Uno dei disturbi più frequentemente legati all’Alzheimer è il cambiamento del ritmo sonno-veglia: un problema che investe i pazienti affetti da una patologia già grave e che ha riflessi anche sulla famiglia. Per questo l’Agenzia di Tutela della Salute di Bergamo sostiene, supervisionandone l’attuazione, la sperimentazione del Centro Notturno Alzheimer per il ripristino del ritmo sonno-veglia attivata presso l’Istituto Caprotti Zavaritt di Gorle dal 3 luglio 2019. Il progetto, realizzato dalla Cooperativa Bergamo Sanità, è gestito da un’équipe formata in Terapie Non Farmacologiche, con la consulenza scientifica dell’Università degli Studi di Bergamo.

Poiché si tratta di una sperimentazione unica a livello europeo, ATS ritiene importante monitorare, attraverso la responsabile del servizio “Promozione e Innovazione delle reti”, referente per il territorio provinciale della Misura RSA Aperta, la declinazione del progetto, per raccogliere evidenza dei risultati di efficacia ottenuti dai destinatari dell’intervento. «I pazienti con diagnosi di demenza certificata dal medico specialista che presentano disturbi comportamentali e del sonno con difficoltà di gestione da parte dei familiari, dopo 2/3 notti di osservazione al loro domicilio vengono inseriti al Centro Notturno, dove resteranno per le dieci notti successive, facendo ritorno a casa la mattina per poi rientrare la sera. Obiettivo, attraverso interventi di terapia non farmacologica nella fase notturna, è riportarli al ripristino del ritmo sonno/veglia» spiega Elvira Schiavina, Responsabile U.O.S. Promozione e Innovazione delle Reti dell’Agenzia di Tutela della Salute di Bergamo. «La sperimentazione pilota, unica a livello europeo e che vede la consulenza dell’Università degli Studi di Bergamo, sarà condotta per 24 mesi e, dopo una prima fase di start-up e consolidamento, vedrà l’inserimento di un massimo di dieci persone alla volta».

«La nostra Agenzia di Tutela della Salute segue già dal novembre 2017 il progetto “Avrò cura di te” per il sostegno domiciliare e ambulatoriale alle famiglie di malati di Alzheimer, promosso dalla Cooperativa Bergamo Sanità, e ora supporta il progetto “Centro Notturno Alzheimer”, ulteriore servizio a sostegno della domiciliarità» commenta Cristina Sarchi, Direttore Sociosanitario di via Gallicciolli. «Il progetto è rivolto a una fascia di popolazione particolarmente fragile, che nel territorio provinciale vede numerose famiglie impegnate nella cura e nell’assistenza di un proprio caro a domicilio con notevole coinvolgimento anche emotivo».

Il progetto sperimentale è attivato all’interno dell’Istituto Caprotti Zavaritt di Gorle, che gestisce la Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA), il Centro Diurno Integrato (CDI), ed è accreditato anche per l’erogazione della Misura RSA Aperta, ai sensi della DGR 7769/2018 di Regione Lombardia, a sostegno delle famiglie e dei suoi componenti fragili. L’accesso al Centro avviene in orario serale con il rientro al domicilio la mattina del giorno successivo. Il paziente affetto da Alzheimer è facilmente disorientabile ed irritabile di fronte a qualsiasi cambiamento, pertanto l’allontanamento dalla propria casa e dai luoghi conosciuti nelle ore serali e notturne può essere fonte di stress. La persona viene dunque accompagnata dal proprio familiare o dal caregiver professionale (badante), al quale è garantita la necessaria consulenza. L’équipe è costituita da operatori formati in Terapie Non Farmacologiche: infermiere, operatore sociosanitario (Oss), terapista occupazionale, per assicurare l’opportuna e adeguata presenza nelle ore notturne al Centro attraverso l’attivazione di servizi personalizzati con percorsi non farmacologici (ad esempio musicoterapia, doll therapy, culla-care poltrone ergonomiche, massaggio terapeutico, terapia del contatto etc.). Vengono inoltre assicurati servizi sanitari e riabilitativi: la valutazione e il controllo geriatrico, il controllo dei parametri vitali, la somministrazione della terapia farmacologica da parte del personale infermieristico, sulla base delle indicazioni e prescrizioni del medico curante. Sono previsti anche interventi di sostegno al familiare: informazione ed educazione sanitaria e socio-educativa al miglior utilizzo domiciliare dei presidi e ausili e delle procedure che adattino l’ambiente domestico e supportino l’autonomia residua della persona anziana, e interventi utili a sostenere concretamente le richieste di ascolto espresse dalle famiglie, che evidenziano difficoltà di gestione dei familiari affetti da patologie degenerative. Nella fase di rientro a domicilio viene indicata ai familiari la strategia da attivare in fase notturna e, a distanza di tempo, saranno monitorati i risultati ottenuti.

A cura di ATS Bergamo
Dott.ssa Cristina Sarchi
Direttore sociosanitario ATS Bergamo
Dott.ssa Elvira Schiavina
Responsabile U.O.S. Promozione e Innovazione delle Reti ATS Bergamo