Nello scorso numero vi abbiamo raccontato l’evoluzione della farmacia, dai tempi degli “spezieri” a oggi, passando attraverso la pandemia da Covid 19. Ora, invece, vi porteremo nel futuro con uno sguardo su quello che diventerà, o meglio sta già diventando. «La farmacia del futuro sta diventando realtà e si sta plasmando. È un’occasione importante di evoluzione, se saputa cogliere nell’essenza di quello che realmente può diventare questo presidio per il territorio» sottolineano le dottoresse Maria Silvia Calvino Ramaccio e Elena Bottazzi, farmaciste.

Ma in cosa consiste in concreto la farmacia del futuro?
Innanzitutto si concretizza attuando le idee e i progetti dei primi interlocutori, i farmacisti, in collegamento con diverse altre figure sanitarie, uniti alle esigenze e alla domanda dei clienti-pazienti. Partiamo proprio da questi ultimi: il rapporto tra farmacista e utente è forse una delle dinamiche che più profondamente ha presentato un’evoluzione positiva negli ultimi anni, arrivando ad assumere i contorni di una “sinergia”, primo vero cambiamento rispetto al passato e ai tempi attuali che abbiamo definito di “transizione”. Grazie alla fiducia, alla fidelizzazione, al ruolo sempre più evidente di presidio primario che sta assumendo la farmacia, si può dire che la relazione tra sanitario e paziente/cliente stia quasi tornando ad assomigliare a quella dei tempi passati, in cui l’”alchimista” era colui che poteva avere risposte per i sintomi psico-fisici, fornendo un aiuto a corpo e anima dell’individuo. Alcuni esempi sono evidenti anche grazie alle iniziative che mirano a mantenere e riconoscere la professionalità e la libertà nell’operare e nel consigliare i clienti/pazienti. Alcuni esempi sono la Farmacia San Faustino di Nembro, attiva anche sui social, o la Free Health Academy, fondata da professionisti sanitari per portare avanti “attualità, scienza, ricerca, obiettività”. Conasfa e #curatestesso sono altre due realtà che dall’inizio della pandemia fino a oggi si sono sempre distinte per essere a fianco dei sanitari e dell’informazione indipendente, libera e attenta alla salute e alle esigenze degli operatori sanitari e dei pazienti, riconoscendo in chi si approccia a una delle diverse professioni sanitarie, l’uniforme missione e il ruolo di educatore alla salute da cui non può prescindere, soprattutto nei tempi attuali. Anche in seguito alla pandemia, un esempio concreto di attenzione al cliente a 360 gradi può essere quello della pharmaceutical care nell’approccio del farmacista alla gestione di problematiche psicologiche e psichiatriche.

In che modo il farmacista può rappresentare un alleato anche per la sfera psicologica?
Ancora oggi i disturbi che riguardano il campo della mente sembrano tenuti un po’ separati rispetto ai sintomi più strettamente fisici, mentre si sa dell’interscambio che entrambe le aree possono avere. Non entrando nella sfera della diagnosi e della prescrizione, di competenza dei medici di medicina generale e degli specialisti, si può però notare come questi ultimi, insieme agli psicologi e psicoterapeuti, abbiano cominciato a collaborare in maniera proficua sia con i farmacisti territoriali sia con quelli ospedalieri. Una volta individuata la terapia, il paziente si può interfacciare prima con la farmacia ospedaliera e poi con la farmacia più vicina a lui. È chiaro quindi che il farmacista non possa esentarsi dal fornire risposte chiare e utili riguardo questa branca della patologia e della farmacologia; i farmaci psichiatrici sono forse tra i più comuni a presentare interazioni con altri medicinali, con i cibi, e a richiedere qualche ulteriore chiarimento riguardo per esempio la via di somministrazione. Per questo entra in gioco quello che comunemente viene definito counselling, erroneamente tradotto solo con “consigliare” anche se sarebbe più corretto definirlo come “prendersi cura”, “venire in aiuto”. Questo è infatti quello che cerca di fare il farmacista con il paziente che desideri avere chiarimenti riguardo la terapia, favorendo l’aderenza alla terapia stessa e rappresentando un’ulteriore figura di fiducia reperibile facilmente oltre al medico specialista. È evidente inoltre che anche il solo parlare e chiedere chiarimenti possa già essere considerato parte della terapia, soprattutto in situazioni psicologiche e psichiatriche. La figura dello psicologo in farmacia, inoltre, è un altro tassello significativo che sta mostrando ottimi risultati, per gli utenti e per rinforzare la collaborazione tra figure professionali, portando da un lato maggiore fidelizzazione e fiducia nel farmacista, dall’altro creando un ponte che avvicina i clienti e gli psicologi.

Quali sono gli altri ambiti su cui punta la farmacia del futuro?
Pharmaceutical care significa anche trattare e approfondire l’universo della prevenzione: da sempre la farmacia è riconosciuta come la “casa” della prevenzione, dei consigli di salute. Numerosi sono ormai gli studi che riportano quanta attenzione si debba dedicare all’igiene intesa come l’igiene dello stile di vita, che comprende corretta alimentazione, igiene orale, consapevolezza di eventuali intolleranze e allergie, associazione dell’attività fisica per mantenere e amplificare la salute. Nel campo dell’integrazione e supplementazione si registra un buon numero di consumatori “fai da te” che cercano soprattutto nelle fasi iniziali di affidarsi alla rete per trovare informazioni e fare una sorta di autoprevenzione. Spesso però poi, non soddisfatti del risultato, dubbiosi o in difficoltà, trovano nella farmacia e nel farmacista le rassicurazioni e risposte di cui avevano bisogno. In alcuni casi si tratta di clienti-pazienti con bisogni alimentari, intolleranze e con inclinazioni specifiche, che nei sanitari cercano conferme sulla compatibilità di assunzione di determinati prodotti con le loro esigenze e restrizioni. Anche in questo caso, la presenza di esami di prima istanza che possano dare indicazioni poi da approfondire e la sinergia e collaborazione con altre figure professionali, come fisioterapisti e osteopati, sta producendo frutti rigogliosi. Se la definizione internazionale di salute è “uno stato di totale benessere fisico, mentale e sociale”, appare chiaro ancora una volta come un’offerta che guardi all’integrità di mente e corpo, quindi al benessere del cliente-paziente inserito nel proprio contesto, possa risultare assolutamente adatta e in linea con il futuro. 

A cura di Maria Castellano
con la collaborazione della dott.ssa Maria Silvia Calvino Ramaccio della Farmacia San Faustino di Nembro
e della dott.ssa Elena Bottazzi Comunicazione scientifica
Farmaciste del gruppo Agifar Bergamo (Associazione Giovani Farmacisti)