Addio ferretti. Per raddrizzare denti irregolari, accavallati, storti non è più necessario "indossare" fastidiosi e antiestetici apparecchi in metallo. Da qualche anno, infatti, anche in Italia ha preso sempre più piede un nuovo tipo di ortodonzia targata USA che invece di utilizzare brackets, attacchi e fili, sfrutta l'azione di mascherine (dette anche allineatori) trasparenti e facilmente rimovibili all'occorrenza. Un sistema innovativo che, grazie alla sua discrezione e praticità, non crea imbarazzo e disagio e può essere indicato anche in età delicate come l'adolescenza e soprattutto per gli adulti, spesso restii a trattamenti ortodontici perché troppo visibili.

«Grazie a questo nuovo metodo oggi possiamo curare pazienti che altrimenti non si sarebbero mai avvicinati all'ortodonzia» sottolinea il dottor Maurizio Maggioni, odontoiatra. «Con vantaggi certamente a livello estetico, perché una dentatura allineata contribuisce a rendere più bello il sorriso, ma anche di salute: quando i denti sono affollati e storti spesso diventa più difficile pulirli nel modo corretto. Il rischio è che creino "tasche" in cui placca e tartaro si depositano facilmente, favorendo la comparsa di carie e parodontopatie, ovvero infiammazioni del parodonto (l'insieme dei tessuti, molli e duri, che sostengono i denti) che si manifestano inizialmente con gengive gonfie. Attenzione, però, l'ortodonzia invisibile non va bene in tutti i casi: rappresenta sì una valida alternativa, ma deve essere valutata, caso per caso, in base alla situazione della bocca».

Dottor Maggioni, in quali casi può servire?
I campi di applicazione sono in particolare problemi di affollamento e accavallamento dentale, che si verifica quando lo spazio osseo non è sufficiente per contenere tutti i denti normalmente, e forte spaziatura dentale, due situazioni molto comuni. Si è rivelato utile anche in alcuni casi di malocclusione, che può essere responsabile di disturbi secondari, dal mal di testa alla cervicale, a problemi di postura. Non è consigliato, invece, per grossi spostamenti, per la correzione di difetti di combaciamento tra le arcate (disgnazie) e, in generale, per tutti quei casi che richiedono movimenti impegnativi che solo con l'apparecchio tradizionale possono essere ottenuti (l'ortodonzia tradizionale permette di esercitare pressioni e trazioni diverse sui singoli denti, mentre con le mascherine la pressione è uniforme su tutta l'arcata). Inoltre, non si può utilizzare se sono presenti protesi fisse, impianti od odontomi (cioè lesioni del tessuto dentario) o se ci sono ancora i denti del giudizio.

E come "funzionano" queste mascherine?
Per prima cosa si studia la situazione della bocca e, attraverso un apposito software, si "prevedono" i movimenti che "fisiologicamente" potranno e dovranno fare i denti. Sulla base di questi dati vengono costruiti automaticamente tanti modelli quanti ne serviranno per ottenere il risultato ottimale. In pratica ogni paziente ha a disposizione un set di diversi allineatori per così dire "graduati", che, settimana dopo settimana, promuovono piccoli spostamenti millimetrici, raddrizzando i denti fino al risultato stabilito. Le mascherine vanno cambiate ogni 15-20 giorni e, per avere il massimo dell'efficacia, devono essere indossate il più a lungo possibile, giorno e notte, togliendole solo per mangiare e per lavarsi i denti.

Ma sono dolorose?
All'inizio di ogni nuova fase del trattamento, indossando una nuova mascherina, si può provare per qualche giorno una leggera e temporanea sensazione di pressione. Ciò è del tutto normale: vuol dire che i denti si stanno spostando.

In che materiale sono fatte?
In genere sono in acetato, un materiale resistente ma allo stesso tempo abbastanza elastico e resistente che non viene attaccato dalla saliva e quindi non si rovina. L'unica accortezza è quella di toglierla quando si fa uso di caffè, bevande colorate o si fuma perchè potrebbe ingrigire o snervarsi.

E quanto dura l'intero trattamento?
La durata totale dipende dalla complessità del caso e generalmente è uguale a quella dei tradizionali apparecchi ortodontici. Alla fine del trattamento l'ultima mascherina può essere utilizzata, per esempio la notte, per mantenere la posizione raggiunta dai denti.

Le altre opzioni quasi "invisibili"
Apparecchio tradizionale ma con bracket trasparenti. Gli attacchi invece di essere in metallo sono in plastica speciale o ceramica di colore molto simile a quello dei denti. Anche il filo che collega gli attacchi può essere trasparente oppure in metallo.
Apparecchio linguale. Prevede di incollare rettangolini di metallo sul retro del dente, piuttosto che sul davanti come nella tecnica tradizionale.

a cura di GIULIA SAMMARCO
con la collaborazione del DOTT. MAURIZIO MAGGIONI
Specialista in Odontoiatria
- A BERGAMO -