Da più di un decennio, presso l’Istituto Clinico Quarenghi, è attivo il Laboratorio di Neuropsicologia, che arricchisce e completa le attività di riabilitazione a disposizione dei pazienti ricoverati. «Negli ultimi anni sempre più numerose ricerche condotte dagli psicologi hanno messo in luce quali effetti produce una lesione cerebrale sulle funzioni cognitive» spiega la dottoressa Maria Grazia Inzaghi, neuropsicologa, responsabile del Laboratorio di Neuropsicologia. «In molte patologie vi è un rapporto diretto tra la presenza o la gravità del deficit e le conseguenze che ne derivano: maggior tempo di permanenza nelle strutture sanitarie per il percorso di riabilitazione, minor recupero funzionale, maggiori necessità di supporti assistenziali. Se le conoscenze di base dei riabilitatori in ambito neuropsicologico, negli anni passati, si limitavano a constatare la presenza dei disturbi del linguaggio che si rilevavano in caso di cerebrolesione sinistra, ora è sempre più evidente la necessità di acquisire conoscenze relative ad altri elementi: attenzione, funzioni esecutive, memoria, cognizione spaziale etc., che possono influire negativamente sul processo di recupero motorio e richiedono di modificare le condotte da attuare, le modalità di interazione con il paziente e la pianificazione di tutto il percorso riabilitativo». «Per organizzare ed eseguire un’attività motoria è necessario che la mente sappia come procedere , un deficit delle abilità cognitive può causare un imponente ostacolo al recupero motorio» le fa eco la dottoressa Annamaria Quarenghi, medico fisiatra, responsabile dell’Unità Operativa di Alta Complessità Riabilitativa dell’Istituto Clinico Quarenghi, che aggiunge. «Solo agendo sulle varie abilità con una riabilitazione integrata è possibile ottenere il massimo del recupero possibile».
Molteplici sono gli interventi del neuropsicologo a supporto del progetto riabilitativo globale: esegue le valutazioni di competenza, definisce il progetto per la riabilitazione neuropsicologica e la gestione dei disturbi del comportamento, fornisce consigli per la gestione dei problemi di vita quotidiana, supporta i familiari che si prendono cura del congiunto, specifica le indicazioni per il reinserimento sociale, lavorativo e scolastico e ne segue gli sviluppi. La valutazione neuropsicologica, in particolare, consiste nell’analisi dei danni provocati da patologie che interessano il sistema nervoso centrale e serve per stabilire se vi sono deficit a livello cognitivo o comportamentale quali difficoltà di attenzione, di ragionamento, di memoria, di linguaggio etc.. «La valutazione neuropsicologica comprende molteplici attività» spiega la dottoressa Inzaghi. «Dall’esame della documentazione relativa alla storia clinica del paziente, alla conduzione di colloqui con il paziente stesso e con il nucleo familiare, alla raccolta di informazioni relative alle modificazioni di personalità, alla valutazione della presenza e dell’entità dei disturbi del comportamento e alla misurazione dei deficit cognitivi ottenuta mediante la somministrazione di specifiche prove psicometriche».
Presso l’Istituto sono sottoposti a valutazione neuropsicologica e successiva riabilitazione tutti i pazienti che hanno subito un evento traumatico o sono stati colpiti da una malattia del sistema nervoso centrale: gravi cerebrolesioni acquisite di natura traumatica, anossica e vascolare (trauma cranico, esiti di arresto cardio-circolatorio, esiti di intervento neurochirurgico per emorragie cerebrali etc.); ictus, emorragie cerebrali, malattie neurologiche degenerative (sclerosi multipla, malattia di Parkinson etc.); demenze senili, presenili (morbo di Alzheimer etc.). Qui il paziente affronta un percorso terapeutico graduale e progressivo, nel corso del quale viene sfruttata l’elevata capacità plastica del cervello di adattarsi a “situazioni nuove”. I risultati migliori si ottengono mediante progetti riabilitativi a forte personalizzazione, con una strutturazione cioè che si adatta specificamente alle caratteristiche di ciascun paziente. L’intervento di riabilitazione neuropsicologica, laddove previsto, può poi continuare in regime ambulatoriale anche dopo la dimissione. In caso di necessità anche i familiari possono avvalersi di percorsi di sostegno psicologico, per affrontare con maggior consapevolezza e minor preoccupazione le conseguenze della malattia.
Riabilitazione “su misura” e multidisciplinare
Il trattamento riabilitativo del paziente che accede all’Istituto Clinico Quarenghi è integrato e multidisciplinare, caratterizzato dall’alternanza di molteplici figure che assistono a 360 gradi il paziente: infermieri, fisioterapisti, logopedisti, medici, psicologi. Nel percorso di cura frequentemente è previsto anche il coinvolgimento dei familiari, che partecipano a incontri e colloqui periodici, nel corso dei quali vengono descritte le caratteristiche e le conseguenze delle patologie sofferte dai propri congiunti e nel contempo vengono fornite utili indicazioni per creare le condizioni più adeguate per il rientro al domicilio, al reinserimento sociale, lavorativo e scolastico.