Una grande festa che ha mandato in soffitto anche lo storico campanilismo calcistico. Così Bergamo e Brescia, le capitali italiane della cultura, anzi la Capitale, al singolare, ha iniziato il suo singolare anno. Per l’inaugurazione, il 20 gennaio a Brescia è intervenuto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella (che di recente aveva partecipato all’Assemblea dell’Anci nella nostra città), a Bergamo il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. E poi si sono scatenati i cittadini, 20 mila nella città orobica e altrettanti dai cugini con cortei, balli e concerti, musei aperti, tante luci, fuochi d’artificio e soprattutto un bellissimo spettacolo ideato e condotto da Francesco Micheli, direttore artistico del Donizetti. Ma un grande riconoscimento è venuto dagli Stati Uniti, dove il principale giornale “New York Times” ha inserito la Capitale italiana della cultura nei 52 luoghi da visitare questo anno. “I riflettori”, scrive la giornalista Julie Besonen “cadranno su queste due città lombarde che sono state nominate congiuntamente Capitale della cultura. Più di mille progetti artistici, eventi musicali e teatrali, alcuni all’aperto, passeggiate nella natura e nuove piste ciclabili sono le vie da seguire per mettersi alle spalle i tragici titoli di giornale che hanno raccontato queste province nel 2020 quando sono state devastatae dal coronavirus più di ogni luogo d’Italia. Bergamo si distingue per la storica Città Alta e la moderna Città bassa collegate da strade strette, sentieri e da una funicolare. Brescia, a circa 30 miglia (una quarantina di chilometri N.D.R) è un bel crocevia di siti romani, medievali e rinascimentali. Siamo in Italia e il cibo eccezionale è un’altra attrazione. I menù di questa area propongono taragna e soprattutto i casoncelli con burro e salvia, dei veri piccoli miracoli di pasta che dimostrano quanto può essere ancora bella la vita”. “Un riconoscimento importante” commenta Nadia Ghisalberti, assessore alla Cultura di Bergamo “che riempie di soddisfazione i cittadini e premia il lavoro di tante persone, dai sindaci alle associazioni in prima linea per lo sviluppo turistico e culturale”.

Ma come è nata la Capitale della cultura italiana per il 2023? E quali sono gli obiettivi? Lo ha spiegato nel suo intervento all’inaugurazione il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, al suo secondo e ultimo mandato da primo cittadino.
Che con il collega di Brescia è riuscito ad organizzare questo spettacolare evento e a risolvere il campanilismo, forse non solo calcistico, delle due città.

«È un grande privilegio che viviamo con orgoglio e gratitudine nei confronti di chi ha voluto accogliere l’istanza di candidatura che insieme al sindaco di Brescia Del Bono, nel maggio del 2020, decidemmo di indirizzare al Ministro della Cultura; innanzitutto per dare alle nostre città, gravemente ferite dal Covid un segnale di reazione e di speranza. Il titolo, concesso direttamente dal Parlamento, ha assunto per le nostre comunità un fortissimo valore simbolico, a rappresentare un vero orizzonte di rinascita. E ci ha motivati a costruire un progetto ambizioso, che speriamo all’altezza della generosità di quanti ci sono stati vicini. La Capitale Italiana della Cultura 2023 si sviluppa attraverso un programma comprendente oltre cento grandi progetti, a cui faranno corona moltissime altre iniziative che prenderanno corpo nel corso dell’anno grazie al coinvolgimento di tutte le realtà che nei nostri territori si sono attivate, hanno fatto rete e costruito collaborazioni: fondazioni, associazioni, enti pubblici, imprese, università. Attraverso un ricchissimo palinsesto di eventi, ma altresì attraverso forme inedite di cooperazione, Bergamo e Brescia si racconteranno all’Italia e all’Europa lungo un anno che vuole essere l’innesco di percorso di sviluppo, sociale ed economico, fondato sulla cultura. Alla base del progetto complessivo c’è infatti l’idea della cultura come grande forza generatrice, strumento di emancipazione per gli individui e per le comunità.

«Abbiamo lavorato per innescare queste energie, con l’obiettivo di tessere molteplici e solide relazioni tra due territori che, benché confinanti, molto simili e accomunati da morfologia, storia, tradizioni e profilo economico-produttivo, non avevano una consuetudine di collaborazione. Abbiamo costruito un originale modello di governance tra enti pubblici e soggetti privati, grazie al supporto del Governo e di Regione Lombardia, da un lato, e dall’altro grazie alla generosa partecipazione delle Fondazioni di territorio e di importanti imprese, e puntato sul più ampio coinvolgimento delle nostre comunità; con l’obiettivo, prima ancora dell’incremento dei flussi turistici, di favorire la crescita dei consumi culturali dei nostri cittadini, a partire dai giovani e da coloro che raramente si trovano a frequentare teatri, musei e sale da concerto.

Ci abbiamo lavorato per oltre due anni, con le nostre squadre, condividendo l’idea che questa sia davvero un’occasione per crescere insieme: Bergamo Brescia 2023 è un laboratorio vivo di collaborazione tra enti, del tutto originale ed inedito, e la nostra speranza è che la collaborazione possa proseguire ben oltre quest’anno, coinvolgendo tutti coloro che ne condividono lo spirito, e produrre un’eredità feconda e duratura. Grazie al contributo di tutti abbiamo cercato di comporre il disegno di un territorio in movimento verso il futuro, un territorio con due capoluoghi che diventano una sola Capitale. Un territorio che riconosce la cultura, in tutte le sue espressioni, da quella artistica a quella scientifica, da quella industriale a quella della solidarietà, come il dono più grande che si può fare ad una persona. Perché cultura è sinonimo di libertà e di emancipazione: il miglior antidoto alla paura, allo spaesamento e alla tristezza: per questo è importante che sia accessibile a tutti.

«Il titolo che abbiamo voluto dare a questo grande progetto è “La città illuminata”, pensando proprio alla cultura come ad una luce che ci aiuta ad affrontare i grandi cambiamenti del nostro tempo, a comprenderli e a non sentircene sopraffatti: la luce della conoscenza. Ma “illuminata” può significare anche “aperta”, “di ampie vedute”, come vogliamo che siano le nostre città: accoglienti, in grado di riconoscere le differenze come un valore. E “Illuminata” è la comunità cittadina che nei momenti difficili ci appare come un faro, un punto di riferimento e di approdo. Così vogliamo che siano le nostre città. “Brescia e Bergamo, la Leonessa d’Italia e la Città dei Mille, hanno concretamente contribuito al processo che ha portato alla nascita del nostro Paese. Oggi condividono un’occasione che è anche una responsabilità, rappresentare l’Italia al meglio, anche di fronte all’Europa. Ci metteremo tutto il nostro impegno e il nostro entusiasmo, desiderosi di condividere la luce e la bellezza delle nostre città con chiunque vorrà farci visita.»

 

A cura di Lucio Buonanno