Si dice che gli occhi siano specchio dell'anima. E se potessero dirci qualcosa anche sul nostro stato di salute fisico? È questo uno degli obbiettivi dell'iridologia, disciplina antica che già conoscevano gli Egizi, di cui oggi si sente sempre più spesso parlare. Cerchiamo di capire di cosa si tratta e come funziona con la dottoressa Simona Tadini, biologo nutrizionista che da anni si occupa anche di iridologia.

Che cosa è e a cosa serve l'iridologia?
Innanzitutto è importante dire che con la lettura dell'iride non si diagnostica nessuna patologia né in atto né futura. Permette, però, di conoscere quali sono i nostri "punti deboli" e quindi ci dà modo di mettere in atto tutti quegli accorgimenti affinché possiamo vivere sani il più a lungo possibile. Tanto per chiarire: se nell'iride ci sono segni che portano a pensare che si ha la tendenza a un sovraffaticamento epatico, il consiglio che si può dare è privilegiare alcuni alimenti piuttosto che altri, utilizzare fitoterapici specifici e adottare misure di stile di vita per alleggerire il lavoro del fegato. Secondo l'iridologia, infatti l'iride sarebbe una speciale carta topografica che riprodurrebbe, nel suo piccolo, tutta la mappa del corpo umano, la sua anatomia, le sue funzioni.

Una scienza millenaria
Le radici dell'iridologia affondano negli albori della civiltà. Nella cultura egizia, l'occhio è per l'uomo ciò che il Sole è per il sistema solare. Da qui nasce il culto per l'occhio del dio Horus. Nei papiri del 1500 a.C. compaiono riferimenti all'analisi dell'occhio in relazione alle malattie. Anche nella Medicina Tradizionale Cinese si tiene in gran conto l'osservazione dell'occhio e dell'iride (oltre alla lingua e ai segni del viso). Gli studiosi dell'antica Cina erano riusciti a legare le varie zone dell'iride e della sclera agli elementi costitutivi dell'uomo secondo i principi dell'agopuntura. L'iridologia moderna nasce nel 1886, con la pubblicazione della prima vera mappa iridea sulla rivista Homeopätische Monatsblätter del dottor Ignatz von Peczely. Pare che egli, all'età di dieci anni, catturò un gufo nel giardino di casa. Nel tentativo di fuggire, l'animale si ruppe una zampa e von Peczely notò immediatamente la formazione di una macchia nell'iride. A distanza di tempo, rilevò un fenomeno simile in un'iride umana. Oggi l'iridologia è molto sviluppata in alcuni Paesi, tra cui la Russia, in cui è entrata negli ospedali.

E come si legge nell'iride?
I segni rilevabili sono molteplici e ognuno di essi ha un significato particolare che può raccontare qualcosa dell'organo a cui si riferisce, del modo di porsi e di affrontare certe situazioni da parte dell'individuo o addirittura di eventuali traumi passati che possono aver lasciato traccia. Per questo motivo l'iridologia può essere di supporto a varie discipline sanitarie. Già partendo dal colore di base (azzurro, marrone, misto) si hanno informazioni. È importante osservare anche la disposizione delle fibre connettivali, per esempio se esse sono disposte ad anelli concentrici, indicano la tendenza ad avere contratture muscolari. Ci sono poi colorazioni che si sovrappongono a quelle di base e che ci offrono informazioni ancora più dettagliate, per esempio sulla capacità del sistema linfatico di drenare le tossine o accumularle in un organo particolare. I colori stessi delle macchie che si rilevano hanno significati legati a organi specifici (il viola riguarda il timo, l'arancio rimanda alle ghiandole surrenali, i vari tipi di marrone sono legati al fegato etc.). Anche la sclera (la parte bianca visibile dell'occhio) presenta segni utili (ad esempio il decorso dei capillari sanguigni), così come la forma stessa della pupilla che può essere impercettibilmente ovalizzata o schiacciata in un settore.

A cura di Maria Castellano
con la collaborazione della Dott.ssa Simona Tadini
Biologo nutrizionista, naturopata ed esperto in fitoterapia, di Treviglio