Un viaggio nella demenza per comprendere e assistere meglio chi ne soffre.
47 milioni di persone. Tante sono, secondo le stime, le persone nel mondo affette da demenza, un problema che riguarda innanzitutto, ovviamente, chi ne soffre, ma anche, e pesantemente, la sua famiglia e l’intera comunità in cui è inserito. La sfida oggi a livello sociale, quindi, è: come può il territorio supportare gli anziani e le loro famiglie in un bisogno che va oltre l’assistenza di tipo sanitario e coinvolge la sfera della quotidianità delle persone non più autosufficienti? Anche con progetti innovativi come il Virtual Dementia Tour® (VDT®), un percorso esperienziale, originale e scientificamente provato per costruire una maggiore comprensione del tema della demenza, ideato da P.K. Beville M.S, specialista in geriatria e fondatrice di Second Wind Dreams® (SWD®), organizzazione no profit, con sede a Roswell (Georgia), che è stata riconosciuta come la numero uno negli Stati Uniti nell’impegno per trasformare la percezione dell’invecchiamento attraverso la realizzazione dei sogni per le persone anziane. Il progetto coinvolge gli operatori professionalmente deputati all’assistenza delle persone anziane, le famiglie e il contesto sociale in cui la persona fragile vive. Utilizzato per la formazione di personale in contesti clinici e/o educativi (operatori di RSA, case di riposo, servizi a domicilio, scuole di medicina etc.) - ma anche per mostrare alla comunità uno scorcio del mondo della demenza e consentire di comprenderla - ad oggi il VDT è stato condotto da una stima di oltre tre milioni di persone in 20 Paesi nel mondo. In Italia, la diffusione del VDT è stata affidata in esclusiva e per la prima volta all’Associazione InsiemeAte Onlus, un’associazione che fornisce assistenza domiciliare a favore di persone fragili e delle loro famiglie, per garantire benessere e qualità della vita all’interno della propria casa. «Durante l’esperienza del VDT, facilitatori qualificati guidano i partecipanti, equipaggiati con dispositivi brevettati che alterano i loro sensi, mentre cercano di compiere comuni mansioni quotidiane ed esercizi» spiega Paola Brignoli, direttore dell’Associazione InsiemeAte Onlus. «Il VDT permette ai caregiver di sperimentare in prima persona le difficoltà fisiche e mentali che le persone con demenza devono affrontare quotidianamente e di usare a loro volta questa esperienza per fornire una migliore assistenza centrata sulla Persona. Per valutare il cambiamento da parte dei caregiver professionali nella comprensione dell’approccio centrato sulla persona, SWD® ha sviluppato un ulteriore strumento, il DACE® (Dementia Aware Competency Evaluation®) che utilizza specifici indicatori per valutare nel tempo i risultati della conduzione del VDT. Al momento la diffusione del progetto VDT sul territorio sta procedendo con risultati molto positivi. Di recente InsiemeAte è stata chiamata a proporre il VDT nel mese di settembre, dedicato all’Alzheimer, durante l’evento organizzato dal Dipartimento di Scienze Umane e Sociali e dal gruppo di ricerca Dementia Friendly Italia dell’Università degli Studi di Bergamo “Come fare a diventare Dementia Friendly?” E durante la giornata Alzheimer organizzata dalla Fondazione RSA Vaglietti Corsini Onlus. Abbiamo già in programmazione altre attività sul territorio”» conclude Paola Brignoli.

Associazione InsiemeAte Onlus
Via Francesco Baracca 28
San Paolo d’Argon BG
Numero verde 840 000 640
(per informazioni e iscrizioni)§
info@insieme-a-te.it
www.insieme-a-te.it
a cura DI FRANCESCA DOGI
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