Le nuove tecnologie, comprese quelle nell’ambito della comunicazione, stanno inevitabilmente modificando anche le abitudini sanitarie della popolazione mondiale. Non fa eccezione la ricerca e la raccolta di informazioni riguardanti salute e benessere. Una ricerca, a volte spasmodica e fuori controllo, che mette il cittadino a contatto con un numero sempre maggiore di notizie e interpretazioni, specialmente in ambito medico, all’interno delle quali non sempre è facile districarsi e riconoscere le più attendibili con gli evidenti rischi che ne conseguono. Ecco allora che iniziative come FarmaCommunity, lanciata a novembre scorso da Fenagifar (Federazione nazionale Associazioni Giovani Farmacisti) e patrocinata da Fofi, Utifar e Federfarma, o quella promossa dall’Ente di Previdenza e Assistenza (Enpab) insieme alla Lilt (Lega Italiana Lotta ai tumori) con una borsa di lavoro contro le fake news in oncologia, assumono una particolare rilevanza nell’educare in modo corretto sui temi della salute, in particolare online.

Ne parliamo con il dottor Giovanni Pizzigalli, Segretario dell’Ordine Farmacisti di Bergamo e Presidente dei Giovani Farmacisti di Bergamo. «Negli ultimi anni si sta assistendo anche a un nuovo trend, quello che vede progressivamente aumentare la ricerca di informazioni visitando anche pagine di social network, siano esse di strutture sanitarie o di professionisti. Non sempre però risulta facile risalire ai veri autori dei profili, valutare gli effettivi titoli di studio e professionali di chi scrive, oltre al fatto che non sempre vengono dichiarate le fonti da cui sono state attinte le nozioni. Sempre più spesso capita di imbattersi perfino in veri propri siti di diagnosi on line, con tanto di prognosi e terapie effettuate senza una visita al paziente. In questo quadro assai nebuloso e privo di riferimenti è bene ricordare come sia il cittadino stesso a correre i rischi maggiori. La rete e il web, straordinarie e irrinunciabili innovazioni, vanno però difesi e tutelati per fare in modo che non diventino un veicolo di nozioni non scientifiche, fuorvianti e perfino false. Il concetto di fake news è di fatto entrato a gamba tesa anche nel mondo sanitario» osserva il farmacista.

Come difenderci quindi? «Innanzitutto vanno sempre controllate attentamente le fonti di ciò che si sta leggendo. In loro mancanza o carenza è sempre meglio porsi subito con un atteggiamento critico e attento ai contenuti. È fondamentale inoltre, qualora si cerchino diagnosi facili, ricordarsi che segni, sintomi ed evidenze cliniche sono le più varie da persona a persona, quindi identificare il proprio stato di salute con due righe di nozioni lette su un profilo Facebook non fa altro che aumentare il proprio senso di insicurezza e creare inutili allarmismi». Per indicare questa tendenza sempre maggiore al “fai da te” è stato coniato anche il concetto di “Dr. Google”. Alcuni pazienti ricercano informazioni sulla propria salute sul web, poi vanno dal medico già convinti e persuasi di un’idea e infine tornano on line per un’ulteriore conferma. Il problema delle fonti alle quali si accede resta quindi il punto fondamentale.

«Finalmente stanno emergendo siti e profili accreditati e validati, così che il cittadino, ma anche un singolo professionista sanitario, possa rapportarsi in modo diretto con notizie basate su solidi fondamenti scientifici» continua il dottor Pizzigalli. «Un esempio lo troviamo proprio “in casa” delle farmacie: da novembre 2018 è attivo il portale Farmacommunity.it che fornisce al farmacista, che può divulgare articoli, e al cittadino, che vi può accedere liberamente, notizie, informazioni e articoli validati, selezionati e filtrati da un pool di esperti del settore. Questo board comprende professori universitari, tra i quali spicca la figura dell’ex direttore dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) Luca Pani, medici, psicologi, nutrizionisti e giovani farmacisti che hanno seguito una formazione accademica specifica per lo sviluppo e l’implementazione del progetto che risulta così suddiviso in diverse aree tematiche. Un modello sicuramente da seguire visto l’interesse e il patrocinio mostrato da tutte le istituzioni di categoria con in testa la Federazione nazionale degli Ordini dei Farmacisti (Fofi). Un progetto simile vede impegnata anche la sponda dei Biologi, il cui Ente di Previdenza e Assistenza (Enpab) ha istituito una borsa di lavoro intitolata “Enpab e Lilt insieme per la prevenzione tumorale e la lotta alle fake news in oncologia”. Quattro biologi sono stati così premiati con 2.000 euro a testa per un progetto di lavoro della durata di tre mesi presso la sede della Lega italiana per la lotta contro i tumori. I progetti di Farmacisti e Biologi dimostrano come la diffusione della cultura sanitaria e la promozione dell’educazione alla salute siano battaglie da combattere e da vincere in modo trasversale, coinvolgendo tutti gli operatori sanitari attraverso campagne di sensibilizzazione e di corretta informazione contro le fake news» conclude.

A cura di Maria Castellano
con la collaborazione del dottor Giovanni Pizzigalli
Segretario dell’Ordine Farmacisti
e Presidente dei Giovani Farmacisti di Bergamo
Farmacia di Bracca (Bg)