"Dobbiamo dirci tutto", "se mi ami davvero devi capirmi senza parlare", "il sesso è bello solo se è istintivo e spontaneo". Siamo sicuri che il segreto per un amore duraturo e felice stia davvero qui?
Quando iniziamo una nuova relazione abbiamo spesso in testa, più o meno consapevolmente, un'idea di come vorremmo che fosse la nostra storia d'amore perfetta. A volte, però, è proprio questa aspettativa a creare tensione e insoddisfazione, soprattutto nel corso degli anni. «In realtà, di per sé, non è un grosso problema avere delle aspettative o dei desideri di come vorremmo la nostra relazione» osserva il dottor Silvio Mori, psicologo e sessuologo. «Il limite, il rischio, è invece quando questi desideri diventano degli imperativi. Quando l'idea di come vorremmo la nostra storia d'amore diventa l'idea di come dovrebbe essere la vera storia d'amore. È molto diverso. Nel primo caso si tratta appunto di un desiderio, di una speranza, di un "mi piacerebbe". Nel secondo caso si tratta invece più di un bisogno, di una necessità, di un "deve essere così altrimenti non sarò felice". E l'ideale di come dovrebbe essere una coppia diventa troppo rigido».

Ma perché succede questo?
Al di là delle esperienze infantili nella famiglia d'origine che possono influenzare la scelta del partner da adulti (come diversi studi sull'attaccamento sembrano indicare), credo ci sia anche una componente socio-culturale che crea "miti" a cui cerchiamo di aderire. Ma sono falsi-miti che, in realtà, fanno male alla coppia.

Sono così tanti, questi falsi miti?
Più di quanto si possa immaginare. Alcuni innocui, altri che in effetti possono creare, e creano, incomprensioni e insoddisfazioni, a volte persino la rottura della relazione. Tra i miti più diffusi c'è l'ormai famoso "bisogna dirsi tutto" di cui abbiamo già parlato nel numero di marzo. Poi c'è un mito per certi aspetti buffo ma che crea davvero grosse incomprensioni e difficoltà di comunicazione: "se mi ami, dovresti capire cosa penso senza che io te lo dica". Mito impossibile anche nelle coppie più affiatate, stretto parente di quell'altro mito secondo cui "basta l'amore…" come se la coppia non avesse bisogno di manutenzione! Poi ci sono i miti sul sesso. Come quello secondo cui dev'essere l'uomo a prendere l'iniziativa perché "le donne hanno meno desiderio sessuale mentre gli uomini sono sempre pronti". Oppure che "l'orgasmo di serie A è quello simultaneo", ignorando che uomini e donne hanno fisiologicamente tempi diversi. O ancora che "la fedeltà deve essere anche mentale", cosa che renderebbe impossibile avere fantasie erotiche. Ma c'è soprattutto un mito che si incontra spesso nella pratica clinica, una credenza che diventa scoglio contro cui si bloccano molte coppie: "il mito della spontaneità".

In che senso? La spontaneità non è un valore?
Non sempre. È sbagliato pensare che il sesso è bello solo se spontaneo, istintivo, non premeditato. Come se l'incontro amoroso debba essere guidato dall'impulso del momento. Traspare anche da come viene descritta spesso la passione erotica: "non ho saputo resistere", "è stata una sensazione più forte di me", "siamo stati travolti da un'onda irrefrenabile" e via dicendo. Come se in fondo non dipendesse da noi. Come se volerlo, pensarlo e organizzarlo ne facesse perdere la magia. In realtà è esattamente il contrario. Come dice la sessuologa americana Esther Perel, "non ho saputo resistere" deve diventare "non voglio resistere"; "è scattato qualcosa" deve diventare "facciamo scattare qualcosa stasera?". Questo passaggio da spontaneo a intenzionale aiuta a diventare consapevoli di ciò che succede. E questo è un piccolo segreto che è bene imparare fin dall'inizio di una relazione, perché tornerà incredibilmente utile quando e se la relazione diventerà stabile. Perché, se ci pensiamo bene, la stabilità di un rapporto non porta con sé solo il rischio di noia e routine, ma anche, per dirlo con le parole di Esther Perel, uno dei grandi lussi della vita, il tempo. Tempo per poter organizzare, per poter creare uno spazio intimo, erotico, che possa diventare una cornice. Quello che poi verrà colorato sulla tela, dipenderà dalla fantasia e dall'intesa tra i partner. Questo è uno dei punti più importanti che una coppia è chiamata ad affrontare: imparare a vivere la sessualità come parte consapevole della propria vita. E come tale, richiede attenzione e impegno e, spesso, organizzazione. È questo l'ostacolo più difficile da superare, perché si associa l'organizzare qualcosa al dovere, al lavoro, a un'altra cosa da mettere in agenda. Spesso alle coppie propongo l'esempio della cena tra amici. Se io organizzo una cena per venerdì sera, inizierò già dalla mattina a organizzare la serata; penserò al menù, andrò a fare la spesa, prenderò il vino che so piacere tanto a quel mio amico. Deciderò se preparare del pesce o cos'altro, valuterò i tempi di cottura, che conosco per esperienza o perché ho letto libri di cucina. Deciderò che musica mettere in sottofondo. Creerò la cornice, poi quello che succederà durante la cena dipenderà dalla compagnia. Organizzare la serata non toglie la magia. La rende consapevole. La accende. Perché una bella cena non è "capitata e basta". È stata pensata, desiderata, cercata, voluta. Bene, ora sostituite l'esempio della cena con qualcos'altro e… buon divertimento. Anzi, buon appetito.

a cura di Maria Castellano
Dott. Silvio Mori
Psicologo e sessuologo