Come sottolineato dall’Istituto Superiore della Sanità “la promozione della salute ha una funzione centrale in sanità pubblica, fornendo un contributo significativo alla lotta contro le malattie croniche non trasmissibili (MCNT) attraverso l’adozione di stili di vita salutari... Per contrastare le MCNT è fondamentale agire in modo coordinato e integrato non solo sui fattori di rischio individuali, ma anche sui determinanti socio-economici e ambientali che possono ostacolare i cittadini nelle loro scelte di salute. Poiché la maggior parte degli interventi efficaci di promozione di comportamenti salutari coinvolge molteplici contesti e operatori sanitari e non, è opportuno sviluppare alleanze e realizzare interventi basati su un approccio intersettoriale e multistakeholders, coinvolgendo i professionisti che sul territorio, in setting diversi, possono contribuire alla promozione della salute. La farmacia e il farmacista rappresentano rispettivamente un ambito operativo e una figura chiave fondamentali per attuare interventi finalizzati alla diffusione di indicazioni utili per la salute e per creare un rapporto di fiducia con il pubblico…è importante che il farmacista possieda alcune competenze comunicativo-relazionali per mantenere e rafforzare il rapporto di fiducia che caratterizza tali relazioni.” È in questo scenario che si colloca il counseling in farmacia, attività che presuppone non solo competenze tipiche della professione, come conoscenze farmacologiche e di tutela e promozione della salute, ma anche e soprattutto la capacità di ascoltare. Ne parliamo con la dottoressa Maria Paola De Micheli, farmacista esperta in counseling.

Dottoressa De Micheli, cosa si intende per counseling?
Un’attività professionale nell’ambito della relazione d’aiuto volta ad attivare le risorse delle persone, orientando, sostenendo e sviluppando le loro potenzialità, promuovendone atteggiamenti attivi, propositivi e stimolando le capacità di scelta. Il counseling, infatti, mira a facilitare processi di cambiamento valorizzando sia le proprie risorse sia le relazioni con l’ambiente circostante.

Ma come si declina nella vostra professione?
In una società multiculturale come quella in cui viviamo, sono poche le occasioni per dedicare attenzione all’altro. Riteniamo, quindi, che la farmacia possa svolgere questa funzione senza sostituirsi ad altre figure professionali, anzi, svolgendo un’importante opera di indirizzo. Il piano di counseling in farmacia ha, infatti, come fine la promozione della salute e in particolare la gestione corretta del farmaco, che, soprattutto, nelle patologie croniche può dare adito a importanti disagi famigliari e sociali. Si intende, comunque, un aiuto a una persona psicologicamente sana che sta attraversando un periodo di impasse della propria vita e che necessita di parlare con un professionista per cercare di risolvere la situazione critica momentanea (il counseling è inquadrato come una professione intellettuale normata dalla Legge 4/2013 e, non va, quindi, in contrasto con altre professioni sanitarie). La farmacia è, spesso, deputata al primo ascolto essendo il primo anello della catena sanitaria e il farmacista il professionista sanitario più facilmente accessibile.

Quanto conta saper ascoltare e comunicare in questo contesto? 
Il lavoro di ogni professionista sanitario e in particolare del farmacista è sicuramente legato alle conoscenze tecnico scientifiche specifiche, ma è anche di tipo comunicativo, antropologico ed educativo. Il rapporto tra farmacista e paziente/cliente è il risultato della comunicazione in cui il primo è esperto del farmaco, ma il secondo è esperto di se stesso. L’operatore sanitario esperto di counseling si pone come aiuto alla soluzione di problemi che in quel momento sembrano quasi insormontabili ed alla loro migliore risoluzione. L’abuso del farmaco, anche il più comune (ad esempio il paracetamolo) spesso sottende la paura del dolore e la ricerca di una falsa rapida via d’uscita che non dà il tempo al proprio organismo di lavorare in autonomia nel ricostruire un equilibrio fisico e psichico. I modelli della società moderna, sempre di corsa, non permettono infatti di fermarsi e far sì che mente e corpo riescano a dialogare. Già da anni, peraltro, anche l’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco) ha sottolineato il valore del counseling, relativamente nuovo in l’Italia, ma già presente dall’inizio del secolo scorso in molti paesi quali Usa e Gran Bretagna; ad esempio viene indicato nella “Guida all’uso dei Farmaci” come intervento di aiuto alla disassuefazione di benzodiazepine. In conclusione, il farmacista esperto di counseling, con una corretta e adeguata preparazione, può aiutare la persona a raggiungere importanti obiettivi guidandola a integrare salute fisica e salute psico-sociale per migliorare la qualità della sua vita. La persona è il valore primario e l’ascolto fa parte del nostro essere quotidiano!

a cura di Viola Compostella
con la collaborazione della dott.ssa Maria Paola De Micheli
Farmacista, esperta in counseling a Dalmine