Questo editoriale vogliamo dedicarlo a tre persone speciali, tre atleti straordinari che alle recenti Paralimpiadi di Rio De Janeiro ci hanno fatto emozionare, tifare, gioire e ci hanno resi orgogliosi di essere italiani e bergamaschi. Loro sono Martina Caironi, ventisettenne di Borgo Palazzo, che ha conquistato la medaglia d'oro nei 100 metri T42, centrando la seconda medaglia dopo il trionfo di Londra 2012 (oltre a un argento nel salto in lungo), Alberto Simonelli, arciere quarantanovenne di Gorlago, atleta delle Fiamme Azzurre, che a Rio è salito sul secondo gradino più alto del podio nella gara di compound open individuale e Oney Tapia, quarantenne italocubano, trevigliese di adozione, vincitore nel disco.

Tre esempi di grandissima tenacia, forza di volontà, determinazione. Non solo perché hanno affrontato a testa alta e vinto la loro disabilità, ma perché lo hanno fatto con una mentalità da veri campioni. «Al di là delle medaglie, spero che questa Paralimpiade apra definitivamente il cervello a tutti: la disabilità è solo una delle infinite variabili dell’esistenza umana». È in queste parole di Martina, dette al quotidiano “L’Eco di Bergamo” prima della partenza per Rio, che si riassume il senso delle Paralimpiadi e in generale della vita. Imparare ad accettare e trasformare in punti di forza le “infinite variabili dell’esistenza”. Senza vittimismo, senza pietismo, solo con la voglia di farcela. Proprio come hanno fatto Martina, Alberto e Oney. L’augurio è che ognuno di noi, nel suo piccolo e di fronte alle sfide - diverse per ognuno - che la vita inevitabilmente ci pone, possa avere un po’ della loro forza per vincere le proprie… Paralimpiadi!

ELENA BUONANNO
DANIELE GERARDI