Sono 60.000 In Italia ogni anno le morti per arresto cardiaco (Acc), un evento non prevedibile che può sopraggiungere a qualunque età e colpire anche persone sane, come ad esempio chi pratica sport a livello agonistico o amatoriale. Basti pensare che tra gli sportivi sono più di 1.000 all’anno le persone che, per questo motivo, perdono la vita mentre svolgono attività fisica. «Le palestre e le strutture sportive sono stati i primi luoghi in cui la legge ha posto l’obbligo di dotazione di un defibrillatore semiautomatico esterno (Dae) con il Decreto del 2013, firmato dal Ministro della Salute Renato Balduzzi, dal quale prende il nome. Le linee guida del 2016 hanno definito i tempi massimi per adeguarsi e dopo diverse proroghe l’obbligo è entrato in vigore per le Società Sportive Dilettantistiche a luglio 2017» osserva Federico Pelicioli di Tecno System, società del settore elettromedicale specializzata in defibrillatori.

Perchè si è scelto di iniziare proprio con gli ambienti sportivi?
I dati indicano che le probabilità di arresto cardiaco in ambito sportivo sono le più elevate in assoluto. Per le strutture sportive professionistiche l’obbligo vige da anni. Sono invece escluse le Associazioni sportive dilettantistiche (Asd) in cui si praticano attività sportive con ridotto impegno cardiocircolatorio (ad esempio bocce, biliardo, golf, sport di tiro etc.).

Che cosa richiede la legge per le Associazioni sportive dilettantistiche?
Devono dotarsi di un Dae e collocarlo in posizione visibile e accessibile ed effettuarne la manutenzione periodica. È inoltre obbligatoria la presenza di personale che abbia seguito la formazione per l’uso del Dae e per il massaggio cardiaco (corso Blsd).

Quali sono le sanzioni per le associazioni non in regola?
Se durante un controllo viene constatata l’assenza di personale addestrato o del defibrillatore si rischiano l’interruzione delle attività sportive e sanzioni pecuniarie. Se il controllo che rileva la situazione irregolare avviene a seguito di un decesso per arresto cardiaco si configura la responsabilità penale per il responsabile legale (omicidio colposo) oltre alla responsabilità civile (l’associazione deve risarcire il danno, ma attenzione: non sempre le polizze infortuni coprono il risarcimento, per violazione degli obblighi di legge). Al di là delle sanzioni si deve capire che la diffusione del Dae e di persone pronte a utilizzarlo sul territorio è fondamentale e dovrebbe estendersi ai luoghi pubblici in generale, agli ambienti di lavoro o residenziali. Ricordiamo che quando ci si limita a chiamare soccorso il 94% delle vittime di Acc muore prima di raggiungere l’ospedale.

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