Le problematiche legate alla scrittura sono diffuse e spesso sottovalutate. Mantenere una postura corretta, avere un’impugnatura funzionale, capire come costruire le singole lettere e collegarle tra loro, rappresenta una delle sfide più complesse per l’essere umano. Per quante similitudini possiamo avere con gli altri animali, infatti, scrivere ci distingue da qualsiasi altro essere vivente. È indispensabile per comunicare e per lasciare una traccia di noi. Secondo la Dott.ssa Renata Canova, Terapista occupazionale, Educatrice del gesto grafico e Terapista ASI® presso lo Studio “Sensi mocciosi” di Colzate (BG), gli alunni in difficoltà vanno aiutati tempestivamente per consentire loro di sfruttare al massimo questo potente mezzo comunicativo.

Dott.ssa Canova, si parla di disgrafia o di impaccio grafo-motorio? C’è una differenza?

Non tutti sanno che esiste questa importante distinzione. La disgrafia è un Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) disciplinato dalla legge 170/2010, che riguarda il grafismo e non le regole di ortografia o di sintassi, perciò si manifesta con difficoltà a riprodurre segni alfabetici o numerici. Il bambino disgrafico resterà tale ma, attraverso la rieducazione, potrà scrivere in corsivo (si valuta caso per caso per capire se e con che frequenza fargli utilizzare gli strumenti compensativi quali il pc) e raggiungere buoni risultati. L’impaccio grafo-motorio è, invece, una difficoltà della scrittura risolvibile al 100%.

A cosa sono dovute queste problematiche?

Indagare in modo approfondito sull’origine della disgrafia, per-mette un lavoro mirato e individualizzato dei terapisti durante la riabilitazione. Le cause sono da ricercare nella modulazione sensoriale, tra i prerequisiti della scrittura, facendo un sopraluogo dell’ambiente casa e scuola ed esplorando, anche insieme ai genitori, altre possibili motivazioni (eccessiva stanchezza, paura, ansia, ecc.). Individuata la radice del problema, non si esclude la collaborazione con altri professionisti, come ad esempio gli psicologi. L’impaccio grafo-motorio, invece, è generalmente dovuto a un
mancato raggiungimento dei prerequisiti della scrittura, che dovrebbero essere ben sviluppati entro la fine della scuola dell’infanzia.

Ci sono errori comuni da evitare?

Sì, ci sono due errori molto comuni da evitare: 
> credere che il problema di scrittura si risolverà da solo con il tempo: proseguendo la carriera scolastica l’alunno affronterà richieste sempre più complesse (come, ad esempio, prendere appunti velocemente). Ignorare il problema non solo non lo farà risolvere, ma probabilmente insinuerà nel bambino un senso di frustrazione e scarsa autoefficacia;
> dispensare l’alunno dal corsivo: pratica piuttosto diffusa, rappresenta la soluzione più rapida, ma non ciò che serve davvero all’allievo. Infatti, non è assolutamente detto che il bambino disgrafico o con impaccio grafo-motorio non possa perseguire la scrittura in corsivo.

Dott.ssa Canova, quali sono le migliori – o le principali – terapie disponibili ad oggi per la riabilitazione?

La premessa fondamentale per una riabilitazione efficace è una buona collaborazione tra terapista, famiglia e scuola. Il Terapista Occupazionale, meglio ancora se specializzato in Rieducazione del Gesto Grafico, ha tra le proprie competenze il trattamento della disgrafia e delle difficoltà grafo-motorie. Il primo passo è individuare le motivazioni che rendono la scrittura dell’alunno illeggibile, lenta, disordinata, rigida, maldestra, tremolante, ecc. Una volta esaminati i quaderni scolastici e terminata la valutazione, si inizia la rieducazione vera e propria con cadenza settimanale per una durata indicativa di almeno 3 mesi. Il percorso permette al bambino di riavvicinarsi con piacere alla scrittura ripartendo dai prerequisiti, dalla postura, dai pregrafismi e dalla costruzione delle lettere. Se il terapista è certificato in Integrazione Sensoriale di Ayres, sarà in grado di valutare ancora più a fondo altri aspetti legati alla scrittura. Spesso, infatti, il bambino affronta una vera e propria sfida nascosta che noi osserviamo – in questo specifico caso – con la difficoltà di scrittura, ma dietro la quale si cela una problematica di elaborazione sensoriale che ci suggerisce di lavorare prima su altri fattori. Solo sapere quali sono i veri motivi di tale difficoltà consente di impostare un trattamento specifico, personalizzato ed efficace. 

A cura di Lella Fonseca
con la collaborazione della Dott.ssa Renata Canova
Terapista occupazionale, Educatrice del gesto grafico e Terapista ASI®
Studio “Sensi mocciosi”, Colzate (BG)