Il dito a scatto, chiamato anche tenosinovite stenosante, è una problematica molto comune, ma anche di semplice risoluzione. Se diagnosticato e trattato tempestivamente, infatti, è possibile risolvere la patologia e recuperare anche al 100%.

Quando i tendini delle dita fanno fatica a “scorrere”
Il dito a scatto può verificarsi nelle quattro dita lunghe o nel pollice, ed è una patologia a carico dei tendini flessori. I tendini funzionano come degli elastici e hanno l’obiettivo di piegare le dita. Scorrono, avvolti nella loro guaina (chiamata tenosinovia), all’interno di tunnel fibrosi creati dalle pulegge, delimitati dall’arco delle pulegge e dalla base l’osso, che gli permettono regolare nutrizione e scorrimento. Il dito a scatto consiste in un deficit di scorrimento di tali strutture e può verificarsi per un aumento di spessore del tendine, della guaina o della puleggia. Ogni volta che il tendine si mette in tensione all’interno della puleggia si schiaccia producendo dolore e può scattare generando ulteriore infiammazione e ispessimento delle strutture, andando a creare un circolo vizioso ogni volta che il paziente piega il dito.

Sovraccarico funzionale e microtraumi tra le cause più frequenti
Tra le cause del dito a scatto possono esserci microtraumi o un sovraccarico funzionale dovuto a prese ripetute e forti. Tra i fattori di rischio principali ci sono alcune condizioni mediche come l’artrite reumatoide e le malattie reumatiche, la gotta e il diabete.

I sintomi? Dolore, gonfiore, rigidità
Il dito a scatto si manifesta con dolore, gonfiore, rigidità o perdita di movimento e sintomi meccanici.
Vediamoli uno per uno.
> Dolore: può iniziare con un disagio percepito alla base del dito interessato, che aumenta esercitando una pressione sull’area della puleggia; all’inizio il dolore è legato all’attività della presa ma poi, nel tempo, può causare compressione e dolore a prescindere dall’uso delle mani.
> Gonfiore: con il tempo può svilupparsi un nodulo alla puleggia causato da un rigonfiamento nodulare all’interno del tendine o allo sviluppo di una cisti piena di liquido; il gonfiore può anche interessare tutto il dito.
> Rigidità o perdita di movimento: un dito a scatto può comportare la perdita della capacità di piegare e raddrizzare il dito; questa disfunzione è più comune nelle fasi croniche non trattate in cui il dolore è persistente.
> Sintomi meccanici: si tratta di schiocchi o blocchi articolari nel movimento del dito interessato.

Le opzioni di trattamento
Trattare un dito a scatto significa ridurre o eliminare il gonfiore e il blocco, consentendo un movimento completo e indolore del dito. Dopo una prima valutazione ortopedica, la scelta di trattamento può essere di tipo conservativo o chirurgico.

Conservativo
> Iniezioni di corticosteroidi: le infiltrazioni di questo farmaco hanno la peculiarità di avere una forte e quasi immediata azione antinfiammatoria. A volte sono in grado di risolvere i problemi più leggeri o, quantomeno, alleviare i sintomi delle situazioni più complesse.
> Fisioterapia: se eseguita da un terapista specializzato sulla mano, può essere di grande aiuto insieme all’educazione del paziente. La prima indicazione è cercare di modificare le attività lavorative, facendo particolare attenzione alle prese di forza e ripetitive. Importante inoltre è tenere l’arto a riposo. Si può anche cercare di ingrandire il diametro dell’impugnatura degli attrezzi maggiormente utilizzati per evitare di aumentare lo stress a carico dei tendini. Il terapista può poi confezionare un tutore notturno volto a ridurre il gonfiore evitando il bloccaggio doloroso durante il sonno, o un tutore diurno da utilizzare nelle attività quotidiane. I tutori sono molto utili anche in prospettiva di un intervento chirurgico non programmato a breve termine. Inoltre si possono ottenere benefici da alcuni esercizi svolti anche a domicilio. È sempre buona cosa che il fisioterapista insegni concetti ed esercizi, come il movimento articolare passivo per un migliore scorrimento del tendine e trattamenti antiedemigeni volti a far ridurre l’infiammazione e il conseguente gonfiore.

Chirurgico
Se i trattamenti conservativi non alleviano i sintomi, può essere utile sottoporsi a un intervento chirurgico, solitamente effettuato in day hospital. La chirurgia consiste nell’aprire, attraverso una piccola incisione, la puleggia alla base del dito, cioè all’inizio del canale digitale, in modo che il tendine possa scivolare più liberamente. Il clic o lo schiocco scompaiono nella maggior parte dei casi dopo aver tagliato la puleggia. Durante il trattamento chirurgico il paziente rimane sveglio con anestesia locale, essendo così in grado di muovere la mano aiutando anche il chirurgo a verificare la risoluzione del problema. Nel post chirurgico il movimento delle dita recupera in modo molto soggettivo. Di solito non è necessario ricorrere a un intervento fisioterapico, ma se la rigidità del dito persiste diventa fondamentale affidarsi a un terapista specializzato sulla mano per velocizzare i tempi di recupero. Per i casi più gravi in cui il dito rimane piegato si può confezionare un tutore post chirurgico su misura per riportare il dito nella posizione naturale di completa estensione. 

A cura del dott. Davide Smarelli
Specialista in Ortopedia e Traumatologia
Responsabile Chirurgia della mano
Humanitas Gavazzeni Bergamo
e di Simone Giori
Fisioterapista
Humanitas Gavazzeni Bergamo