Ogni anno in Europa si verificano circa 400mila arresti cardiaci, di cui 60mila in Italia e si stima che solo nel 58% dei casi chi assiste intervenga con le manovra salvavita (massaggio cardiaco, ventilazioni) e nel 28% dei casi con il defibrillatore. «Si tratta di una percentuale assolutamente troppo bassa: solo il 4% dei colpiti da arresto cardiaco, infatti, riesce a sopravvivere. Un progetto di cardio protezione efficace, invece, potrebbe alzare questa percentuale intorno 70%, permettendo così di aumentare considerevolmente il numero delle persone salvate» dice Federico Pelicioli, istruttore BLSD di Tecno System, azienda specializzata nell’assistenza e vendita di apparecchiature elettromedicali. «Per questo è importante non smettere di sensibilizzare tutta la popolazione sull’importanza dell’utilizzo del DAE, ovvero il Defibrillatore Semiautomatico Esterno, dispositivo salvavita quando una persona è colpita da Arresto Cardiaco Improvviso (ACC)».

Quali sono le azioni che si possono mettere in campo per migliorare la situazione?

Da qualche anno in Italia, grazie alla legge DDL S. 1441, “Disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici in ambiente extraospedaliero”, l’obbligo di DEA è stato esteso anche alle sedi della pubblica amministrazione con almeno quindici dipendenti e aperte al pubblico, come scuole, istituzioni educative, aziende e amministrazioni di stato a ordinamento autonomo, Regioni, Province, Comuni, Comunità Montane, consorzi, associazioni, università, etc.. E poi, aeroporti, stazioni, porti, aerei, treni, navi, centri commerciali, condomini, alberghi etc.. A oggi, però, non si ha ancora un vero e proprio censimento dei DAE presenti sul territorio, cosa che sarebbe invece indispensabile: renderli facilmente individuabili per intervenire in caso di arresto cardiaco improvviso garantirebbe una maggior tempestività dell’intervento e quindi una maggiore possibilità di salvare vite. Importante, poi, sarebbe formare quante più persone possibili al suo utilizzo. Il soccorso a una persona colpita da AAC può essere necessario dovunque: a casa, per strada, a scuola, sui trasporti, in contesti sportivi o di lavoro etc.. L’arresto cardiaco, infatti, può colpire tutti, atleti super controllati, bambini, giovani, anziani.

Ma chiunque può usare un DAE?

La legge n. 116 del 2021 prevede l’utilizzo del DAE in caso di emergenza cardiaca anche da parte di persone che non necessariamente hanno avuto una formazione specifica all’attività di cardioprotezione senza gravare in termini di responsabilità sul possibile soccorritore. Questo a patto che venga prima chiamato il 112, i cui operatori sono in grado di guidare il soccorritore anche se inesperto. È comunque auspicabile che sempre più cittadini si formino con un corso BLSD, che insegna a riconoscere i sintomi in una persona colpita da AAC, le manovre di rianimazione e l’utilizzo del DAE.

È una spesa accessibile per un privato cittadino?

Se volessimo fare un esempio, il costo di un DAE è paragonabile a quello di uno smartphone. Non è inaccessibile e, magari, invece che causarci a volte un po’ di stress, può salvarci la vita.

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