Quando è iniziato il lockdown è come se avessimo messo le nostre vite in attesa. Oggi finalmente ci troviamo alla fase 2, eppure, nonostante la voglia di premere il tasto start e ripartire con le nostre vite, certo piano piano e non come prima, la “paura di uscire” e di incontrare il Covid ci fa desiderare di stare ancora un po’ tra le mura di casa. Cerchiamo di capire i sentimenti contrastanti che un po’ tutti sentiamo insieme alla dottoressa Elena Nodari, psicologa e psicoterapeuta.

Dottoressa, perché dopo giorni passati a sognare il mondo esterno ora il solo pensiero di uscire a molti fa paura?
Una delle principali fonti di ansia in questa fase è la “paura dell’altro”, perché da possibilità è diventato una possibile minaccia. Ora, a differenza dell’inizio dell’emergenza, sappiamo che la prossimità e la vicinanza saranno fermate da mascherine e distanziamento sociale: il mondo che ci aspetta là fuori avrà lo stesso aspetto all’esterno, ma in realtà è profondamente cambiato. E questo fa paura. La parola da cui partire non è ri-cominciare, perché la vita non riprenderà da dove l’abbiamo lasciata. Pensiamola piuttosto come un ri-adattamento. Così adesso potremmo vedere la nostra casa come l’unico rifugio sicuro possibile, anche se all’inizio il restarci chiusi dentro non ci andava proprio giù. La casa è sempre stata un luogo da cui uscire e in cui tornare a piacimento. Prima era una tra le tante scelte possibili, con la pandemia è diventato un riparo obbligato. La mente si è abituata a percepirla come tale e ora tutto quello che c’è fuori dalla finestra sembra molto più incerto e instabile al confronto delle mura domestiche. L’angoscia per la mancanza di stabilità è una sensazione che potremmo sentire in questo momento. Non sappiamo ancora come sarà la fase 2 del lockdown, possiamo solo immaginarla e questo non aiuta. Uscendo dovremo affrontare l’assenza di tutte quelle certezze che prima erano il centro della nostra vita.

La paura dell’altro, il dover essere troppo prudenti, la mancanza di certezze e stabilità sono le cose che fanno più paura adesso...
Durante le fasi del trauma del Coronavirus, ognuno ha reagito a modo proprio attivando delle difese a livello inconscio, di cui è importante non spogliarsi, visto che ci hanno donato routine ed equilibrio in casa. Il ritorno alla normalità non sarà immediato, dopo l’emergenza che ci ha costretti a due mesi di quarantena forzata e ha trasformato radicalmente le nostre abitudini. Sarà necessario, dopo il lockdown, un periodo di assestamento anche mentale.

DECALOGO DELLA FASE2
Per aiutarci ad affrontare con positività il momento attuale attraverso un ri-adattamento che ci faccia superare le paure

1) Prendersi del tempo per riflettere
Il distanziamento sociale può risultare un’esperienza stressante, soprattutto per i giovani, ma permette di fermarsi a concentrarsi su se stessi.
2) Niente paura
Anche se è difficile cercare di mantenere un atteggiamento costruttivo per non perdere la capacità di governare la paura ed esserne travolti. Pensare che questa è solo una fase transitoria, e proiettare la mente a quando sarà tutto finito. Non sappiamo come sarà (e non lo sa nessuno) ma, proprio come prima dell’emergenza Covid, affronteremo ogni uscita, ogni viaggio e ogni nuova esperienza e i rischi con la giusta dose di razionalità, prudenza e buon senso. Rispetto alla pandemia, sappiamo come proteggerci (tra distanziamento sociale, prudenza e dispositivi di protezione) e il lockdown ci ha insegnato ad adattarci a una situazione difficile, sicuramente strana e nuova: uscire dal “guscio protetto” di casa non sarà così traumatico se ci arriviamo con questa consapevolezza.
2) Leggere e informarsi, ma con criterio
Mai assorbire passivamente le informazioni che vengono dai mezzi di stampa, da internet e dalla TV. Ora più che mai è importante selezionare le notizie, individuare le fake news e allontanarle con decisione dalla propria vita.
3) Prepararsi a ri-adattarsi, non a ri-cominciare 
L’angoscia di dover essere troppo prudenti, di dover disfare piani e progetti a cui tenevamo, possono farci sentire impreparati ad affrontare la nuova realtà plasmata dal Covid. Perché sarà diversa, e costringerà tutti a ri-adattarsi, più che a riprendere la vita lì dove l’abbiamo lasciata prima del lockdown. Se partiamo da questo presupposto sarà più semplice accettare il cambiamento che stiamo per vivere.
4) Il mondo esterno è diverso ma anche noi siamo cambiati
Non è mutato solo quello che sta fuori, anche il nostro mondo mentale ha fatto cambiamenti incredibili durante l’isolamento. Capire come usare questa piccola metamorfosi nella fase 2 è importante per calibrare il nuovo processo di adattamento a cui andiamo incontro.
5) Mettere in campo nuove energie creative
I meccanismi che abbiamo attivato nel lockdown ci hanno permesso di rimanere in equilibrio e, quando usciremo di casa creatività, intelligenza emotiva e flessibilità ci aiuteranno ad adattarci a quello che ci aspetta.
6) Cercare un contatto col nostro corpo
Il sentirsi sicuri non è solo un fatto mentale, ma spesso è fortemente legato al corpo, al benessere e a come ci sentiamo fuori. Se lavoriamo nel presente per imparare a gestire e a riconoscere le nostre emozioni, troveremo la chiave del nostro ri-adattamento. Il nostro organismo disperde molta energia attraverso le tensioni muscolari, a loro volta connesse alle tensioni emotive. Bisognerebbe controllare il corpo e rilassare le parti contratte, sia in movimento, sia da seduti. Così si arriverà a sera molto meno stanchi e molto più positivi.
7) Sviluppare l’empatia rivalutando la forza della gratitudine per quello che si possiede
Renderci conto di quanto, nonostante tutto, siamo fortunati rispetto a molti altri può aiutarci a tollerare meglio i limiti imposti in questo periodo.
8) Essere un esempio per gli altri
Cercando di portare alla luce la parte migliore di ciascuno, riducendo la tendenza a trasmettere soltanto negatività. Caricare la comunicazione di esempi positivi, cercando di non chiudersi su pensieri pessimisti. In questo periodo più che mai abbiamo bisogno di parole e immagini nuove e positive.
9) Cercare di imparare qualcosa
Riscoprire le proprie risorse e non smettere di imparare: la quarantena rappresenta il momento ideale per leggere, imparare una nuova lingua, investire sulla propria formazione professionale ed essere pronti al ritorno operativo post crisi. Così si potrà uscire da questo periodo con un bagaglio in più, e comprendere che, nonostante la negatività, qualcosa di buono c’è stato.
10) Riorganizzare le abitudini
Creare una nuova routine è la cosa più importante per sopravvivere alla fase 2. Ora che si potrà ricominciare ad uscire, organizzare le fasi della giornata: una camminata veloce la mattina, o un passaggio in libreria o in edicola, un incontro a distanza di sicurezza con un’amica che abita vicino. Qualsiasi cosa va bene per scandire il ritmo della giornata.

A cura di Lella Fonseca
con la collaborazione della Dott.ssa Elena Nodari,
Psicologa e psicoterapeuta presso la Neurospsichiatria dell’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo e a Torre Boldone, Vertova e Gandino
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