L'abitudine (inconsapevole) di serrare e digrignare i denti, in crescita soprattutto tra donne e bambini, può creare problemi anche fuori dalla bocca.
Dolore ai denti o ai muscoli del viso, lesioni delle guance, "scrocchi" articolari, persino mal di testa. Sono sempre più numerosi gli italiani che soffrono di bruxismo (dal greco "brùko" che significa letteralmente "digrignare i denti"), ovvero l'abitudine di serrare o digrignare i denti con forza senza che ci sia uno scopo funzionale (legato cioè alla masticazione), dovuta a una contrazione involontaria dei muscoli masticatori. Stime recenti parlano del 78% della popolazione (bambini compresi) alle prese con forme più o meno marcate di questo problema. Di questi il 55% avverte quotidianamente la presenza dei sintomi, mentre il 14% non sa di soffrirne.

Il rischio: ritrovarsi con i denti "lisi"
Il bruxismo, che può avvenire nel sonno o durante il giorno, viene considerato un'attività "para funzionale", perché non rientra nella "funzione" propria della bocca. Si divide in serramento (stringere con forza i denti), fenomeno a carattere prevalentemente diurno, e digrignamento (sfregamento dei denti), comportamento prevalentemente notturno. Quando si bruxa si verificano ripetute e inconsapevoli contrazioni dei muscoli masticatori della mascella che possono essere intermittenti e presentarsi per periodi anche lunghi. A livello muscolare possono generarsi dei crampi con un progressivo aumento della rigidità dei muscoli fino a portare a vere e proprie limitazioni dell'apertura e dei movimenti della bocca. A seconda del tipo di bruxismo, poi, possono crearsi diversi danni ai denti. Il digrignamento, cioè farli strisciare o sfregare gli uni contro gli altri, comporta una notevole usura dei denti, che col tempo si consumano. Nei casi in cui prevale invece il serramento dentale, cioè l'atto di stringere forte i denti tra loro, l'usura è minore, ma lo smalto può presentare delle spaccature dovute alla pressione esercitata tra i denti.

Un "vizio" involontario
Spesso chi soffre di bruxismo non ne ha la consapevolezza e prende coscienza del problema solo durante la visita dentistica. L'odontoiatra, infatti, noterà i segni più evidenti del bruxismo, ad esempio la presenza di lesioni dello smalto, la mobilità dei denti, la perdita di otturazioni, la decementazione delle protesi, la sofferenza dei tessuti di sostegno del dente, l'affaticamento della muscolatura masticatoria e delle articolazioni che regolano i movimenti della mandibola (denominate temporo-mandibolari) da cui derivano disfunzioni come rumori articolari, deviazioni o limitazione dell'apertura della bocca. Non raramente il bruxismo provoca un notevole affaticamento della muscolatura masticatoria che si muove ben oltre la normale attività, specie durante la notte. Quest'affaticamento si può estendere anche ai muscoli del collo e delle spalle, dando origine a fastidiose cefalee in particolare al risveglio. A questi disturbi, poi, se ne possono aggiungere altri come la difficoltà ad addormentarsi, un sonno non ristoratore, stanchezza diurna immotivata, sintomi legati al Sistema Nervoso Autonomo come sudorazione, diminuzione della libido, tachicardia, palpitazioni notturne.

Lo stress, tra i fattori scatenanti
Le cause non sono del tutto note, anche se fattori scatenanti sono sicuramente lo stress, la tensione emotiva e l'aggressività. Bruxare diventa così un modo del tutto involontario per scaricare le tensioni accumulate. In alcuni casi esiste una predisposizione familiare mentre in altri può dipendere dalla presenza di malformazioni mandibolari o di problemi occlusali. Ci sono, infine, alcune malattie neurologiche che possono provocare la comparsa di movimenti inconsapevoli.

Movimenti sotto controllo e denti protetti con la mascherina di plastica
Al momento non esiste una terapia specifica per il controllo radicale di questa condizione: di regola il bruxismo va trattato quando diventa un problema per il sistema masticatorio e per la salute orale del paziente. La terapia consiste nell'uso di opportuni dispositivi definiti bite o placche occlusali che da un lato proteggono di notte i denti dall'erosione e dal carico eccessivo, dall'altro proteggono il sistema masticatorio facilitando il ripristino di un rapporto corretto delle arcate. Questi apparecchi, da collocare tra i denti, sono costruiti su misura per deprogrammare e controllare i movimenti anomali dei muscoli della mascella, riportando così alla normalità il sistema muscolare e articolare. A seconda dell'entità del problema, poi, possono risultare utili anche altri accorgimenti, come consigli comportamentali per controllare i movimenti o una terapia farmacologica per contrastare il dolore, il tono e l'iperattività muscolare. Fondamentale è infine il controllo dello stress attraverso tecniche di rilassamento, esercizi di stretching dei muscoli masticatori per riallungare le fibre muscolari e riattivare la corretta circolazione, termoterapia (cioè terapia con il calore) e massaggi, fino al supporto psicologico per "riequilibrare" la sfera psico-emozionale.

Stretching per la bocca. Da eseguire solo in assenza di dolore:
Esercizio 1

  • Aprire la bocca il più possibile
  • Contare fino a 10
  • Chiudere la bocca fino a che le labbra si possono toccare senza mandare in contatto i denti
  • Riaprirla lentamente subito dopo fino al massimo

Eseguire l'apertura massima per 4 volte
Ripetere l'esercizio per 5 volte durante la giornata
Esercizio 2

  • Al termine dell'esercizio precedente posizionare il pugno sotto il mento
  • Mantenere una continua e costante pressione mentre si cerca di aprire la bocca
  • Contare fino al 10

Eseguire per 4 volte
Ripetere il ciclo 5 volte al giorno

A cure del Dott. Gianandrea Vecchi
Odontoiatra del Poliambulatorio dott. Vincenti Stelio - dott. Vecchi Gianandrea di Bergamo
Ha collaborato la dottoressa Mariangela De Vecchi