L’efficacia della riabilitazione fisica in acqua è ben nota, ma forse meno conosciuta è la capacità dell’acqua di agire anche a livello emotivo e relazionale. La TMA, ovvero la Terapia Multisistemica in Acqua Metodo Caputo Ippolito, si propone di utilizzare l’acqua come attivatore emozionale, sensoriale e motorio capace di spingere il bambino con disturbi della comunicazione, relazione, autismo e disturbi generalizzati dello sviluppo a una relazione significativa. Conosciamo meglio questa terapia con l’aiuto della dottoressa Claudia Milani Brugna, psicologa.

Qual è l’obiettivo della TMA?

La Terapia Multisistemica in Acqua metodo Caputo Ippolito nasce con l’obiettivo di inserirsi in un progetto riabilitativo globale, che cura in particolar modo gli aspetti relazionali, emotivi e di integrazione sociale. Tutte le capacità acquisite durante le sessioni di terapia, comprese quelle natatorie (ovvero legate al nuoto), vengono utilizzate come veicolo per giungere al fondamentale processo di socializzazione e integrazione con i propri coetanei.

Chi può trarne beneficio?

La TMA è rivolta a bambini con disturbo dello spettro autistico e disturbi generalizzati dello sviluppo, a bambini con ritardo mentale e ritardo psicomotorio, disturbo iperansioso dell’infanzia, disturbo dell’attenzione e dell’iperattività, fobia specifica dell’acqua, fobia sociale, sindrome di Down, disturbi motori e disturbo della relazione e della comunicazione.

Come è nata la TMA?
Frutto di oltre 25 anni di esperienza con bambini con disturbo dello spettro autistico, disturbi generalizzati dello sviluppo e altre patologie, il metodo è stato elaborato in Italia da due psicologi, i dottori Caputo Giovanni e Ippolito Giovanni, quest’ultimo già autore insieme a Gambatesa Maria Michela e Sanità Maria Lucia Ippolito della favola “Calimero e l’amico Speciale”, racconto didattico realizzato per migliorare l’integrazione nella scuola dei bambini autistici.

Come si applica?

La TMA si articola in 4 fasi: valutativa, emotivo-relazionale, senso-natatoria e dell’integrazione sociale. Attraverso diverse tecniche psicologiche e fondandosi sul rapporto umano, agisce attenuando i sintomi, modificando positivamente i processi comunicativo-relazionali e inducendo importanti cambiamenti interni sul piano del comportamento e dell’interazione sociale. La validità del percorso terapeutico è assicurata dalla presenza costante di uno psicologo adeguatamente formato con la funzione di supervisore e da terapisti o tecnici della TMA.

Quali sono i risultati che si possono ottenere?

Il miglioramento può essere evidente in diverse aree. Per esempio in quella relazionale, con un aumento dello sguardo diretto, dei contatti corporei, della ricerca spontanea e intenzionale della figura di riferimento, della condivisione del gioco e della capacità di sviluppare relazioni con i coetanei. Si possono ottenere miglioramenti anche nelle capacità comunicative (verbali e non verbali) e cognitive, come l’aumento dei tempi d’attenzione e delle capacità imitative; una stimolazione delle capacità psicomotorie e l’apprendimento delle capacità natatorie, oltre a progressi a livello emotivo e comportamentale, con diminuzione dei comportamenti problematici grazie alla canalizzazione dell’aggressività in modo funzionale, aumento dell’espressione emotiva e riconoscimento delle emozioni, diminuzione delle stereotipie (ripetizioni di una serie costante di comportamenti) e miglioramenti nell’autonomia personale. 

A cura di Sara Carrara
con la collaborazione della dott.ssa Claudia Milani Brugna
Psicologa a Cremona