i progetti che avevamo preventivato lasciandoci con il morale a terra. Ostacoli, prove, dolori inaspettati come malattie, lutti, abbandoni, separazioni o perdita dei nostri punti di riferimento, mettono a dura prova la nostra capacità di reagire. È facile abbattersi, isolarsi e lasciarsi andare. Invece ogni momento di crisi dell’esistenza nasconde in sé un’opportunità per evolversi e diventare più forti. Come ci spiega la dottoressa Enrica Des Dorides, psicologa e psicoterapeuta.
Dottoressa Des Dorides, come possiamo trasformare i momenti difficili in opportunità?
Il termine crisi deriva dal verbo greco kríno = separare e in senso più lato: discernere, valutare. Affinché una crisi possa portarci verso un cambiamento, è necessario adottare un atteggiamento propositivo. Bisogna fermarsi a riflettere per dare un senso agli eventi e comprendere che ogni momento no dell’esistenza può rappresentare un punto di svolta e di crescita personale importante, a volte una vera e propria rinascita. Si può imparare dall’esperienza e trovare la forza per ricominciare. Attraverso il dolore l’essere umano impara ad abbandonare gli attaccamenti, a capire che niente è nostro in questa vita e che prima o poi dovremo lasciarlo. Cominciamo a riflettere sulle cose che sono veramente importanti e diamo nuove priorità. Certo ci vuole tempo per riprendersi da un lutto e la persona cara ci manca. Ma se restiamo aggrappati al dolore rischiamo di immobilizzarci e non trovare una via di uscita. Possiamo sentire la persona ancora vicino e percepirla sempre con noi. Soprattutto i valori e gli insegnamenti sono il nostro tesoro interiore che nessuno può portarci via. Se ci sentiamo tristi o ci viene da piangere è giusto farlo e prendersi tutto il tempo di cui si ha bisogno per stare con se stessi. Questo non significa che dobbiamo isolarci completamente ma aprirci agli altri con i quali ci sentiamo in sintonia per condividere sentimenti profondi, confidare le nostre paure e trovare conforto.
Cosa accade alle nostre emozioni di fronte a una prova difficile da affrontare?
Quando un evento arriva all’improvviso e ci coglie impreparati potremmo sentirci disorientati. Ad esempio un licenziamento, l’abbandono del partner, il tradimento di un amico oppure un dissesto finanziario possono avere un forte impatto emotivo. All’inizio potremmo sperimentare sorpresa o shock. Non capiamo perché sta succedendo proprio a noi. Potremmo sperimentare una forte rabbia se pensiamo che non è giusto e pensiamo di non meritarcelo. A volte si può provare un vero e proprio senso di angoscia o di ansia perché ci si chiede come sarà il futuro e se riusciremo a farcela.
Quali sono gli errori da evitare in questi casi?
Non bisogna mai colpevolizzarsi per quello che è successo. Alcune frasi del tipo: “avrei potuto” oppure “avrei dovuto” o “se avessi fatto...” non sono utili per il nostro benessere. Non è possibile tornare indietro e intervenire sul passato. Possiamo però nel presente capire cosa si può fare. Aristotele diceva “Se c’è una soluzione perché ti preoccupi? Se non c’è una soluzione perché ti preoccupi?”. Fondamentalmente abbiamo solo due possibilità: accettare le cose che non possiamo cambiare oppure scegliere di cambiare quando possiamo farlo. Un errore tipico è quello di aspettarsi il peggio: “siccome mi è successo, vedrai che capiterà ancora”. Però non c’è nessuna prova che succederà ancora di rivivere la stessa esperienza spiacevole in futuro. Bisogna accogliere la paura come una parte di noi che è ancora in allarme ma che può essere governata riportandosi nel presente. C’è una domanda che aiuta a riequilibrarsi: “Cosa posso fare per stare bene, adesso?” Si tratta di allenarsi alla fiducia, alla speranza e all’ottimismo. Piccoli passi, giorno per giorno fino a che il cuore fa filtrare spiragli di gioia. Bisogna darsi il tempo di aspettare se stessi con amorevolezza e pazienza. Possiamo ripartire col piede giusto. Come? Facendo scelte consapevoli, liberandosi dai condizionamenti del passato, imparando ad accettare i propri limiti e a sviluppare le proprie risorse: possiamo coccolarci, con piccoli gesti, un buon libro, un momento di relax, scegliere la compagnia giusta e se necessario chiedere un supporto psicologico. Ci sono poi due concetti chiave che possono aiutarci in questo percorso: la gratitudine e la resilienza.
In che senso la gratitudine?
La gratitudine è un sentimento molto potente. C’è sempre qualche cosa che ci resta per cui essere grati alla vita. Spesso diamo tutto per scontato: la salute, il lavoro, le persone che ci sono vicine. Invece possiamo benedire la nostra casa, ringraziare per tutte le cose che il nostro corpo ci permette di fare. Se dobbiamo affrontare l’avventura della guarigione da una malattia è molto importante fidarsi della capacità del nostro corpo di autoguarirsi. Il sistema immunitario si rafforza quando le nostre emozioni sono positive. Ognuno di noi ha dentro di sé una forza interiore insospettabile che si mette in moto nei momenti di bisogno. Impariamo a credere in noi stessi.
“La miglior cosa che tu possa fare è credere in te stessa. Non aver paura di tentare. Non aver paura di cadere. E se capitasse levati la polvere di dosso, rialzati e prova ancora.” Madre Teresa di Calcutta
Cosa s’intende invece per resilienza?
La resilienza è la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi. Così anche noi possiamo superare le prove della vita senza soccombere. Da un punto di vista psicologico la resilienza è la capacità della natura umana di adattarsi in maniera positiva a eventi traumatici e stressanti. Cosa fa un motociclista che cade? Resta a terra o si rialza? Non dobbiamo mai mollare ma perseverare e far durare la motivazione nonostante gli ostacoli e le difficoltà. Possiamo imparare che possiamo cavarcela da soli e che abbiamo tutte le capacità per essere efficaci. “Invece che maledire il buio è meglio accendere una candela.” (Lao Tzu). La luce interiore è la guida che illumina il nostro cammino. Spesso gli eventi non accadono per caso ma per farci ritrovare la centratura e la fiducia in noi stessi. Siamo noi l’unico punto di riferimento su cui possiamo sempre contare. Altri concetti, collegati con la resilienza sono fondamentali per vivere meglio. Primo tra tutti l’ottimismo: ”L’ottimista vede opportunità in ogni pericolo, il pessimista vede pericolo in ogni opportunità” (Winston Churchill); ma anche il senso dell’umorismo, l’autocontrollo, l’autostima, l’abilità di risolvere i problemi, la capacità di adattamento, la propensione alla flessibilità, la consapevolezza emozionale e il supporto sociale. A proposito di quest’ultimo non bisogna mai dimenticare le risorse sul territorio a cui si può attingere per partecipare a incontri di sensibilizzazione o gruppi di crescita personale.
a cura di Elena Buonanno
con la collaborazione della DOTT.SSA ENRICA DES DORIDES
Psicologa e Psicoterapeuta a Bergamo, Seriate, Gorlago e Trescore