"Quali medicine posso prendere in gravidanza?", "quali possono fare male al mio bambino?". Sono queste alcune delle domande più diffuse fra le future mamme. Anche durante i nove mesi, infatti, possono comparire disturbi come mal di testa o bruciore di stomaco. Molte donne evitano di prendere farmaci per paura che causino malformazioni del feto. «Che in gravidanza non si possa prendere nessun tipo di farmaco è un luogo comune» dice il dottor Rolando Brembilla, ginecologo. «Bisogna considerare caso per caso. La valutazione se e quale medicinale assumere dipende da diversi fattori, in particolare dal tipo di patologia o disturbo e dall'impatto che questo ha sulla qualità di vita e sulla condizione della donna. Se ad esempio la futura mamma soffre di mal di testa invalidanti è più corretto curare piuttosto che lasciarla a se stessa. Anche perché si è ormai visto che condizioni di stress psico-fisico possono favorire il rilascio nell'organismo di tossine, i cui effetti potrebbero essere più dannosi del farmaco stesso. L'importante è non abusarne ed evitare il fai-da-te».

Dottor Brembilla, ma esistono farmaci del tutto innocui?
Stabilire se un farmaco sia innocuo o nocivo è piuttosto complesso. Oggi sappiamo che solo pochi farmaci hanno effetti tali da renderne vietato l'uso in gravidanza (vedi box). Per tutti gli altri, o perché di recente introduzione o perché gli studi sulla loro sicurezza durante i nove mesi sono basati su dati epidemiologici e quindi statistici, non abbiamo certezze così nette. È come se si trovassero in una sorta di limbo. Diventa quindi fondamentale valutare di volta in volta, chiedendo consiglio al proprio ginecologo: sarà lui a indicare l'opportunità o meno di assumere un farmaco, anche qualora questo, in genere, non sia considerato idoneo al periodo della gravidanza. Esistono, invece, situazioni in cui è indispensabile privilegiare la cura della salute della donna anche usando farmaci di cui non conosciamo gli effetti precisi. Pensiamo ad esempio a infezioni gravi, che potrebbero portare alla sepsi: non esistono alternative ai farmaci. Lo stesso vale se la mamma era già in cura prima del concepimento per una malattia cronica (asma, ipertensione, depressione, cefalee etc.). Interrompere l'assunzione del farmaco potrebbe essere più pericoloso per la donna e di conseguenza per il feto, che prendere il farmaco di cui si ha bisogno. In questi casi il medico consiglierà come rimodulare la terapia, aggiustando il dosaggio o variando i farmaci.

Passiamo a disturbi occasionali come il mal di testa. Cosa si può prendere?
La terapia di prima scelta per il mal di testa è non farmacologica: agopuntura, riposo, biofeedback, massaggio, tecniche di rilassamento, evitare i fattori ambientali scatenanti. Qualora tutto questo non basti, per l'attacco acuto il principio attivo più sicuro durante tutti i nove mesi e l'allattamento è il paracetamolo. Se il paracetamolo non fa effetto, si può assumere l'ibuprofene, anche se con le opportune cautele. Alcuni studi, infatti, suggerirebbero che questo FANS (Farmaco Antinfiammatorio Non Steroideo), assunto nel primo trimestre, potrebbe aumentare il rischio di aborto spontaneo. Non esistono dati certi, comunque, in merito. Inoltre va anche detto che l'eventuale rischio dipende dalle quantità di farmaco che si assumono. Questa classe di antinfiammatori deve invece essere evitata dopo la 30ª settimana.

E contro il mal di pancia?
In caso di attacco di diarrea, frequente ad esempio in questa stagione per gli sbalzi di temperatura o se si viaggia in paesi "esotici", si può assumere il loperamide, un antidiarroico privo di effetti tossici sul feto, purché assunto per brevi periodi. Contro le nausee, frequenti soprattutto nel primo trimestre, è indicato il principio attivo tietilperazina maleato (antistaminico). Infine, per bruciori e acidità di stomaco, comuni soprattutto negli ultimi tre mesi quando l'utero aumenta di volume e preme sullo stomaco, facilitando così la risalita dei succhi gastrici nell'esofago, i farmaci di prima scelta sono gli antiacidi, che agiscono solo a livello dello stomaco e sono poco assorbiti dall'organismo: in genere si prediligono i preparati di magnesio e vanno evitati i prodotti ad alto contenuto di sodio. Oltre agli antiacidi bisogna però modificare la dieta e lo stile di vita e in particolare assumere più fibre, bere più acqua, ridurre la caffeina, fare pasti piccoli e frequenti, evitare cibi grassi, dormire con la testa rialzata.

Se invece si prende una botta o si è punti da un insetto, si possono applicare pomate?
Le pomate hanno un'azione solo locale, perciò non ci sono controindicazioni particolari, sempre a patto che non se ne abusi.

Gli antibiotici sono pericolosi?
La maggior parte degli antibiotici si può assumere anche durante la gravidanza. Tra i più sicuri ci sono le penicilline, come l'amoxicillina o l'amoxicillina più l'acido clavulanico, le cefalosporine e i macrolidi. In ogni caso questo farmaco (e non solo in gravidanza) deve essere prescritto dal medico una volta accertata la natura batterica del disturbo. Sui virus, infatti, gli antibiotici non hanno alcun effetto e il loro abuso aumenta la cosiddetta antibioticoresistenza.

Questi sono vietati!

I farmaci controindicati in modo assoluto in gravidanza per l'alta incidenza di malformazioni correlate al loro uso sono:
• acido retinoico, usato per il trattamento di forme di acne severa
• acido valproato, un antiepilettico (l'incidenza di malformazioni è dose-correlata, un dosaggio basso associato a dosi massicce di acido folico può ridurre il rischio)
• antibiotici della famiglia delle tetracicline
• FANS, cioè gli antinfiammatori non steroidei con eccezione dell'acido acetilsalicilico
• metimazolo, usato nel trattamento dell'ipertiroidismo
• litio, usato in psichiatria
• antipertensivi ace-inibitori
• chemioterapici.

L'AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ha di recente lanciato una campagna di sensibilizzazione per promuovere l'uso consapevole e sicuro dei farmaci durante la gravidanza ("Farmaci e gravidanza"), oltre a uno per l'uso dei farmaci nei bambini ( "Farmaci e pediatria") 
www.farmaciegravidanza.gov.it

a cura di Elena Buonanno
con la collaborazione del DOTT. ROLANDO BREMBILLA
- RESPONSABILE U.O. DI GINECOLOGIA E OSTETRICIA PRESSO POLICLINICO SAN PIETRO DI PONTE SAN PIETRO -