Lo sapevate che le tubature di casa possono diventare terreno fertile per il batterio della legionella? E anche condizionatori d’aria che per questo vanno sempre mantenuti puliti? Proprio così. Non è un caso, infatti, se ciclicamente salgono alla ribalta delle cronache notizie di infezioni da legionella (Malattia del Legionario, più comunemente definita legionellosi) causate ad esempio dalla contaminazione di reti o bacini idrici o più semplicemente di ristagni di acqua e persino fanghi termali. Ma cosa è la legionella? Come avviene il contagio? Come si possono prevenire i rischi e ci sono precauzioni che ognuno di noi può mettere in atto anche a casa propria? Ne parliamo con il dottor Annibale Raglio, medico microbiologo.

Dottor Raglio, che tipo di malattia è la legionellosi?
È un’infezione polmonare causata dal batterio del genere Legionella. Legionella pneumophila, il cui nome significa appunto “Legionella amante dei polmoni”, è la specie più diffusa. Il genere Legionella comprende 61 diverse specie (sottospecie incluse) e circa 70 sierogruppi. Dopo la prima identificazione nel 1976, si è osservato un po’ ovunque nei Paesi industrializzati un notevole incremento del numero di casi e questo può essere attribuito sia al miglioramento degli strumenti diagnostici disponibili e alla maggiore sensibilità dei clinici nei confronti della malattia, sia all’aumento delle occasioni di esposizione al batterio dovuto all’incremento del turismo, della frequentazione di centri-benessere e alla sempre più diffusa installazione di impianti di condizionamento centralizzati negli ambienti ad uso collettivo, dotati di torri di raffreddamento e/o condensatori evaporativi. Le legionelle sono presenti negli ambienti acquatici naturali e artificiali: acque sorgive, comprese quelle termali, fiumi, laghi, fanghi etc.. Da questi ambienti raggiungono quelli artificiali, come condotte cittadine e impianti idrici degli edifici, quali serbatoi, tubature, fontane e piscine, che possono agire come amplificatori e disseminatori del microrganismo, creando una potenziale situazione di rischio per la salute umana.

Ma come si trasmette?
La legionellosi viene normalmente acquisita per via respiratoria mediante inalazione, aspirazione o microaspirazione di aerosol contenente Legionella (per esempio docce o sistemi di aerosolizzazione dell’acqua). Le goccioline si possono formare sia spruzzando l’acqua che facendo gorgogliare aria in essa, o per impatto su superfici solide. Gocce di diametro inferiore a 5µ arrivano più facilmente alle basse vie respiratorie.

Ci sono fattori di rischio che possono rendere più “sensibili” all’infezione?
Fattori predisponenti la malattia sono l’età avanzata, il fumo di sigaretta, la presenza di malattie croniche, l’immunodeficienza. Il rischio di acquisizione della malattia è principalmente correlato alla suscettibilità individuale del soggetto esposto e al grado d’intensità dell’esposizione, rappresentato dalla quantità di Legionella presente e dal tempo di esposizione. Malgrado il carattere ubiquitario di Legionella, la malattia umana rimane rara; i tassi d’attacco nel corso di focolai epidemici sono bassi, inferiori al 5%.

Come si manifesta? La legionellosi può manifestarsi in due forme distinte:
> la Malattia del Legionario vera e propria, che frequentemente include una forma più acuta di polmonite. Dopo un periodo d’incubazione variabile da due a 10 giorni (in media cinque- sei giorni), si manifesta come una polmonite infettiva senza caratteri di specificità né clinici né radiologici. Nei casi gravi può insorgere bruscamente con febbre, dolore toracico, dispnea, cianosi, tosse produttiva. Nei casi meno gravi l’esordio può essere insidioso con febbre, malessere, osteoartralgie, tosse lieve, non produttiva. La polmonite da Legionella non ha caratteristiche cliniche che permettano di distinguerla da altre forme atipiche o batteriche di polmonite comunitaria. Come tale va sempre sospettata tra le infezioni polmonari comunitarie e ospedaliere e, per questo motivo, la diagnosi di laboratorio deve essere considerata complemento indispensabile alle procedure diagnostiche cliniche.
> la febbre Pontiac, una forma molto meno grave che, dopo un periodo di incubazione di 24-48 ore, si manifesta in forma acuta simil-influenzale senza interessamento polmonare, e si risolve in 2-5 giorni.

