Nel mondo dello sport si è da tempo abbandonata l’idea che la prestazione sia semplicemente una questione di forza fisica e agilità. I più recenti studi hanno rivelato un intricato rapporto tra corpo e mente. Allenamenti estenuanti e dieta ferrea non sono l’unica via per raggiungere prestazioni sempre più elevate nello sport. Negli ultimi anni le neuroscienze hanno esplorato nuove tecniche per affinare queste abilità, puntando sulla sinergia tra forma fisica e processi mentali. Questi percorsi integrati non solo migliorano le performance fisiche, ma potenziano anche le capacità cognitive. Tra le metodologie più rivoluzionarie spicca la TMS (Stimolazione Magnetica Transcranica), originariamente concepita circa quarant’anni fa per trattare pazienti affetti da un tipo di depressione resistente ai trattamenti tradizionali.

L’utilizzo della TMS oggi

Ad oggi, questa tecnica è stata utilizzata da oltre 12 milioni di individui in tutto il mondo, fungendo anche da strumento per circa 23.000 studi scientifici. Un vero e proprio “fenomeno” che ha portato a una sempre maggiore consapevolezza del legame tra il benessere mentale e fisico. La TMS prevede una stimolazione magnetica attraverso piccole bobine che raggiungono una profondità di circa 3-4 centimetri nel cervello del paziente. L’obiettivo è quello di ripristinare aree cerebrali compromesse da patologie come depressione, ansia, insonnia e dipendenze, con un trattamento indolore e senza particolari effetti collaterali. Le ricerche sulla stimolazione magnetica transcranica hanno abbracciato un ampio spettro demografico, coinvolgendo pazienti dai 12 anni in su, affetti da autismo (i più giovani), demenza (i più anziani), Alzheimer o Parkinson. Gli effetti biologici della TMS sono molteplici: il trattamento induce plasticità cerebrale, favorendo la creazione di nuove connessioni neurali e aprendo nuove prospettive nella cura delle malattie neurologiche. Inoltre, presenta un importante effetto antinfiammatorio che contribuisce al mantenimento della giovinezza cerebrale. L’aumento dell’ossigenazione e della circolazione cerebrale rappresenta un ulteriore vantaggio che, collegato al rilascio di neurotrasmettitori cerebrali come la dopamina, si configura come una risorsa preziosa per il benessere dell’intero organismo.

Sport e TMS: un connubio vincente

Per gli sportivi, la TMS si presenta come un valido alleato. Nel caso di ansia pre-prestazione, insonnia, fluttuazioni d’umore o mancanza di motivazione, la TMS si propo-
ne come una soluzione efficace per rimuovere quegli ostacoli che impediscono agli atleti di raggiungere il loro massimo potenziale. Un altro importante elemento è l’impatto significativo sulla performance: stimolando le aree cerebrali coinvolte nel controllo dei movimenti, la TMS potenzia la prestazione migliorando la plasticità cerebrale nelle regioni motorie che gestiscono la coordinazione, la concentrazione e l’esecuzione dei movimenti. Questo trattamento non si limita però solo al mi-
glioramento delle performance, ma si dimostra efficace anche nel recupero post-infortunio. In molti casi, chi si trova in fase di recupero sperimenta un crollo della motivazione, depressione, insonnia e ansia che potrebbero portare a una spirale negativa. La TMS, grazie al rilascio della dopamina – sostanza chimica cruciale per la motivazione e l’energia corporea – può essere un aiuto prezioso per agevolare il percorso di recupero.

Il parere degli esperti

“Questi risultati, derivanti da studi condotti anche su pazienti post-ictus, aprono nuove prospettive nel trattamento di condizioni fisiche e mentali attraverso l’applicazione avanzata della Stimolazione Magnetica Transcranica - ha detto il prof. Antonello Bonci, direttore scientifico di Brain&Care, presidente esecutivo e fondatore del Global Institutes on Addictions (GIA) Miami – Grazie alla TMS, integrata con altre terapie, possiamo intervenire positivamente sulla condizione clinica del paziente, correggendo il disturbo di cui soffre da un punto di vista elettrochimico; come se un pacemaker esterno regolasse gli effetti della patologia diagnosticata attraverso l’azione diretta sulla plasticità cerebrale”. “Gli studi condotti sugli effetti della TMS – aggiunge Gabriele Zanardi, direttore generale di Brain&Care – stanno delineando un quadro in cui i benefici si estendono a lungo termine, con miglioramenti che perdurano per tutta la vita. Prevenire le patologie connesse al benessere cerebrale e ottimizzare le prestazioni è possibile anche nella vita quotidiana mediante uno stile di vita sano e una corretta alimentazione. Le buone abitudini quotidiane, unite a una dieta equilibrata, possono infatti contribuire in modo duraturo al benessere dell’organismo. Questa prospettiva sottolinea l’importanza di una visione integrata della salute, evidenziando la necessità di cure multidisciplinari sempre più efficaci e concrete”. 

A cura di Sara Carrara
con la collaborazione del Prof. Antonello Bonci
Direttore Scientifico di Brain&Care, Presidente esecutivo e fondatore del Global Institutes on Addictions (GIA) Miami
e del Dott. Gabriele Zanardi Direttore Generale di Brain&Care