È uno degli interventi più richiesti dagli italiani (non solo donne!). Ridona luce a uno sguardo spento e stanco, “alleggerisce” gli occhi dai segni del tempo ed elimina le odiate borse. Parliamo della blefaroplastica, ovvero la chirurgia delle palpebre. A chi è indicata, in cosa consiste e cosa aspettarsi? Lo abbiamo chiesto al dottor Fabio Toffanetti, chirurgo Plastico.
Dottor Toffanetti, cosa si intende per blefaroplastica?
La blefaroplastica è un intervento chirurgico che viene normalmente eseguito per rimuovere l’eccesso di cute e le “borse” (eccesso di grasso) dalle palpebre superiori e inferiori. In alcuni situazioni si esegue anche in giovane età per correggere alcuni inestetismi di tipo morfologico.
Quali sono le caratteristiche che fanno sì che una persona sia candidabile a un intervento di blefaroplastica?
Innanzitutto un uomo o una donna in buona salute, psicologicamente stabile e realistico nelle aspettative. A questo primo e fondamentale punto si aggiungono poi alcune caratteristiche specifiche:
> cute in eccesso che copre e nasconde il solco naturale delle palpebre superiori e può anche interferire con il campo visivo superiore;
> “borse” e “gonfiore” delle palpebre superiori e inferiori;
> cute in eccesso, lassità eccessiva e rugosità fini delle palpebre inferiori;
> depressione, a volte un vero e proprio solco, in corrispondenza del bordo osseo dell’orbita sotto le palpebre inferiori.
Bisogna invece tener presente che la blefaroplastica non rimuoverà le rughe ai lati degli occhi (“zampe di gallina”), né farà rialzare le sopracciglia discese troppo in basso (ptosi sopraccigliare). Per questa ragione può essere effettuata come unico intervento o, laddove indicato, in combinazione con un contemporaneo lifting facciale o lifting temporale e/o del sopracciglio.
Come si svolge l’intervento?
Nella blefaroplastica superiore il disegno dell’incisione viene eseguito in modo che la cicatrice finale possa cadere in una normale piega cutanea quando l’occhio è aperto (solco orbitario). Nella palpebra inferiore invece l’incisione è eseguita a circa due millimetri dal bordo ciliare, parallela al margine palpebrale, e si prolunga leggermente oltre il canto esterno (angolo esterno delle palpebre). Attraverso queste due incisioni è possibile rimodellare l’eccesso di cute e di grasso (borse), nonché il muscolo orbicolare andato incontro a lassità. L’intervento viene eseguito in anestesia locale o sedazione in regime di day surgery e ha una durata massima di circa due ore. Una piccola variante tecnica può essere la cantopessi, attraverso la quale è possibile sospendere la palpebra inferiore nella sua porzione laterale al fine di contrastarne l’eccessiva lassità. Un’altra possibilità può essere la blefaroplastica transcongiuntivale ovvero la rimozione del grasso presente nelle borse delle palpebre inferiori attraverso un’incisione nella congiuntiva (all’interno della palpebra), quindi senza comportare incisioni esterne sulla cute: è possibile solo in casi in cui l’eccesso di cute sia praticamente inesistente e l’unico problema siano le borse palpebrali.
Dopo quanto tempo si può tornare alla vita normale?
Il post operatorio è caratterizzato da una lieve lacrimazione e irritazione congiuntivale causati dall’edema (gonfiore) e dalle ecchimosi (lividi) presenti nei tessuti palpebrali che si risolvono dopo alcuni giorni. I punti di sutura si rimuovono dopo circa sei giorni dall’intervento o, se assorbibili, non necessiteranno di rimozione. Il lavoro può essere ripreso in genere dopo 6-10 giorni; le attività sportive leggere dopo due settimane mentre quelle più vigorose dopo quattro.
Ci sono rischi?
Le complicanze legate a questo tipo di intervento sono rare. Si tratta in particolare di infezioni: fondamentale è che l’operazione venga eseguita in una sala chirurgica con procedure che rispettino gli standard di sterilità adeguati. Importante è poi affidarsi sempre a un medico chirurgo specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica.
Quanto dura l’effetto?
Il risultato è condizionato da un numero variabile di fattori: condizioni fisiche del viso, presenza o assenza di grasso, età biologica della cute, quantità e qualità delle rughe presenti, struttura ossea sottostante, stile di vita. La durata varia da persona a persona: con il passare del tempo la cute diventa più lassa e potrebbe essere necessaria, in un tempo variabile tra i 10 e i 15 anni successivi, un’ulteriore asportazione.
A cura di Viola Compostella
con la collaborazione del dott. Fabio Toffanetti
Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica
A Bergamo