Quando la temperatura si abbassa è normale che le estremità del corpo, in particolare la punta delle dita delle mani, diventino fredde. Se però cambiano anche colore e fanno male possono essere segno di un'ipersensibilità al freddo o del fenomeno di Raynaud (detta anche "sindrome delle mani bianche"). «Il cambiamento netto di colore delle estremità (mani ma anche a volte naso e orecchie) che si verifica nel passaggio dal caldo al freddo, ad esempio quando si esce di casa senza guanti in inverno, è un fenomeno fisiologico, dovuto a un meccanismo di vasoregolazione che serve per evitare la dispersione di calore» osserva il professor Maurizio Pietrogrande, internista. In pratica, come accennato anche nel precedente articolo sul cuore, l'organismo per difendersi dalle basse temperature e trattenere il calore tende a restringere le piccole arterie, in questo caso quelle che portano il sangue alle dita. Tale restringimento (in termini medici si parla di vasocostrizione), determina un minor afflusso di sangue e quindi il cambiamento di colore della pelle che diventa più pallido. «Nelle persone in cui questo sistema di vasoregolazione per diversi motivi risulta instabile, può comparire il cosiddetto fenomeno di Raynaud, che si manifesta con pallore, seguito da arrossamento e poi discolorazione bluastra (fasi di varia intensità e durata) ed è dovuto a un'improvvisa e importante diminuzione dell'afflusso di sangue, seguita da dilatazione dei vasi e locale blocco della circolazione. Altri sintomi, oltre al colore, sono il formicolio, la perdita di sensibilità e il dolore pulsante che può interessare non solo le punte ma anche parte delle dita. Si tratta di un fenomeno frequente in particolare tra le giovani donne, che non deve spaventare ma nemmeno essere sottovalutato».

Ma quali sono le cause di questa instabilità?
In molti casi l'instabilità del meccanismo di vasoregolazione può avere un'origine solo funzionale, cioè non legata a stati patologici, ed essere favorita da abitudini lavorative (come nel caso dei pianisti o dei suonatori di flauto, esposti a vibrazioni continue), di vita (come nel caso dei fumatori) o dall'uso di alcuni farmaci (ad esempio quelli usati per la cura delle cariodiopatie) o estrogeni. Esiste poi una componente per così dire costituzionale, come nelle giovani donne che risultano più soggette al problema degli uomini e una emotiva (vedi box). In altri casi, però, può essere la spia di problemi più importanti, come connettiviti e patologie autoimmuni (sclerodermia, lupus eritematoso sistemico, vasculite etc.) o arteriopatie ostruttive (arteriosclerosi obliterante, tromboangioite obliterante etc.) nelle quali il fenomeno di Raynaud, accompagnato anche da sintomi come ulcere cutanee, spesso rappresenta il primo segno clinico della malattia e un primo indizio di sofferenza delle pareti dei vasi. In genere il fenomeno di Raynaud "primario" insorge durante l'adolescenza e tende a migliorare con il passare degli anni. Nella maggior parte dei casi le forme dovute ad altre patologie, invece, si sviluppano più avanti negli anni.

E come si fa a sapere se all'origine c'è qualcosa di preoccupante?
Per confermare la diagnosi e discriminare tra forme funzionali o patologiche e tra connettiviti e altre patologie, servono un'attenta visita, un prelievo di sangue per la ricerca dei cosiddetti anticorpi antinucleo e la capillaroscopia (detta anche angioscopia percutanea), esame che si esegue alla base delle unghie e permette di vedere come i vasi si dilatano e se sono sofferenti. Nelle forme funzionali in genere i capillari appaiono normali, mentre nelle forme secondarie a connettiviti e malattie autoimmuni si possono riscontrare delle tipiche anomalie (dilatazione dei vasi, microemorragie dei capillari, assenza di capillari/sclerosi). Esistono però anche forme borderline in cui si rilevano minime alterazioni, anche in caso di fenomeni funzionali (ad esempio in chi si mangia le unghie).

Come si può curare?
Se il fenomeno di Raynaud è legato a un problema funzionale bisogna adottare alcuni accorgimenti per prevenirlo, come coprirsi bene, usare un doppio guanto (di seta o di nylon sotto e felpato sopra) in modo da creare un'intercapedine d'aria che mantenga le mani al caldo. Importante è poi eliminare abitudini di vita, in particolare il fumo che come abbiamo detto può peggiorare la situazione. Nei casi più seri può essere utile assumere farmaci vasodilatatori (in genere calcioantagonisti) o aspirina a basse dosi per evitare difetti di coagulazione. Se invece alla base del fenomeno ci sono patologie, autoimmuni o non, bisogna curare quelle. Contro molte forme di connettiviti, ad esempio, oggi abbiamo a disposizione armi terapeutiche efficaci che possono aiutare a prevenire le complicanze.

Se è colpa delle emozioni
Il fenomeno di Raynaud può essere scatenato anche da emozioni forti. Ad esempio per uno spavento o prima di un esame o di un evento importante. Quando proviamo un'emozione forte infatti il nostro organismo rilascia più adrenalina, un ormone che provoca vasocostrizione periferica, con una marcata diminuzione del flusso a livello cutaneo e delle estremità.

Le tre fasi del Raynaud
La prima fase (dita bianche) è detta ischemica perché, in seguito alla riduzione del flusso di sangue, le dita diventano pallide e perdono sensibilità. Nella seconda fase, detta cianotica, le dita diventano bluastre a causa della stasi venosa. Infine, nella terza fase, il colorito delle dita è rosso perché il flusso sanguigno sta tornando alla normalità.

a cura di VIOLA COMPOSTELLA 

con la collaborazione del PROF. MAURIZIO PIETROGRANDE
Responsabile Unità di Medicina
- PRESSO POLICLINICO SAN MARCO ZINGONIA E CORPORE SANO SMART CLINIC DI STEZZANO -