«Sono contentissima. Avrei voluto giocarmela in pista, ma comunque è stata una vittoria schiacciante, ho vinto quattro gare su 5 e il peggior risultato è stato un secondo posto. Il giorno della gara finale la sveglia è arrivata prestissimo, intorno alle 5.10, perché la giornata si annunciava intensa fra prova e gara. Così sono andata in palestra per i primi esercizi di attivazione, poi è arrivata la notizia della cancellazione della gara e della mia vittoria. È la mia seconda Coppa mondiale di discesa libera, penso sia meritata, avevo un buon vantaggio. L’infortunio è arrivato nel momento sbagliato, alla vigilia dei Mondiali, tuttavia il fatto di avere fatto l’impossibile per essere qui dopo 45 giorni, mi rende orgogliosa. Ho recuperato in tempi molto brevi, già una settimana fa abbiamo visto che il callo osseo era praticamente rimarginato, sono riuscita in pochi giorni di allenamento a capire che la forma non era poi così male». Sono state queste le prime parole di Sofia Goggia dopo la vittoria della seconda Coppa del mondo di discesa libera in carriera.

Dalle lacrime alla felicità. Da uno stupido infortunio che le ha fatto saltare la partecipazione ai mondiali di Cortina d’Ampezzo, il 31 gennaio, alla Coppa del Mondo di discesa libera di sci. Sofia Goggia, bergamasca di Astino, 28 anni, campionessa olimpica, due mondiali, adesso sorride. Ma allora era sconvolta, triste, disperata. Si era preparata per tutta la stagione all’appuntamento iridato e invece, come racconta lei stessa «sono caduta nella neve marcia con lo zaino pesante in spalla sulla pista di rientro dopo l’annullamento di una gara a Garmisch. È stato terribile». Ma come al solito Sofia ce l’ha messa tutta.

Come le altre quattro volte in cui si era infortunata seriamente. Cinque in totale. La prima a 15 anni. L’ultima con la rottura del piatto tibiale del ginocchio destro. Per un mese e mezzo ha fatto esercizi in palestra per non perdere il tono muscolare. «E ho svolto la riabilitazione presso FisioCenter Multimedica di Bagnolo San Vito in provincia di Mantova» ci dice. «Un lavoro che ha dato ottimi frutti. Mi sono consegnata nelle mani delle poche persone di cui mi fido ciecamente. Una di queste è Roberto Galli, mi conosce da quando avevo 15 anni e per me è come un secondo padre. Se sono riuscita ad ottenere certi successi è grazie ai recuperi che mi ha sempre fatto fare. Questa volta comunque si è trattato di un infortunio relativamente semplice da superare». Tanto lavoro anche a casa sotto lo sguardo vigile di papà Ezio, ingegnere e pittore, e di mamma Giuliana, guardata a vista anche dalla sua pastora australiana Belle che quando può se la porta anche sulle piste di sci.

E finalmente di nuovo sugli sci. «È stato molto bello. Mi hanno sicuramente aiutato i tanti messaggi di solidarietà arrivati nelle prime settimane, dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ma anche da numerose personalità del mondo sportivo e semplici appassionati. E ringrazio di cuore le mie compagne per come mi hanno supportato, hanno sofferto con me. La delusione per la mancata partecipazione ai Mondiali di Cortina è però rimasta tanta. terribile non esserci, ma sono consapevole che nella vita ci sono cose ben più gravi e importanti. È stato difficile accettarlo, adesso però dobbiamo per forza guardare avanti, verso i prossimi obiettivi, le Olimpiadi di Pechino dell’anno prossimo» dice la campionessa che da anni indossa anche la divisa delle Fiamme Gialle, la Guardia di Finanza, e che tra i tanti trofei annovera anche un Tapiro d’oro di “Striscia la notizia” ricevuto mentre usciva dalla palestra ancora con le stampelle. Riconoscimento che lei ironicamente commentò: «sarà l’unico oro che vincerò quest’anno. Spero di ottenere il prossimo per meriti sportivi». Niente di più sbagliato. Per la seconda volta in carriera, a distanza di tre anni, ha vinto la Coppa del Mondo di discesa libera (davanti alle svizzere Corinne Suter distanziata di 70 punti e Lara Gut) bissando quella vinta quest’anno dalla sua amica Marta Bassino in slalom gigante. «E non parlatemi di fortuna. Anzi non scrivete che sono stata fortunata perché la gara è stata annullata. È successo anche l’anno scorso con la Coppa vinta da Federica Brignone. Anche lei è stata definita fortunata, anche se aveva sbaragliato il campo e non aveva potuto fare le ultime gare per il maltempo. Io ho vinto 4 gare su 5 disputate. Non mi dite che sono stata fortunata perché non si è potuto gareggiare per le proibitive condizioni atmosferiche. Sono venuta qui per fare la mia gara e purtroppo non l’ho potuta fare. Avrei voluto vincere la Coppa sul campo».

Adesso si riposerà un po’ Sofia. Si dedicherà alla sua amica del cuore, Belle che spesso mostra su Facebook mentre l’abbraccia e la coccola. E ai suoi hobby, la filosofia e la poesia. Il suo poeta preferito è John Keats di cui ha fatto sua una frase “La vita è un’avventura da vivere, non un problema da risolvere”. Sofia è davvero uno spirito libero, nata sotto il segno dello Scorpione, di cui ha tutti i connotati: cocciuta, tenace, battuta pronta. È un talento della neve, anzi la regina della discesa libera. Ma è anche una patita della musica, dalla classica a Fedez e J-Ax e della polenta. «Se non la sai fare non sei nessuno» ha detto più volte. Ma i suoi principi, come ci aveva sottolineato in una nostra intervista del 2016 sono: «Tranquillità, concentrazione e consapevolezza». E aggiunge ora: «Sono i tre ingredienti che mi servono. Credo rimangono sempre validi anche a quattro anni di distanza. In questo tempo sono arrivati molti risultati e quindi la ricetta è giusta ma aggiungerei anche un’ulteriore esperienza raccolta in pista e fuori». E gli studi? «Sono ancor iscritta a un corso universitario anche se mi riesce difficile frequentare con continuità. L’attività agonistica mi assorbe al 100 per cento ma non escludo un giorno di inseguire anche l’obiettivo della laurea». E l’amore? Sofia preferisce non rispondere. Ora si dedica anima e corpo alla preparazione delle prossime Olimpiadi. 

sofia goggia

Ph: Pentaphoto/Archivio Fisi