Sono una figura oggi sempre più centrale nell’assistenza al paziente, in tutte le fasi della sua vita. Ma non solo. Sempre di più infatti gli infermieri svolgono anche un ruolo importante per il miglioramento della salute dei cittadini, informando ed educando a un corretto stile di vita. L’assistenza infermieristica, quindi, non è solo "fare prelievi, distribuire pastiglie e sciroppi, applicare e togliere cerotti o fare punture", come forse molti ancora pensano.
Questa immagine convenzionale, e ormai datata, dell’infermiere negli anni è evoluta e si è arricchita di competenze scientifiche, relazionali e tecniche. E oggi gli infermieri sono a tutti gli effetti professionisti sanitari impegnati in diversi ambiti, ognuno dei quali richiede una preparazione specifica e adeguata. Ma come si diventa infermieri? Qual è il percorso di studi da seguire? Dove si può poi trovare lavoro? E quali, nel dettaglio i loro compiti? Risponde Marco Ghidini, presidente di IPASVI (Collegio Provinciale Infermieri Professionali) di Bergamo.
Qual è oggi il ruolo dell’infermiere?
L’infermiere è il professionista sanitario che opera nell'ambito della prevenzione (informando, educando e sostenendo il cittadino, la famiglia e la comunità verso corretti stili di vita e il rispetto dell’ambiente di vita), della cura (con interventi relativi a diagnosi, cura e riabilitazione), dell'assistenza (individuando e gestendo i bisogni di assistenza della persona e della famiglia) e della riabilitazione (promuovendo e sostenendo il recupero e il mantenimento della maggiore autonomia possibile, in particolare nelle malattie croniche, ed educando il singolo e le sue persone di riferimento all'autocura e ad adeguati stili di vita). Gli infermieri, quindi, svolgono attività a carattere preventivo, curativo, riabilitativo e palliativo, che li pongono particolarmente vicini alla persona lungo tutte le fasi della sua vita, dalla nascita all'accompagnamento alla morte. Ai nostri giorni, l'aumento delle persone anziane e delle malattie croniche richiede una presenza sempre più rilevante degli infermieri, non solo negli ospedali e nelle strutture territoriali, ma anche e soprattutto nelle case degli assistiti. Le competenze che sono necessarie agli infermieri per soddisfare con una professionalità adeguata tutte queste necessità dei cittadini singoli e della collettività richiede una formazione continua e costante nel tempo. L’infermiere è anche impegnato in prima persona in percorsi di ricerca e formazione per approfondire ed innovare il proprio patrimonio professionale. L'esercizio professionale di ogni infermiere è regolamentato dal Codice deontologico, che contiene principi e impegni etici che guidano e orientano i suoi comportamenti professionali.
Dove può lavorare un infermiere?
L’infermiere lavora in tutte le strutture pubbliche o private territoriali (distretti sanitari, ambulatori specialistici, RSA) o di ricovero (ospedali, hospice), come pure a domicilio. È anche presente nelle industrie, nei centri vacanza, nelle navi da crociera, oltre che nei ministeri, nelle scuole ed in altri enti o istituzioni. Può esercitare come dipendente o come libero professionista, sia individualmente o in associazione con colleghi o altri professionisti.
Come si diventa infermiere?
Per diventare infermieri è necessario conseguire la laurea di primo livello in Infermieristica o in Infermieristica pediatrica. I corsi di laurea sono a numero chiuso e vi si accede con una selezione. Il titolo accademico di dottore in infermieristica - o infermieristica pediatrica - e l'iscrizione al relativo Albo professionale permette di svolgere l'attività professionale.
Dopo l'acquisizione della laurea di primo livello (triennale) ogni infermiere può proseguire gli studi che prevedono:
• Laurea magistrale in Scienze infermieristiche (a numero chiuso) a percorso biennale;
• Master (di 1° livello dopo la laurea triennale oppure di 2° livello dopo la laurea quinquennale) di tipo clinico, gestionale o di formazione e ricerca, a percorso generalmente annuale;
• Dottorato di ricerca, ovvero un percorso di formazione universitaria triennale successivo alla laurea quinquennale, che mira a fornire ai professionisti competenze avanzate per esercitare attività di ricerca e di alta qualificazione presso Università, enti pubblici e soggetti privati. è finalizzato all’approfondimento dello studio della disciplina e alla ricerca applicata alle Scienze infermieristiche.
“Applicando le notevoli conoscenze che possiedono – e quindi il cervello e non solo il cuore – gli infermieri proteggono i pazienti dai rischi e dalle complicanze della disabilità e dell’infermità, come pure partecipano al controllo delle complicanze derivanti dalla malattia.
Gli infermieri proteggono i pazienti dai rischi che subentrano quando la malattia e la fragilità rendono difficile, impossibile o persino letale svolgere le attività di vita quotidiana, svolgere anche atti ordinari come respirare, girarsi, andare in bagno senza aiuto, tossire, deglutire.
In questi processi gli infermieri si assicurano che i pazienti sopravvivano non solo dal punto di vista fisico, ma anche emotivo, aiutando anche i familiari a far fronte alle malattie dei loro cari, sostenendoli durante il processo di guarigione, di adattamento o anche accompagnando i loro cari alla morte.
Gli infermieri educano i pazienti alla gestione sicura del proprio regime terapeutico, all’adattamento alla malattia e all’infermità, alla guarigione. Gli infermieri aiutano a vivere in una dimensione che una malattia o un trauma possono avere permanentemente alterato”(...)
“Gli infermieri devono dire al pubblico che conoscono la tecnologia tanto quanto le emozioni, che conoscono i farmaci e i trattamenti farmacologici e che questi non sono efficaci se non controllano e gestiscono i pazienti che li ricevono nel modo richiesto. Gli infermieri devono spiegare alla gente che i medici, senza gli infermieri, non possono far guarire i pazienti: gli infermieri assicurano con la loro presenza e collaborazione il monitoraggio, la gestione, la valutazione di sintomi e bisogni, guidando l’assistito lungo l’itinerario della cura.”
(Saluto agli Infermieri Italiani - Susan Gordon, giornalista, 2010)
A cura di GIULIA SAMMARCO