«Gli ultimi tre anni sono stati preziosi per consolidare la professione del farmacista come figura di riferimento sul territorio e per i cittadini. La fiducia che si instaura con i pazienti è tale da permettere una confidenza unica: il farmacista è il consigliere a cui potersi rivolgere sempre. Un consigliere che, grazie a master o scuole di specializzazione, può rappresentare un punto di riferimento qualificato anche in specifici settori di specialità, come ad esempio quello oncologico, offrendo la possibilità di una grande rete territoriale in grado di non far sentire solo il paziente, anche al di fuori dell’ospedale». Dice la dottoressa Mara Brunelli, farmacista oncologico. Ci siamo rivolti e lei per conoscere meglio questa figura, introdotta recentemente.

Come si diventa farmacista oncologico?

Frequentando il corso di specializzazione in farmacia oncologica. Si tratta di un corso introdotto negli ultimi anni che garantisce al farmacista di approfondire la materia sotto i vari aspetti e le fasi che caratterizzano la malattia. A questo proposito è doveroso specificare che l’intenzione del farmacista non è quella di modificare o mettere in discussione le terapie proposte, bensì di offrire supporto e permettere al paziente di sentirsi rassicurato qualora ci fossero perplessità o paure riguardo ciò che dovrà affrontare.

Che tipo di formazione offre questo corso?

La scuola prevede un primo anno di formazione generale in cui vengono affrontate tematiche multidisciplinari per il consiglio e l’assistenza al paziente. La prima parte riguarda lo studio dell’evoluzione della terapia antiblastica, necessario per avere il giusto inquadramento del tipo di cura che il paziente dovrà intraprendere. Saper leggere i fogli di dimissione ospedaliera e avere subito un’idea chiara dello stadio del tumore del paziente è fondamentale per approcciare in maniera concreta il problema. Quando ad esempio un paziente affronta una terapia chemioterapica orale il farmacista può intervenire per monitorarne la compliance e cercare di evitare errori dovuti all’ingente numero di compresse che la persona, soprattutto se anziana, deve assumere tutti i giorni. Durante il primo anno di scuola si affrontano anche altre due tematiche che riguardano da vicino il mondo della farmacia, nello specifico l’alimentazione e la cosmetologia. La relazione con il paziente oncologico è un altro tassello che viene analizzato durante la preparazione del corso. Ogni persona reagisce in modo estremamente personale alla diagnosi di malattia e per prima cosa devono essere rispettate le paure e le perplessità che insorgono in una fase di vita così delicata. La scuola prevede infine altri due moduli (spalmati su due anni) di approfondimento: il primo è incentrato sul melanoma, sui suoi aspetti clinici e sugli aggiornamenti terapeutici. Il secondo riguarda il tumore alla mammella e al colon-retto, screening e prevenzione. Essere in costante aggiornamento è l’unico modo per poter seguire passo passo i pazienti.

Qual è in particolare il ruolo del farmacista oncologico nell’ambito dell’alimentazione e della cosmetologia?

Avere uno stile di vita sano ed equilibrato è infatti la miglior prevenzione e cura per qualunque tipo di malattia. Il farmacista ha un ruolo importante nel diffondere informazioni corrette riguardo un’alimentazione adeguata, soprattutto quando si tratta di pazienti oncologici. Infatti I pazienti sottoposti a chemioterapia hanno spesso forti ripercussioni sul tratto gastroenterico ed è necessario guidarli verso un’alimentazione che li possa far sentire meglio e che sia sostenibile per l’organismo. Il farmacista oncologico sa consigliare al paziente gli alimenti per limitare la nausea o evitare altre pietanze in modo da non andare incontro a interazioni con la terapia in atto (soprattutto quando si tratta di terapie ormonali). Risulta quindi di fondamentale importanza dialogare con la persona riguardo le sue abitudini alimentari, perché solo in quel momento si può capire come poterla aiutare. Quando si correggono gli errori che compiono, anche inconsapevolmente, durante colazione, pranzo e cena, i pazienti notano subito un miglioramento del loro stato psicofisico e ciò li rasserena. La cosmetologia, invece, che viene affrontata in modo meticoloso durante il corso (dalle basi anatomiche della pelle alle varie possibili reazioni cutanee che si verificano in seguito a radioterapia e chemioterapia), aiuta a supportare al meglio il paziente nella scelta dei detergenti da poter usare per evitare reazioni avverse a causa della cute più sensibile. Nonostante le esigenze della pelle spesso vengano messe in secondo piano, è importante consigliare le giuste creme idratanti e lenitive per favorire il proseguimento delle cure. Il cancro è inoltre correlato alla perdita dei capelli, fenomeno purtroppo spesso inevitabile. Solo con un buon livello di empatia si può interagire col paziente interessato, soprattutto se donna, accompagnandolo nelle sue scelte più delicate quali ad esempio l’uso o meno della parrucca o del turbante.

 

A cura di Claudio Gualdi
con la collaborazione di Dott.ssa Mara Brunelli
Farmacista Oncologico
Farmacia Seriana Gazzaniga