La riabilitazione in acqua. Un supporto oggi importantissimo  alla riabilitazione tradizionale

Una piscina per la riabilitazione di 12 metri per 6, con una temperatura di 31 gradi e vista su un parco di 72 ettari con piantagioni di ciliegio e aree boschive naturali.

È questo uno dei fiori all’occhiello di Villa San Mauro, struttura residenziale moderna e dotata di tutti i confort che si rivolge sia a persone non-autosufficienti (anziani e non) o non assistibili a domicilio, sia a coloro che vengono indirizzati dalla strutture sanitarie pubbliche e private per un ciclo di riabilitazione, ad esempio dopo un intervento. Un’oasi di pace sulle colline di Pontida, lontano da smog e stress quotidiani, dove poter coniugare i trattamenti ambulatoriali in vasca riabilitativa e in palestra a un soggiorno di breve o media durata, a seconda delle necessità. Ma in cosa consiste la riabilitazione in acqua? E come si accede a questo servizio? Ce lo spiegano il dottor Adolfo Di Nardo, direttore sanitario, e la dottoressa Roberta Zanardi, assistente sociale della struttura.

Dottor Di Nardo, quali principi sfrutta la riabilitazione in acqua?
L’acqua è un buon coadiuvante della riabilitazione classica poiché dispone di alcune caratteristiche favorevoli per l'iter riabilitativo.

· L’assenza di gravità. A 50% di immersione (fino all'ombelico), il peso corporeo è ridotto a metà; a 75 % di immersione (fino allo sterno), il peso corporeo è ridotto del 75%.

· L'aumentata stimolazione dei recettori sensoriali. La densità del mezzo, conferisce anche alla persona immersa un aumentato apporto di informazioni sensoriali.

· La pressione in tutte le direzioni. L'acqua, essendo un fluido, sviluppa una spinta pressoria in tutte le direzioni.

· L'aumento del lavoro polmonare respiratorio, sempre legato alla pressione esercitata da un fluido in tutte le direzioni.

· Il rilassamento corporeo globale.

Come sono applicabili questi principi in riabilitazione? E per quali patologie è consigliata l’idrokinesiterapia?
L’assenza di gravità è utile per post infortuni o post interventi o patologie che obbligano a un carico parziale. In questo caso la persona può caricare precocemente e sfruttare tutti i benefici che il carico apporta all’organismo. L’assenza di gravità è inoltre utile per tutte quelle patologie che comportano una perdita di forza quindi una difficoltà nella verticalizzazione e nella deambulazione in gravità (ad esempio distrofie muscolari, miopatie, sclerosi multiple, sclerosi laterale amiotrofica o SLA, miastenie, etc). Questi pazienti in acqua possono camminare e verticalizzarsi con più facilità che in gravità, ottenendo benefici clinici e fisici ma anche emotivi. Nonostante la sensibilità propriocettiva (legata a recettori situati su muscoli, tendini, ossa e articolazioni) sia resa più debole dalla spinta di galleggiamento, le stimolazioni esterocettive (legate ai recettori cutanei periferici sensibili alla stimolazione tattile, termica, dolorifica e di pressione) consentono una maggior percezione del proprio corpo e del proprio movimento. Tutto questo contribuisce a riorganizzare lo schema corporeo, spesso alterato a causa delle deformazioni fisiche causate dalla patologia. L’aumentata stimolazione dei recettori periferici può essere utile anche in pazienti con amputazioni, per la cosiddetta sindrome dell’"arto fantasma" (sensazione anomala di persistenza di un arto dopo la sua amputazione o dopo che questo sia diventato insensibile). La spinta pressoria in tutte le direzioni, inoltre, funge da linfodrenante naturale, aiuta il ritorno venoso, migliora la microcircolazione ed è utile anche per patologie reumatiche. E non è tutto. La pressione esercitata dall'acqua comprime la gabbia toracica, aumentando la difficoltà di espansione della stessa fino a più del doppio rispetto alla normalità e incrementando così il lavoro muscolare. L’aumento della fatica polmonare, in particolare, è importante per migliorare la resistenza cardiorespiratoria in presenza di problemi cardiocircolatori non gravi. Anche in caso di patologie artrosiche e anchilosanti la riabilitazione in acqua può offrire grandi benefici: le stimolazioni fornite dall'acqua calda comportano un abbassamento del tono globale nel paziente, permettendogli di raggiungere ampiezze articolari maggiori con minor dolore. A seconda delle caratteristiche, infine, l’utilizzo dell’acqua è consigliato per la rieducazione del cammino e anche per mitigare forme dolorose di varia natura (alla colonna vertebrale, articolari, muscolari, etc.).

A chi ci si deve rivolgere, dottoressa Zanardi, per avere informazioni sulla piscina riabilitativa?
Per richiedere informazioni o prendere un appuntamento basta contattare la segreteria di Villa San Mauro, inviare una mail oppure recarsi direttamente in struttura a Pontida. La piscina, che presenta un ingresso a scale con corrimano e dotata di un sollevatore per pazienti impossibilitati a deambulare, è circondata da vetrate che si affacciano sui monti e sui boschi circostanti, regalando una piacevole sensazione di benessere e tranquillità. È possibile programmare sedute singole e di gruppo da 45 minuti e/o 30 minuti, svolte da fisioterapisti appositamente formati in riabilitazione in acqua. Prima di iniziare le sedute è necessario eseguire una valutazione iniziale con il fisioterapista della struttura (e, su richiesta, anche con il fisiatra) per poter raccogliere l’anamnesi, valutare le problematiche motorie presenti e costruire insieme un piano riabilitativo adeguato.

La vasca riscaldata è inoltre utilizzata per corsi di piscina per bambini e adulti, sia in gruppo sia singoli e attività di rilassamento e progetti educativi per disabili.

a cura di VIOLA CAMPOSTELLA

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