Sangue del cordone ombelicale. Fino a poco tempo fa era prassi buttarlo via. Poi si è capito che conteneva qualcosa di prezioso, ovvero le cellule staminali utili per il trattamento di molte malattie del sangue e del sistema immunitario. Ecco allora che sono nate banche pubbliche per la raccolta e conservazione del cordone donato al momento del parto, sangue cioè messo a disposizione di chiunque al mondo possa averne bisogno, una scelta a favore della solidarietà e della scienza. Come ci spiega il dottor Mariangelo Cossolini, responsabile dell’unità di coordinamento prelievo/trapianto organi e tessuti della provincia di Bergamo.

Dottor Cossolini, chi può donare il cordone?
Tutte le donne che lo desiderano nel momento della nascita del loro bambino; la gravidanza deve essere a termine, non ci devono essere problematiche di tipo ostetrico e situazioni di emergenza legate al parto, deve essere stato compilato un questionario relativo alla storia clinica del papà e della mamma e gli esami fatti dalla mamma in gravidanza devono essere regolari.

Quali sono i criteri previsti dalla legge?
La Legge Italiana prevede la donazione altruistica (la sacca di sangue cordonale, se idonea, viene imbancata in una Banca pubblica a disposizione di chi ne ha bisogno, che ne usufruirà in forma assolutamente anonima e gratuita) oppure dedicata (se un parente di primo grado del nascituro ha una delle 82 malattie per le quali è previsto l’utilizzo del sangue cordonale e quindi quella sacca viene conservata per la famiglia). La donazione autologa (il sangue è del mio bambino e me lo tengo per eventuale uso personale futuro) è possibile solo in Banche Estere a pagamento, proprio perché non vi sono indicazioni scientifiche valide per autoconservarlo.

Come avviene il prelievo?
Se il parto avviene senza complicazioni (anche se cesareo) dopo un minuto dalla nascita del bambino viene tagliato il cordone ombelicale e, mentre si attende che la placenta venga espulsa, l’ostetrica attraverso la cannulazione della vena ombelicale del moncone del cordone preleva il sangue cordonale che defluisce in una apposita sacca; questa procedura non crea problemi né alla mamma né al bambino che è già nato e autonomo; la puntura della vena ombelicale non provoca dolore perché il cordone non ha nervi sensitivi del dolore. La sacca viene poi inviata attraverso il nostro Servizio di Autisti alla banca di Milano dal lunedì al sabato tutti i giorni: in questo modo nel nostro ospedale la donazione del sangue cordonale è possibile sempre, 24 ore su 24, anche nei giorni festivi, sia di giorno sia di notte.

Ci sono requisiti per la mamma o il bambino?
Entrambi devono stare bene e non ci devono essere state complicanze durante il parto; inoltre il bimbo non deve essere prematuro.

Perché il sangue del cordone ombelicale è così prezioso?
Perché contiene cellule staminali cosiddette ematopoietiche, le stesse contenute nel midollo osseo, che possono riprodurre le cellule del sangue. Possono quindi sostituire il trapianto di midollo.

UNA BANCA UNICA AL SERVIZIO DI TUTTI
Il sangue cordonale, dopo la raccolta in sala parto, viene inviato alla banca regionale del sangue cordonale più vicina, dove è sottoposto a una serie di controlli specifici per verificare l’idoneità alla conservazione e definire le caratteristiche immunologiche per l’analisi della compatibilità fra donatore e ricevente. I dati relativi alle unità di sangue cordonale, conservate presso la banca, vengono trasmessi al Registro internazionale dei Donatori di Midollo Osseo. In Italia, le banche di sangue cordonale, istituite esclusivamente all’interno di strutture pubbliche, svolgono la loro attività in base a standard di qualità e sicurezza definiti a livello nazionale e internazionale. Con il decreto ministeriale del 18 novembre 2009 è stata istituita la Rete nazionale italiana di banche per la conservazione di sangue da cordone ombelicale, attualmente composta da 18 banche, distribuite su tutto il territorio nazionale, e coordinata, a livello centrale, dal Centro Nazionale Sangue in collaborazione con il Centro Nazionale Trapianti. In queste strutture vengono conservate le unità di sangue cordonale donate a scopo allogenico, cioè a disposizione della collettività.

Per cosa può essere usato? Che tipo di malattie si possono curare?
Viene utilizzato per curare malattie anche gravi come linfomi e leucemie.

Come funzionano le banche del cordone pubbliche?
Si occupano della lavorazione, del controllo, della conservazione delle unità di sangue cordonale e del loro rilascio per trapianto. Controllano che tutte le fasi del processo, dalla donazione fino alla distribuzione per uso terapeutico, vengano effettuate secondo rigorosi criteri di qualità. Operano in stretta collaborazione con i Centri di raccolta del sangue cordonale nei punti nascita e con la Rete delle banche Nazionali e Internazionali del sangue di cordone ombelicale attraverso l’utilizzo di un apposito Registro.

Come vi si accede in caso servisse?
Lo specialista ematologo che segue il caso si occupa del recupero della sacca donata e imbancata, se ancora presente e compatibile, oppure del reperimento di una sacca da donatore idonea e compatibile per il trapianto. La sacca è etichettata, tracciata e quindi facilmente recuperabile.

A cura di Maria Castellano
con la collaborazione del Dott. Mariangelo Cossolini
Responsabile Coordinamento prelievo e trapianto d’organo
ASST Papa Giovanni XXIII