A questa e altre domande risponde il più noto meteorologo della tv italiana, il colonnello Mario Giuliacci, che avverte: “oltre a farci ammalare di più, il clima impazzito ci fa perdere la lucidità mentale”.

Professor Mario Giuliacci, come climatologo e meteorologo, com’è cambiato il clima negli ultimi decenni?

“Il surriscaldamento del pianeta è uno dei cambiamenti più evidenti e documentati, con le temperature globali che hanno registrato un aumento, in media, di 1°C. Nelle regioni del Mediterraneo, questo incremento è più significativo e supera i 2°C. Nei circoli polari, la situazione è ancora più critica, con un aumento di 4-6°C. Questo incremento ha portato a una fusione accelerata dei ghiacciai, con conseguenze sul clima e sull’ambiente. In Italia, le incursioni anticicloniche sono sempre più frequenti, con ondate di caldo estremo durante l’estate. Il surriscaldamento dei suoli e dei mari crea un circolo vizioso che amplifica ulteriormente il problema. Spesso, quando l’ondata di caldo si attenua, l’allontanamento della calura è seguito da prime perturbazioni atlantiche che portano con sé piogge abbondanti a carattere temporalesco, con il rischio di alluvioni e altri eventi meteorologici estremi”.

La comunità scientifica ha più volte lanciato l’allarme sui rischi del riscaldamento globale per la salute. Quali le malattie correlate?

“Non solo si registra un incremento nella frequenza delle ondate di calore, ma anche della loro intensità. Il numero di giornate con temperature superiori ai 40°C è in costante crescita: nell’estate del 2022 in Italia si sono registrate 13 giornate estremamente calde, mentre nel 2023 addirittura 44. Purtroppo, non c’è motivo di sperare che quest’anno la situazione sia diversa! Questo comporta rischi per la salute. Cito due esempi. Il rischio maggiore è rappresentato dall’arresto cardiaco dovuto ai colpi di calore, soprattutto per gli anziani. Inoltre, si aggiunge un altro rischio derivante dall’arrivo e dall’adattamento di agenti patogeni e specie esotiche al nostro clima. Un esempio emblematico sono le zanzare tigre, che trovano un ambiente favorevole nel no-
stro clima più caldo. Queste zanzare possono trasmettere malattie tipiche dei luoghi da cui provengono, come la dengue, creando ulteriori complicazioni sanitarie”.

Da un punto di vista più “psicologico”, come tramutare l’ecoansia in qualcosa di positivo per agire concretamente?

“E’ evidente che stiamo sperimentando direttamente gli effetti negativi del cambiamento climatico: ondate di calore, alluvioni, nubifragi violenti sono diventati sempre più frequenti e intensi, generando preoccupazione per il futuro. La reazione a questa situazione deve essere improntata all’informazione e all’azione. È importante informarsi il più possibile sui cambiamenti climatici e sulle loro cause, per comprendere come ciascuno possa contribuire a rallentare o invertire questo processo. Stiamo facendo dei passi avanti concreti per contrastare il cambiamento climatico, ma è necessario un impegno più coordinato anche a livello globale per affrontare questa sfida”.

Un volto storico della tv
Il Colonnello Mario Giuliacci si è laureato in Fisica nel 1967 presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Dal 1969 è Ufficiale del Servizio Meteo dell’Aeronautica Militare dove, dal 1983 al 1990, ha diretto il Centro meteo del Nord Italia a Milano Linate. 
Dal 1986 al 1993 è stato docente di Fisica dell’Atmosfera presso il Corso di Laurea in Fisica Università agli Studi Milano e poi, dal 1994 a 2014, presso l’Università agli Studi di Milano-Bicocca. Dal 1995 al 2010 è stato direttore del Centro Epson Meteo e in video sui telegiornali di Canale 5. Nel 2014 ha attivato un proprio sito professionale, www.meteogiuliacci.it e oggi è presente come @meteogiuliacci.it, insieme alla sua Meteorina Elisa, sulle piattaforme Social Tiktok, YouTube, Instagram, Facebook.

Parliamo di smog. Bergamo e la pianura Padana - per la sua conformazione orografica - sono spesso attenzionati per gli alti livelli di PM10 e altre polveri sottili a causa di traffico, riscaldamento e allevamenti intensivi. Quali i rischi per la salute di questa esposizione all’aria inquinata?

“Innanzitutto, il termine PM10 si riferisce alle particelle sospese nell’aria con un diametro inferiore a 10 micrometri, cioé un decimo di millimetro. Queste particelle sono spesso originate da varie fonti di inquinamento, tra cui il logoramento degli pneumatici delle automobili. Le particelle di PM10 possono raggiungere i bronchioli e aumentare il rischio di malattie respiratorie e persino di tumori. L’effetto di protezione offerto dalle Alpi e dagli Appennini alla pianura Padana rallenta la dispersione degli inquinanti nell’aria. L’aumento del traffico automobilistico contribuisce all’accumulo di PM10 nell’atmosfera, mantenendo quindi alti i livelli di smog, una combinazione di “smoke” (fumo) e “fog” (nebbia), causata proprio dalle particelle sospese”.

Secondo i dati rilevati fino a metà febbraio, l’inverno 2023/2024 potrebbe essere quello più caldo dal 1955. In più, il 2024 risente ancora del fenomeno meteorologico de El Nino, che scalda gli oceani. Cosa aspettarci per la prossima estate?

“Negli ultimi cinque anni, quattro estati si sono classificate tra le più calde mai registrate. Ma perché quest’anno sembra essere ancora più caldo? La risposta risiede in
una serie di fattori, tra cui l’anomalo riscaldamento dell’Oceano Pacifico noto come El Niño. Nei primi tre mesi di quest’anno, il Pacifico ha registrato temperature sopra la media, fenomeno che in Italia si avverte con un ritardo di circa sei o sette mesi. Questo significa che il periodo di El Niño sull’oceano sta per concludersi, ma ciò che ne deriva è destinato a raggiungerci nei prossimi mesi. Quindi, ci aspetta un’estate più calda che mai! Questo aumento delle temperature estive potrà anche avere effetti negativi sulla società. Si è notato che durante le ondate di calore, la capacità cognitiva delle persone (la cosiddetta “trebisonda”) tende a diminuire. In molti casi è stato osservato un aumento della criminalità e degli omicidi, che potrebbe essere correlato proprio a questo indebolimento delle capacità cognitive causato dal caldo eccessivo”.

A cura di Claudio Gualdi