“Il nuovo coronavirus è già mutato quindi il vaccino autorizzato non serve a niente”. “Assumere tanta vitamina C previene il contagio da nuovo coronavirus”. “Se si è stati a contatto con soggetti positivi al virus si possono prendere dei medicinali che prevengono l’infezione”. Sono solo alcune delle fake news, in italiano bufale, circolate in questo ultimo anno di emergenza sanitaria. Notizie volutamente false, ingannevoli, create per disinformare e diventare virali attraverso internet (social media soprattutto). Un fenomeno pericoloso da non sottovalutare - soprattutto quando le fake news riguardano temi di salute pubblica come nel caso della pandemia da Covid 19 - per arginare il quale sono scesi in campo le istituzioni e anche gli stessi colossi del web. Google, ad esempio, ha dato vita a un fondo da 3 milioni di euro per contrastare la disinformazione sui vaccini, mentre la Commissione europea ha chiesto a Google, Facebook, Twitter e Microsoft di pubblicare resoconti mensili sugli sforzi per contrastare le fake news, in particolare sul Covid 19. Anche senza arrivare alle fake news, quello che negli ultimi mesi è risultato evidente è una costante e sempre più agguerrita caccia al click che ha portato a usare toni allarmisti, esasperati, catastrofici (non da parte di tutti ovviamente, la stampa bergamasca, ad esempio, ha dato prova di grande responsabilità anche sotto questo punto di vista). Toni che certo in diverse fasi di questa pandemia sono stati più che giustificati, ma in altre forse no. Il risultato è, in molti casi, una radicalizzazione dell’informazione, tra chi vede sempre tutto nero e chi al contrario minimizza, all’interno della quale il comune cittadino si è trovato in diversi casi disorientato e smarrito. “Ma a chi devo credere?”, “Chi ha ragione?”. Certo non è compito nostro rispondere a queste domande e stabilire chi ha ragione e chi no, anche perché come dicevano gli antichi “in medio stat virtus” (“la virtù sta nel mezzo”). Quello che invece è certo - e i nostri lettori fedeli lo sanno - è che fin dall’inizio Bergamo Salute ha sempre cercato di offrire informazioni scientifiche affidabili, con un taglio non “sensazionalista” ma “equilibrato” nel quale ciascuno si potesse ritrovare. Un impegno che abbiamo mantenuto anche e soprattutto in questo anno così difficile, nella speranza di poter stare vicini - anche a distanza - ai nostri lettori. 

Elena Buonanno
Disegno di Adriano Merigo