Sette italiani su 10 dopo i 70 anni soffrono di cataratta, un problema che riguarda indifferentemente uomini e donne e si manifesta con annebbiamento della vista, come se si vedesse attraverso un vetro appannato. Nelle fasi più avanzate questa condizione arriva a compromettere il normale svolgimento delle attività quotidiane e quindi la qualità di vita. Per fortuna oggi la cataratta può essere risolta efficacemente con un intervento chirurgico mini-invasivo, grazie anche a nuove tecnologie e lenti di ultima generazione, come ci spiega il dottor Fabio Mazzolani, oculista.

Dottor Mazzolani, innanzitutto ci spiega che cosa si intende con cataratta?

La cataratta è l’opacizzazione del cristallino, la lente naturale situata all’interno del nostro occhio che ha la funzione sia di filtro della luce che penetra attraverso la pupilla sia di messa a fuoco per la visione da vicino. Normalmente infatti il cristallino è trasparente, la luce lo attraversa colpendo la retina, permettendo al cervello di ricevere immagini nitide e ben focalizzate.

Quali sono i sintomi con cui si manifesta?

Il sintomo più comune è l’annebbiamento della vista, ma possono insorgere anche difficoltà nel di-stinguere gli oggetti in ambienti poco luminosi, sensazione di fastidio se sottoposti a luce intensa (abbagliamento), visione di aloni intorno alle sorgenti luminose. I colori appaiono meno vivaci e, in molti casi, può verificarsi la comparsa o l’aumento della miopia.

In che modo si può risolvere il problema?

Con un intervento chirurgico, con il quale si va a sostituire il cristallino con un cristallino artificiale, ovvero una lente intraoculare di materiale biocompatibile creato appositamente per posizionarsi all’interno dell’occhio. La scelta della lente giusta per il paziente è un momento fondamentale e critico tanto quanto l’intervento chirurgico e deve essere il più possibile personalizzata: non ci sono due persone perfettamente uguali, così come non esistono occhi identici pur appartenendo alla stessa persona. Per questo motivo, negli anni sono state messe a punto diverse tipologie di lenti per soddisfare le esigenze di pazienti con diverse problematiche: alcune offrono una gamma completa di visione coprendo tutte le distanze di lavoro, altre ancora offrono una visione più dettagliata a distanze specifiche, permettendo di correggere difetti visivi come miopia, astigmatismo e presbiopia. È importante quindi, durante la visita oculistica, valutare insieme al proprio oculista di fiducia le proprie abitudini di vita, aspettative e necessità che si vogliono migliorare dopo l’intervento chirurgico.

Come si svolge l’intervento?

L’intervento di cataratta si esegue in anestesia locale previa instillazione di alcune gocce di collirio anestetico che permettono l’assenza di dolore durante l’intervento. La tecnica utilizzata attualmente in tutto il mondo è la cosiddetta facoemulsificazione, che prevede la frantumazione del cristallino opacizzato e la sua sostituzione con un cristallino artificiale. L’intervento, senza complicanze, dura circa 15-20 minuti e può essere eseguito con chirurgia standard o con l’utilizzo del femtolaser o laser a femtosecondi, che rappresenta oggi l’ultima frontiera tecnologica in questo campo. Il laser a femtosecondi crea impulsi della grandezza di pochi micron (millesimi di millimetro) e di brevissima durata che possono essere indirizzati a diverse profondità nell’occhio per “tagliare” i tessuti senza utilizzo di bisturi e senza alcun danno alle strutture dell’occhio.

Questo permette di effettuare una procedura assistita in cui il chirurgo affianca le tradizionali procedure dell’intervento alla tecnologia laser riducendo i potenziali rischi e le eventuali complicanze. Dopo qualche ora dall’esecuzione dell’intervento chirurgico, il paziente può fare ritorno a casa. La terapia post-operatoria consiste solitamente in gocce da instillare per alcune settimane e il riposo per qualche giorno pur potendo continuare le normali attività quotidiane che non implichino sforzi fisici o potenziali traumi. Mi preme però ricordare che, per quanto attualmente l’intervento di cataratta sia una procedura eseguita routinariamente, rimane pur sempre un intervento chirurgico con potenziali rischi e imprevisti che devono sempre essere “messi in conto” dal paziente.

Dopo quanto tempo si ricomincia a vedere bene?

Dopo alcuni giorni si ha già un recupero visivo soddisfacente, che dopo 10-15 giorni può essere completo. In alcuni casi, dopo un tempo variabile da persona a persona (mesi o anni), può insorgere la cataratta secondaria, ovvero l’opacizzazione della sottile e trasparente membrana su cui si appoggia la lente intraoculare. La risoluzione è la rimozione di questa opacità attraverso uno specifico laser, con una procedura indolore, ambulatoriale e della durata di pochi minuti.

 

a cura di Maria Castellano
con la collaborazione del dott.Fabio Mazzolani