Il 21 dicembre 2020 l’Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) ha approvato Comirnaty, il primo vaccino “anti-Covid” autorizzato in Europa, sviluppato dalla Pfizer/Biontech. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha seguito a stretto giro, approvando già il giorno dopo la distribuzione su tutto il territorio nazionale e prevedendo allo stesso tempo la somministrazione gratuita a tutti i cittadini in Italia, su base volontaria.

«La disponibilità di questi vaccini, meno di un anno dopo dalla scoperta del virus, rappresenta un grande successo, frutto di uno sforzo mai visto prima da parte della comunità scientifica e delle istituzioni» osserva il dottor Arrigo Paciello, Direttore del Servizio Farmaceutico Territoriale di ATS Bergamo. «Perché questa corsa contro il tempo potesse al contempo garantire la sicurezza e l’efficacia del vaccino, è stato messo a disposizione un gran numero di risorse umane ed economiche, così da raggiungere questo traguardo senza saltare le normali fasi di studio e registrazione».

Comirnaty, così come tutti i vaccini in studio, è progettato per indurre una risposta che blocca la proteina Spike, fondamentale per l’attività del virus SARS-CoV-2 perché gli permette di penetrare nelle cellule e di infettarle. «Comirnaty rappresenta però una novità per la tecnologia utilizzata: racchiude al suo interno una molecola, chiamata RNA messaggero (mRNA), che contiene le istruzioni per produrre la proteina Spike. Le proteine prodotte stimolano il sistema immunitario, permettendogli di riconoscere la proteina Spike. Se, in un momento successivo, la persona vaccinata dovesse entrare nuovamente in contatto con il SARSCoV-2, il suo sistema immunitario identificherà il virus e sarà pronto a combatterlo. L’mRNA del vaccino non resta nell’organismo, ma si degrada poco dopo la vaccinazione. Per poter essere efficace devono essere somministrate due dosi del vaccino, ad almeno 21 giorni l’una dall’altra. L’efficacia viene raggiunta una settimana dopo la somministrazione della seconda dose» spiega il dottor Paciello.

Per organizzare la campagna vaccinale il Ministero della Salute ha definito delle priorità, sulla base della probabilità e delle possibili conseguenze in caso di contagio. Riguarda inizialmente gli operatori sanitari, il personale e gli ospiti delle residenze per anziani e la popolazione over 80. È prevista in un momento successivo (da aprile in poi) l’estensione ad altre fasce della popolazione, secondo gli stessi criteri, sino ad arrivare a una copertura totale entro l’anno. «Le vaccinazioni sono state avviate simbolicamente il 27 dicembre 2020 e hanno realmente avuto inizio con il nuovo anno. Con le sue oltre 900.000 somministrazioni di vaccino alla data del 14 gennaio 2021, somministrate due settimane dall’avvio della campagna, l’Italia è in vetta nella classifica tra i Paesi europei, per numero di vaccinazioni eseguite (fonte dato ourworldindata.org). Di queste, più di 132.000 dosi sono state effettuate in Regione Lombardia. In provincia di Bergamo, al 13/01/2021, sono state registrate quasi 10 mila somministrazioni del vaccino Comirnaty» continua il dottor Paciello.

La campagna vaccinale in provincia vede coinvolte in prima linea l’ATS di Bergamo, alla cabina di regia, e le tre ASST del territorio: ASST Papa Giovanni XXIII nella città di Bergamo, ASST Bergamo Ovest, con sedi a Treviglio e a Romano di Lombardia, e l’ASST Bergamo EST, con i suoi tre centri di Alzano Lombardo, Seriate e Piario. «Non sono però le uniche strutture in azione. Contemporaneamente sono state avviate le vaccinazioni anche nelle Case di Cura e strutture ospedaliere private accreditate del territorio e in tutte le 65 Residenze per Anziani della provincia. Verranno coinvolti anche i medici di medicina generale il cui contributo e la cui collaborazione saranno essenziali, come già avvenuto nella recente campagna di vaccinazione antinfluenzale che ha visto l’adesione e la partecipazione della quasi totalità dei MMG (Medici di Medicina Generale) e dei pediatri di libera scelta».

A breve si prevede la distribuzione sul territorio anche di un secondo vaccino, prodotto da Moderna, autorizzato da AIFA il 7 gennaio 2021. «Anche questo vaccino agisce in maniera sovrapponibile a Comirnaty, sfruttando la tecnologia dell’RNA messaggero» sottolinea il dotto Paciello. «Altri vaccini sono invece ancora in fase di studio, come quelli di Astra Zeneca, Curevac, Sanofi/GSK e Johnson&Johnson. Tutti i vaccini sono oggetto di studi estesi, al fine di garantirne la sicurezza ma, come tutti i farmaci, non sono completamente esenti da reazioni avverse. Nel caso del vaccino Comirnaty durante le fasi di sperimentazione sono state osservate reazioni di entità lieve o moderata che si sono risolte entro pochi giorni dalla vaccinazione. Ad esempio dolore e gonfiore nel sito di iniezione, stanchezza, mal di testa, dolore ai muscoli e alle articolazioni, brividi e febbre. L’ATS di Bergamo mette a disposizione dei cittadini e degli operatori sanitari operanti sul territorio la possibilità di segnalare eventuali sospetti di reazioni avverse. Sono attive due modalità: attraverso la comoda piattaforma online www.vigifarmaco.it o scrivendo alla casella di posta dedicata fv@ats-bg.it. Una campagna vaccinale così estesa rappresenta un grande impegno per tutta la comunità ed è importante che venga svolta garantendo l’accesso alle conoscenze e alle cure per tutti i cittadini, nella speranza di voltare presto pagina». 

a cura di ATS Bergamo
con la collaborazione del dottor Arrigo Paciello
Direttore del Servizio Farmaceutico Territoriale
ATS Bergamo