Tutti siamo abituati, quando andiamo in farmacia, a trovare il farmaco di cui abbiamo bisogno o, al massimo, a farcelo procurare in poche ore. È la normalità, ma non è sempre così. Proviamo a pensare come ci sentiremmo se il nostro medicinale, proprio quello di cui abbiamo bisogno, non c’è e non c’è l’alternativa immediatamente disponibile, cioè l’equivalente. Pensiamo a come ci sentiremmo, o come ci siamo sentiti, quando per accedere a un altro farmaco “che abbia lo stesso effetto” è necessario ripercorrere tutta la trafila dal nostro medico di famiglia o addirittura dallo specialista. «Non si tratta di un’ipotesi campata in aria: tra il 2005 e il 2006, per problemi industriali, non è stato disponibile un farmaco antidolorifico di una certa importanza nel trattamento del dolore grave. Per chi ne aveva bisogno è stato importante che la farmacia potesse prepararlo nel laboratorio, in capsule o in cartine invece che in compresse effervescenti, ma la sostanza era la stessa» dice il dottor Ernesto De Amici, presidente dell’Ordine dei Farmacisti di Bergamo.

E se il farmaco non esistesse proprio? Possibile? «Si, è possibile. Solo in provincia di Bergamo ci sono alcune centinaia di bambini (non molti quindi, fortunatamente) che richiedono cure particolari e per vari motivi l’industria farmaceutica non è in grado di sopperire all’esigenza.» continua Il dottor De Amici. «Circa l‘80 % dei farmaci commercializzati per gli adulti non hanno indicazioni d’uso in età pediatrica. Farmacisti e pediatri si trovano spesso di fronte al problema di dover modificare preparazioni farmaceutiche disponibili solo per adulti in modo da renderle somministrabili anche in pediatria. In molti casi mancano inoltre le informazioni adeguate per utilizzare formulazioni prive d’indicazione d’uso nei bambini. I formulari terapeutici riportano spesso dosaggi che non tengono conto delle forme farmaceutiche realmente disponibili sul mercato. La causa di tale mancanza è in parte legata all’uso specialistico di queste formulazioni, che le rende poco vantaggiose dal punto di vista commerciale (Raffaelli e altri in Giornale Italiano di Farmacia Clinica)».

Ma quali sono in particolare questi farmaci? «Sono soprattutto farmaci per la pressione che, a causa della tenera età dei piccoli pazienti, sono richiesti in dosaggi 10, 20, 50 volte più diluiti di quelli disponibili, ma anche oncologici, antitrombotici, colluttori, sedativi, anti-ulcera, regolatori del ritmo cardiaco etc.» spiega ancora il dottor De Amici. «Fino a oggi l’esigenza delle famiglie di questi bambini veniva appagata dagli ospedali che, al momento della dimissione dei bimbi, fornivano la cura necessaria per un periodo più o meno lungo, ma comunque sufficiente ad arrivare al controllo successivo. Ma l’aumento delle necessità e l’esigenza di semplificare l’accesso al farmaco da parte di queste famiglie ha imposto la ricerca di alternative. L’alternativa è in farmacia ed è la preparazione galenica, che deve essere di altissimo livello e estremamente accurata nel dosaggio del principio attivo».

I farmaci detti “orfani” sono destinati alla cura delle malattie talmente rare da non consentire la realizzazione, da parte delle aziende farmaceutiche, di ricavi che permettano di recuperare i costi sostenuti per il loro sviluppo (fonte: www.orpha.net)

A questo scopo già nel 2004 è nato un gruppo di lavoro composto da farmacisti territoriali aderenti alla SIFAP (tra cui il dottor De Amici e il dottor Fortini di Seriate), docenti universitari di Milano, rappresentanti degli Ospedali Riuniti di Bergamo, Gaslini di Genova, Salesi di Ancona e rappresentanti dell’Istituto Mario Negri di Milano. «L’obiettivo era individuare e sperimentare un metodo di preparazione che permetta al farmacista in qualsiasi farmacia di allestire il medicinale con precisione e accuratezza. Questo lavoro ha portato alla convenzione tra l’ASL provinciale (ora ATS) di Bergamo e il sindacato delle Farmacie della Provincia (Federfarma Bergamo) che permette di trasferire la preparazione di questi farmaci dall’ospedale al territorio, con semplificazione dei problemi per le famiglie. Questa convenzione è ancora in essere e si è implementa ta seguendo le necessità e le richieste degli specialisti ospedalieri.

Per garantire il massimo della qualità al farmaco galenico il farmacista che si impegna nelle preparazioni galeniche continua ad aggiornarsi e a far verificare il risultato del suo lavoro in un processo continuo di miglioramento allo scopo di certificare la qualità del suo lavoro. Espressione di ciò è il congresso nazionale della Società Italiana dei Farmacisti Preparatori (SIFAP) che si terrà a Bergamo in febbraio, occasione per tutti i farmacisti di confronto e crescita» conclude il dottor De Amici. 

A cura di Maria Castellano
con la collaborazione del dott. Ernesto de Amici
Farmacista
Presidente dell’Ordine dei Farmacisti della Provincia di Bergamo