È una delle malattie che fa più paura ai genitori. Anche se rara, infatti, la meningite può essere grave e anche mortale. Colpisce in particolare i bambini, ma non solo, come testimoniano gli ultimi fatti di cronaca che hanno visto coinvolti anche giovani e adulti. Come riconoscerla tempestivamente? Come proteggersi? Ne parliamo con il dottor Maurizio Ruggeri, pediatra.
Dottor Ruggeri, che cos'è la meningite?
Si tratta di un'infiammazione delle meningi, cioè delle membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale. La forma più comune è quella di origine virale, causata cioè da virus, che è anche la meno pericolosa: di solito non ha conseguenze gravi e si risolve nell’arco di 7-10 giorni. La forma batterica, invece, è causata da batteri ed è molto più seria. Quelli maggiormente coinvolti sono: lo Pneumococco (40% circa) e il Meningococco (35%). Il resto è dovuto a Haemophilus Influenzae (2%) e altri agenti batterici (17%). All’interno delle forme da Meningococco, il 69% delle forme è legato a Meningococco B. Può causare gravi sintomi neurologici che possono portare, sia pure di rado, anche a gravi complicanze come sordità, ritardo mentale e paralisi, e, in situazioni estreme, anche alla morte.
Qual è l’età più colpita e con quale frequenza si manifesta?
L’età più colpita è la prima infanzia e l’adolescenza. Ma la malattia può colpire anche gli adulti. È comunque una malattia con un’incidenza molto bassa, seppur in lievissima crescita negli ultimi anni. Secondo i dati diffusi dall’Istituto Superiore di Sanità nel 2014 l’incidenza della malattia causata da Meningococco in Italia è stata di 0,27 casi ogni 100 mila abitanti (163 in tutto), quella dello pneumococco di 1,57 casi ogni 100 mila abitanti (952) e quella di Haemophilus Influenzae di 0,17 casi ogni 100 mila abitanti.
Quali sintomi possono far sospettare la malattia?
Nel lattante di solito la malattia si manifesta con febbre elevata, pianto lamentoso o stridulo, sonnolenza, difficoltà all’alimentazione, irritabilità e difficoltà a essere calmato, vomito, difficoltà nella respirazione (per esempio respiro velocizzato), rigonfiamento della fontanella anteriore, che può anche risultare pulsante. Con l’aumentare dell’età del bambino i sintomi diventano più simili a quelli dell’adulto e possono includere febbre alta, vomito, nausea e diarrea, mal di testa, irrigidimento della parte posteriore del collo (rigidità nucale), irritabilità alla luce, confusione mentale, aggressività e convulsioni. In alcuni casi possono manifestarsi macchie sulla pelle il cui numero tende ad aumentare in breve tempo. Questo si verifica quando il batterio è entrato nel circolo sanguigno: l'infezione diffusa prende il nome di sepsi ed è particolarmente pericolosa. La diagnosi di meningite comunque può essere accertata solo con specifici esami del sangue e con l’esame del liquido cerebrospinale, un liquido che bagna cervello e midollo spinale e può essere prelevato attraverso una puntura lombare. Questo esame dà informazioni sia sul tipo di meningite sia sul germe che l’ha causata ed è una procedura che deve essere necessariamente eseguita in ospedale.
Come fare se si è stati in contatto con un soggetto malato?
In caso di meningite batterica chi ha frequentato più da vicino il malato dovrebbero sottoporsi a profilassi antibiotica e a sorveglianza nel tempo. È comunque importante sottolineare che affinché il contagio avvenga è necessario essere stati a contatto stretto e prolungato con una persona infetta o con un portatore sano.
Quale prevenzione si può attuare?
L’arma migliore che abbiamo a disposizione per prevenire la meningite è la vaccinazione, che è in grado di conferire protezione sia al singolo individuo vaccinato sia, in modo indiretto, a tutta la comunità, riducendo la circolazione del microrganismo. Un’elevata copertura vaccinale per i microrganismi responsabili di meningite è vincente se si vuole davvero prevenire l’insorgenza della malattia.
Quali vaccini esistono per le meningiti?
Esistono vaccini contro lo Pneumococco, Haemophilus di tipo B, e contro il Meningococco di tipo C e di tipo B.
Quali vaccinazioni contro la meningite sono offerte nella Regione Lombardia e con quali modalità?
Il calendario vaccinale della Lombardia prevede l’offerta gratuita ai nuovi nati dei vaccini contro le malattie batteriche da Haemophilus B, Pneumococco, Meningococco C (fino ai 18 anni per chi non fosse stato vaccinato in precedenza) e, dai nati del 2017, Meningococco B. A partire da quest'anno inoltre tutti gli assistiti nati prima del 2016 hanno la possibilità di accedere tutti alla vaccinazione contro il Meningococco B con la formula del co-pagamento.
La Regione Lombardia attualmente sta presentando una situazione di rischio particolare?
Negli ultimi anni il numero complessivo dei casi presenta una piccola variabilità tra un anno e l’altro ma tendenzialmente stazionaria. Nel 2016 nella nostra Regione sono stati registrati 33 casi di meningite, 31 nel 2015. Non ci sono al momento situazioni di rischio particolare nel nostro territorio. Anche a livello italiano il Ministero della Salute ha comunicato che in Italia nel 2016 sono stati segnalati 178 casi di meningite da Meningococco, con un’incidenza in lieve aumento rispetto al triennio 2012-14, ma in diminuzione rispetto al 2015.
I vaccini contro la meninigite sono ben tollerati e privi di effetti collaterali significativi, tranne quelli comuni alle altre vaccinazioni, come febbre o dolore nel punto di iniezione
a cura di Maria Castellano
con la collaborazione del DOTT. MAURIZIO RUGGERI
Specialista in pediatria
- Responsabile della Pediatria d'urgenza ASST Papa Giovanni XXIII Bergamo -