Il noto conduttore radiofonico Luca Viscardi confessa di aver trovato nuovi valori dopo la malattia.

«Ho avuto il Covid, ho dovuto mettere il casco per giorni e giorni. Mi mancava l’aria. Non respiravo. Sono stato tra i primi ricoverati quando è scoppiata la pandemia. Ma grazie ai medici e agli infermieri, alla famiglia sono sopravvissuto e sono potuto tornare alle mie passioni, alla radio e alla tecnologia con MisterGadget». Luca Viscardi il noto conduttore bergamasco di tante trasmissioni radiofoniche, blogger e youtuber, ha scritto un libro sulla sua drammatica esperienza dal significativo titolo “La vita a piccoli passi” edito da Sperling & Kupfer. E infatti ha cambiato completamente la sua vita non solo professionale. «Il primo pensiero è al futuro. Oggi il Covid e domani? Magari sei impossibilitato ad alzarti dal letto» spiega. «E allora rivedi tutta la tua esistenza e scegli di avere più rispetto nei tuoi confronti e nei confronti degli altri. E cerchi di mettere in pratica le cose che ti piacciono. Sono tornato a fare attività fisica, mi sono iscritto a un corso di nuoto, vado a piedi fermandomi ad ammirare ogni angolo interessante, ma ho, grazie a una nutrizionista, rivisto anche il mio piano alimentare e mi sento molto meglio fisicamente».

Incontriamo Luca nel nuovo studio Next Digital Publishing tra telecamere e computer. «È una startup innovativa fondata con Massimo Colombo e Giona Granata» dice. «Ognuno ha le sue competenze in un unico ufficio. In pratica è l’evoluzione di MisterGadget . Ma siamo anche un centro di produzione per terzi. I contenuti sono ovviamente legati alla tecnologia. Anche questa sfida è dovuta alla mia rinascita post Covid. Ho voglia di costruire valori con la tecnologia, spiegare come utilizzarla al meglio in modo semplice. In casa abbiamo dallo smartphone a tanti altri aggeggi tecnologici che però quasi sempre non usiamo per pigrizia».

Ed ecco allora che sul sito di MisterGadget.tech appaiono tanti consigli per rendere la vita più facilitata: da come usare al meglio i computer, i telefonini, alla guida alle migliori applicazioni per conoscere la lingua italiana, alle migliori App che svolgono funzione di guida durante un viaggio, ai droni, ai falsi SMS di Poste e di Banche, a tante curiosità, sempre in modo semplice.

«Il nostro scopo è proprio quello di rendere di facile comprensione tanti argomenti che possono sembrare astrusi» commenta Viscardi. «E a questo proposito tra breve avremo una ragazza molto brava che saprà dialogare in modo ancora più semplice soprattutto con le donne». Luca ama la semplicità come d’altronde ha sempre fatto in radio, da quando a 17 anni ha esordito a Radio America che era in via Tasso a Bergamo prima di passare a Radio Beta e poi a RTL 102,5 nel 1988 con numerose trasmissioni tra le quali il seguitissimo Ed ecco a voi, poi diventato La Famiglia. A 17 anni inventò lo pseudonimo di Luca Viscardi. All’anagrafe è registrato come Gianluca Vegini nato a Bergamo il 5 gennaio 1969. «Viscardi suonava meglio era più radiofonico» dice ora. «Allora quasi tutti i conduttori delle radio usavano uno pseudonimo e lo feci anche io, lo scelsi sull’’elenco telefonico. Lo aprii e la pagina si fermò su quel cognome». E come Viscardi da trent’anni è uno dei più noti conduttori radiofonici. È stato direttore di RTL, di Play Radio, emittente del gruppo RCS, della bergamasca Radio Number One dove ha visto la luce il programma di tecnologia MisterGadget. Da febbraio è tornato a RTL 102,5 e innamorato di tecnologia ha contemporaneamente fondato la startup Next Digital Publishing portandosi dietro MisterGadget.Tech, scegliendo così una vita più regolare e meno caotica.

«Come dicevo prima, il Covid mi ha segnato profondamente» spiega. «Mi ha fatto riscoprire i veri valori della vita. Prima era una corsa continua, ero sempre pieno di impegni, di appuntamenti, in coda sull’autostrada. Ora sono più rilassato, faccio quello che mi piace. Insomma ho fatto mio il proverbio “Chi ha tempo non aspetti tempo”, in molti casi, rimandare certe scelte può rivelarsi controproducente e far perdere occasioni, soprattutto il sentirsi libero. Non sono più costretto agli orari, se una mattina decido di andare al corso di nuoto invece che in ufficio non mi devo sentire in colpa. E poi penso al Covid. Al rimpianto delle cose che non ero riuscito a fare prima».

E nel suo libro “La vita a piccoli passi” scrive: «Avrebbe potuto uccidermi questo virus però non l’ha fatto. Non mi ha ucciso perché ho trovato medici straordinari, cure attente e un’energia fondamentale data dall’affetto di molte persone e forse anche dall’incoscienza. Non c’è stato un solo istante in cui abbia contemplato la morte tra gli scenari possibili per il mio futuro, ma ho realizzato in seguito che per i medici è stato un rischio possibile per me». Ogni cosa, da allora, sembra diventata inutile: la radio, la tecnologia, i viaggi. Nel libro c’è un’esperienza terribile, il ricordo delle persone che non ce l’hanno fatta, i momenti in cui la morte sembrava accanto al suo letto, ma è anche una testimonianza contro i negazionisti. «Ho cercato di raccontare come si sta, come ci si sente senza aria e senza certezze per il futuro, anche per confutare le idee dei negazionisti che sono come i terrapiattisti. Quelli dicono che la Terra è piatta, questi sostengono che il virus non esiste, che è un complotto. Io il Covid l’ho provato sulla mia pelle, stavo rischiando di non poter riabbracciare mia moglie e mio figlio e le altre persone care. Come si fa a dire che il virus del Covid non esiste, che non vogliono vaccinarsi. Posso capire chi dice di aver paura, ma tutti quelli che scendono in strada per protestare non li capisco per niente. Sono solo degli estremisti che spaccano vetrine ed è sbagliato etichettarli come novax e nogreenpass, sono solo dei teppisti che purtroppo non vogliono restrizioni contro una pandemia che ha colpito senza pietà». 

luca viscardi

a cura DI Lucio Buonanno