«L’ossigeno-ozono terapia non è una “terapia alternativa”. La comunità medico-scientifica è a conoscenza di questa importante risorsa nel trattamento di numerose patologie da ormai molto tempo. La scarsa diffusione di questa metodica è da attribuire solamente al fatto che, contrariamente a quanto avviene per la promozione di nuove molecole farmacologiche, non vi sono importanti investimenti che ne sospingano la capillare promozione e divulgazione nella comune pratica clinica». Chi parla è il dottor Vincenzo Merenda, specialista in medicina del Lavoro presso 9 Coop, Centro Infermieristico Polispecialistico, che da anni si occupa di ossigeno-ozono terapia. L’abbiamo incontrato per conoscere un po’ meglio questo trattamento, il cui uso più noto (ma non il solo) è forse quello per problemi di ernie alla colonna vertebrale.
 
Dottor Merenda, su che principio si basa questa terapia?
Facciamo una premessa: l’ozono, in condizioni normali, è un gas molto reattivo ed è una delle forme con cui si presenta l’ossigeno a livello molecolare. L’odore tipico che si avverte dopo un forte temporale è dovuto proprio alla formazione di questa sostanza creatasi a partire dall’ossigeno atmosferico sottoposto alle forti scariche elettriche generate dai fulmini. Viene anche prodotto dalle nostre cellule in risposta a una condizione infiammatoria/infettiva, fungendo da potente antimicrobico e importante mediatore dei processi antiinfiammatori e rigenerativi. È proprio la sua elevata reattività biologica a essere sfruttata dall’ossigeno-ozono terapia in cui, la miscela tra i due gas viene utilizzata per il trattamento di molte condizioni patologiche locali e sistemiche.
 
In particolare in quali casi può essere utile?
L’utilizzo più diffuso è relativo al trattamento delle discopatie della colonna vertebrale in cui non sussista l’indicazione chirurgica. Sono però innumerevoli gli ambiti in cui le proprietà della molecola, applicata mediante specifici protocolli stilati dalla società scientifica italiana di Ossigeno Ozono terapia (S.I.O.O.T.), sono utili nel controllare, senza i più comuni effetti collaterali dei farmaci, condizioni infiammatorie e infettive croniche e acute. Fibromialgia e sindrome da stanchezza cronica (idiopatica o conseguente a terapie o malattie come quelle tumorali) sono solo alcuni esempi di impiego sistemico della terapia con notevole beneficio per il quadro sintomatologico in molti casi estremamente inabilitante. Un altro ambito di applicazione sempre più diffuso è quello del riequilibrio della flora intestinale in cui l’ozono agisce riducendo gli “eccessi” di alcune tipologie di batteri saprofiti e/o patogeni a vantaggio di altri più utili al nostro organismo. È importante, infine, ricordare anche la sua azione in favore del microcircolo che lo rende efficace nel trattamento della pannicolopatia fibroedematosa, comunemente conosciuta con il nome di cellulite. Le potenzialità sono molte: per questo anche le società scientifiche si stanno impegnando per aumentarne la diffusione con l’obiettivo di rendere l’ozono-terapia alla portata di tutti.
 

9 COOP CENTRO INFERMIERISTICO POLISPECIALISTICO
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