In cosa consiste la terapia?
Gli antibiotici da utilizzare sono i chinoloni, i macrolidi e, con minor efficienza, le tetracicline. Al contrario, tutte le betalattamine, i carbapenemi, gli aminoglicosidi ed il cloramfenicolo sono inutili per il trattamento delle legionellosi in quanto non raggiungono concentrazioni intracellulari in grado di esplicare un effetto antibatterico.

Che tipo di prevenzione si può attuare?
La prevenzione delle infezioni da Legionella si basa essenzialmente:
> sulla corretta progettazione e realizzazione degli impianti tecnologici che comportano un riscaldamento dell’acqua e/o la sua nebulizzazione (impianti a rischio). Sono considerati tali gli impianti idro-sanitari, gli impianti di condizionamento con umidificazione dell’aria ad acqua, gli impianti di raffreddamento a torri evaporative o a condensatori evaporativi, gli impianti che distribuiscono ed erogano acque termali, le piscine e le vasche idromassaggio.
> Sull’adozione di misure preventive (manutenzione e, all’occorrenza, disinfezione) atte a contrastare la moltiplicazione e la diffusione di Legionella negli impianti a rischio.
Per quanto tali misure non garantiscano che un sistema o un suo componente siano privi di Legionella, esse contribuiscono a diminuire la probabilità di una contaminazione batterica grave.

PHILADELPHIA 1976
Il genere Legionella è stato così definito nel 1976, in conseguenza a un’epidemia che si era diffusa tra i partecipanti al raduno della Legione Americana al Bellevue Stratford Hotel di Philadelphia. In quell’occasione, 221 persone contrassero questa forma di polmonite precedentemente non conosciuta e 34 morirono. La fonte di contaminazione batterica fu identificata nel sistema di aria condizionata dell’albergo.

Primavera: tempo di manutenzione degli impianti di climatizzazione
Le norme a tutela della salute e della sicurezza delle persone attualmente in vigore stabiliscono che è necessario applicare il “Protocollo di prevenzione della Legionellosi” in tutte le strutture (civili e industriali) nelle quali siano presenti impianti potenzialmente a rischio Legionella. Lo strumento più efficace per combattere la diffusione del batterio è la manutenzione periodica degli impianti di condizionamento e la loro sanificazione.
Le aziende specializzate mettono a disposizione un servizio specifico di manutenzione che impiega prodotti appositamente studiati per combattere il proliferare del batterio negli impianti. Si tratta di un vero e proprio trattamento sanificante che si articola su due fronti:
> la pulizia di filtri e pacchi alettati delle unità interne (fan-coils, unità di trattamento aria, split; ideali sono i prodotti a base di Sali quaternari di ammonio).
> L’igienizzazione delle bacinelle di raccolta delle acque di condensa con un antibatterico in pastiglie a lento rilascio.
È consigliabile effettuare la sanificazione ogni anno a inizio primavera, prima dell’attivazione degli impianti, in modo da affrontare la stagione estiva con un sistema in perfette condizioni igienico-sanitarie oltre che un rendimento ottimale sotto il profilo termico e meccanico.
Paolo Motta, perito elettronico e frigorista Emmetre Clima Service

Il quadro normativo
> Provvedimento Conferenza Permanente Stato Regioni 7 Maggio 2015
Linee guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi
> Provvedimento Conferenza Permanente Stato Regioni 5 Ottobre 2006 n. 2636
Linee guida per la definizione di protocolli tecnici di manutenzione predittiva sugli impianti di climatizzazione
> European Guidelines for Control and Prevention of Travel Associated Legionnaires Disease
> D.L. n. 81/2008 - T.U. Tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro

a cura DI MARIA CASTELLANO
con la collaborazione del DOTT. ANNIBALE RAGLIO
Medico Microbiologo
ASST Papa Giovanni XXIII Bergamo