C'è quella del minestrone e del carciofo, quella del gruppo sanguigno e dell'indice glicemico, la Okinawa, la Dukan fino a quella dei "due giorni". Per chi vuole mettersi a dieta, soprattutto in questo periodo post-feste natalizie, c'è solo l'imbarazzo della scelta. «Tutte (o quasi) le diete di moda promettono soluzioni e risultati miracolosi, senza troppa fatica e in tempi ristretti. In realtà di miracoloso hanno ben poco» avverte la dottoressa Stefania Setti, Medico Nutrizionista. «Nella maggior parte dei casi non solo i chili persi in questo modo si riprendono con gli interessi appena si ricomincia a mangiare normalmente (effetto yo-yo), ma si può andare anche incontro a rischi per la salute».

Dottoressa Setti, quindi le diete di moda andrebbero prese con le pinze...
Qualsiasi dieta può avere dei pro e dei contro ma, soprattutto, è essenziale non affidarsi al "fai da te" oppure credere nel miracolo garantito dalla dieta che va di moda in quel momento. Inoltre non bisogna dimenticare che per dimagrire in modo sano e duraturo ci vuole tempo. È essenziale, per evitare rischi, che il percorso dietologico venga sempre intrapreso sotto controllo di un medico specialista. Prendiamo ad esempio le diete che concedono un solo alimento, abolendo quasi completamente tutti gli alti, come quella del carciofo: espongono a carenze nutrizionali che possono portare a malattie anche gravi. L'organismo infatti ha bisogno di tutti i nutrienti per funzionare bene, nessuno escluso.

Una delle più famose e seguite in tutto il mondo è la Dukan (vedi box). Quali sono i limiti e i rischi a cui può esporre? Ci sono invece dei benefici?
La Dukan è fondamentalmente una dieta iperproteica. Indubbiamente, eliminando i carboidrati si elimina una notevole quota di calorie giornaliere e, quindi, si ottiene un calo di peso che è variabile da soggetto a soggetto. Ma se si decide di seguire una dieta di questo tipo, non dovrebbe essere protratta per lunghi periodi (al massimo per 7 giorni) poiché potrebbe diventare dannosa ad esempio per i reni. Se si soffre di insufficienza renale quindi è da evitare.

Passiamo a un altro regime in voga, qualche tempo fa: la Okinawa. Quali sono gli eventuali limiti e quali i vantaggi?
La Okinawa rappresenta un'eccezione nel panorama delle diete di moda. Prende nome e ispirazione da un'isola del Giappone i cui abitanti sono tra i più longevi al mondo. Questo primato sembrerebbe derivare dalla combinazione vincente tra uno stile di vita rilassato e spirituale e una dieta a base di alimenti salutari poiché ricchi di elementi nutritivi importanti utilizzati per cucinare i piatti tipici di quest'isola. Si tratta di piatti ricchi di elementi antiossidanti, come gli acidi grassi della serie Omega 3, che proteggono da eventi cerebrovascolari (ictus) e cardiovascolari (infarto). Inoltre queste sostanze contribuiscono ad abbassare i livelli di trigliceridi, a migliorare la sintomatologia di malattie a origine autoimmune e infiammatoria (come ad esempio l'artrite reumatoide), e combattono i radicali liberi. Il segreto è nella ricchezza di pesce, in particolare pesce crudo, le cui caratteristiche benefiche rimangono inalterate dalla non-cottura. Inoltre, per insaporire le pietanze in questo tipo di cucina si usano molto le spezie che hanno un potere calorico irrilevante ma contengono sostanze utili per la salute. Un esempio? Il curry che contiene curcuma la quale, grazie a una sua componente (la curcumina), ha un potente effetto di contrasto alla morte neuronale e, quindi, riesce a rallentare notevolmente il processo di invecchiamento cerebrale. Da quanto detto risultano chiari i vantaggi che può offrire. Quanto ai limiti, può esserci quello legato al consumo del pesce crudo che può essere veicolo di tossinfezioni causate da microrganismi come salmonella, stafilococco, listeria o colera e un'altra insidia di nome Anisakis, una larva che depositandosi nell'intestino può provocare reazioni di tipo allergico più o meno gravi, ma anche forti dolori simil-peritonitici. È fondamentale, quindi, prestare attenzione alla provenienza ed età del pesce: quelli di mare sono generalmente meno esposti a questi rischi, così come i pesci più freschi.

Infine, le ultime arrivate: una dagli Usa, la "dieta di Dio", e una dall'Inghilterra ribattezzata "5:2". Entrambe prevedono il digiuno. Cosa ne pensa?
Già dopo 24 ore di digiuno il corpo inizia a produrre corpi chetonici (cioè prodotti di scarto del metabolismo delle proteine), che affaticano l'organismo e possono provocare importanti danni a diversi organi come fegato, reni e sistema nervoso. Non rappresenta quindi una strategia "salutare" per perdere peso. Il consiglio non è digiunare bensì mangiare un po' meno e meglio e muoversi di più, tutti i giorni con costanza. Quando si intraprende un percorso dietologico bisognerebbe focalizzare l'attenzione sul vero scopo che non è, banalmente, perdere peso bensì ridurre i rischi per la salute e, quindi, sul fatto che tale percorso per essere efficace e dare risultati duraturi nel tempo deve consistere nel cambiare lo stile di vita, acquisendo nuove abitudini alimentari per sempre e non solo nel periodo che serve per perdere peso.

La più amata dalle vip
La dieta Dukan, che ha tra i suoi testimonial più famosi la duchessa Kate Middleton, Jennifer Lopez e Nicole Kidman, si basa sul consumo di proteine e verdure. Gli alimenti concessi, a volontà, sono 100, 72 di origine animale e 28 vegetale. Prevede quattro fasi:
ATTACCO - Può durare da due a sette giorni a seconda del peso. È consentito consumare per lo più proteine pure associate a integratori di vitamine e omega 3.
CROCIERA - Si alternano giornate di pure proteine alimentari e giornate di proteine accompagnate dalle 28 verdure raccomandate. Termina al raggiungimento del peso desiderato.
CONSOLIDAMENTO - Si ricomincia progressivamente a mangiare alimenti a piacere e dura 10 giorni per ogni chilo perso.
STABILIZZAZIONE - Si torna a un regime alimentare normale, ma un giorno alla settimana bisogna consumare solo proteine.

Un ritorno all'antico?
Solo frutta, cereali integrali e verdura per 21 giorni. Con la possibilità di digiunare. È questa in sintesi la "dieta di Dio" o "digiuno di Daniel", che sta spopolando negli Stati Uniti, un regime restrittivo che si ispira alla storia raccontata nella Bibbia del nobile giudeo Daniele che, per non contaminarsi, aveva preferito rifiutare le bevande e il cibo che il re di Babilonia gli aveva offerto. Ideata da Michael Mosley, giornalista medico inglese della rete televisiva BBC, la dieta "5:2" o del "digiuno intermittente" prende spunto dall'alimentazione degli uomini primitivi e dai "cicli" della caccia: permette di mangiare regolarmente per cinque giorni alla settimana, privilegiando proteine ma senza escludere carboidrati e nemmeno dolci, mentre nelle altre 48 ore si deve quasi digiunare (sono concesse 500 calorie per le donne e 600 per gli uomini).

 

a cura di ELENA BUONANNO
con la collaborazione della DOTT.SSA STEFANIA SETTI
Medico Nutrizionista, responsabile Ambulatorio Nutrizione
- PRESSO CLINICA HUMANITAS GAVAZZENI DI BERGAMO -