La faringite, ovvero il comune mal di gola, è uno dei problemi più frequenti della stagione autunnale e invernale e può essere causato da microrganismi diversi, virus e/o batteri. Se l'origine è virale bastano antinfiammatori, se però è di origine batterica (e solo in quel caso!) è necessario ricorrere all'antibiotico. Ma come si fa a capire se la "colpa" è di un virus o di un batterio? Non sempre i sintomi sono sufficienti. Uno degli strumenti più efficaci per fare chiarezza allora è il tampone faringeo, esame semplice e indolore, finalizzato alla ricerca e identificazione dei germi responsabili della faringite e quindi alla scelta della terapia più corretta a seconda del caso. Approfondiamo l'argomento con la dottoressa Laura Strozzieri, otorinolaringoiatra.
Dottoressa Strozzieri, ma quando in particolare serve questo esame?
Il tampone faringeo viene consigliato ed eseguito a tutti i pazienti quando si sospetta una infezione da streptococco pyogenes, il batterio più frequentemente responsabile di faringiti, faringotonsilliti e di complicanze dal reumatismo articolare alla glomerulonefrite (malattia renale). Questi sintomi sono: malessere generale, febbre più o meno elevata, inappetenza, cefalea, dolori articolari diffusi, sensazione di fastidio e difficoltà a deglutire (faringodinia) intensa. Può inoltre essere utilizzato per la diagnosi di difterite (corynebacterium diphteriae), candidosi del cavo orale (candida albicans), gonorrea (neisseria gonorrhoeae) e infezioni da stafilococco aureus, patologie che presentano sintomi molto simili al "normale" mal di gola ma hanno origini diverse e richiedono quindi cure specifiche.
E come si svolge?
L'esame è di semplice esecuzione: si utilizza un bastoncino sottile con estremità di cotone (simile a un cotton-fiocc lungo), si inserisce nella gola del paziente e con movimenti orizzontali, verticali e circolari si strofina delicatamente sulle tonsille e sulla mucosa della parete posteriore del faringe dove si annidano i germi responsabili della faringite avendo cura di evitare il contatto con le altre mucose della cavità orale. Il tampone è poi inserito in un apposito contenitore che viene inviato a un laboratorio di analisi che provvede all'esame colturale e all'eventuale antibiogramma. Il contenuto del tampone viene cioè posto in particolari piastre dove si riproducono le condizioni ideali per la crescita dei germi presenti nella mucosa faringea. Se i germi sono batteri si procede all'antibiogramma, esame che consiste nel testare e individuare gli antibiotici più idonei per il germe/i responsabile della faringite. Solo nel 20% dei casi le infezioni sono di origine batterica.
Ma è doloroso?
No, anche se può risultare fastidioso per alcuni pazienti perché lo strofinamento della parete posteriore della faringe può stimolare il vomito, motivo per il quale se ne consiglia infatti l'esecuzione a digiuno.
a cura di MARIA CASTELLANO
con la collaborazione della DOTT.SSA LAURA STROZZIERI
Specialista in Otorinolaringoiatria
- PRESSO LA CLINICA CASTELLI DI BERGAMO -